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 2013  novembre 27 Mercoledì calendario

RYANAIR VUOLE UN’INTESA MA ALITALIA RISPONDE NO


Non è una delle solite pubblicità provocatorie della Ryanair. Ma una proposta in piena regola di «feederaggio» dei voli nazionali lanciata dalla low cost irlandese ad Alitalia. Offerta pervenuta per iscritto e accompagnata da una telefonata del ceo Michael O’Leary in persona, nello stesso giorno in cui la compagnia con sede a Dublino ha annunciato la nuova strategia per l’Italia che «decollerà» il 18 dicembre da Fiumicino verso le nuove basi di Catania, Palermo e Lamezia. Oltre a collegamenti per Bruxelles e Barcellona che porteranno i voli Ryanair a un totale di 224 a settimana con una previsione di 1,7 milioni di passeggeri l’anno. Ma la risposta di Alitalia non si è fatta attendere. Ed è stata un secco «no grazie».
Mentre da Trieste, dove ieri si è tenuto il bilaterale Italia-Russia tra Letta e Putin, non sono arrivate novità circa il possibile interessamento di Aeroflot, a ventiquattr’ore dalla scadenza (fissata ad oggi) per la sottoscrizione dell’aumento di capitale di 300 milioni necessario alla sopravvivenza di Alitalia, dopo il ritiro di Air France-Klm è già un capitolo chiuso anche l’offerta di Ryanair. Che sempre ieri ha chiarito le ragioni della nuova politica nel nostro Paese, nata, secondo il vice ceo Michael Cawley, per rispondere «a una forte richiesta degli aeroporti italiani, preoccupati per le loro connessioni» a seguito dei possibili tagli della compagnia di bandiera. Da Fiumicino, dove entro il 2014 saranno spostati tutti i voli nazionali Ryanair da e per Roma, decolleranno tutte le rotte domestiche con tariffe a partire da 49 euro (solo andata).
Senza abbandonare Ciampino, dove saranno potenziati voli e rotte internazionali. Compresi quelli per Bruxelles, che però è già un caso. Brussels Airport ha precisato che la decisione della compagnia irlandese «non è stata oggetto di alcun negoziato» e, di conseguenza, di «disapprovare le manovre di Ryanair» al riguardo.
Proprio mentre Alitalia, ringraziando gli irlandesi, ne declinava l’offerta. Ricordando con una nota che «i prezzi annunciati da Ryanair per i suoi nuovi voli da Fiumicino verso Catania, Palermo e Lamezia sono sostanzialmente in linea con quelli che già oggi Alitalia offre per gli stessi collegamenti. Offrendo, rispetto alla low cost, con «pochi euro di differenza» (52 a fronte dei 49 di Ryanair, sottolinea la nota), un servizio «completamente diverso e di maggior valore per il cliente». Fino alla bordata finale: «Spiace, infine, notare che, in tutti i Paesi avanzati, nei principali hub si evita la convivenza fra l’hub carrier e i vettori low cost – ha concluso Alitalia – che, non a caso, trovano spazio e operano in piccoli aeroporti lontani decine di chilometri dalle città». Allarme condiviso dal segretario nazionale della Filt Cgil Mauro Rossi, che a seguito del nuovo piano annunciato da Ryanair su Fiumicino, ha puntato il dito contro la società Aeroporti di Roma, accusandola di accordarsi «con la maggiore compagnia aerea al mondo che opera in evasione totale delle leggi italiane e che continua a fruire di finanziamenti illeciti di danaro pubblico».
Scontata la replica di AdR: «Nessuna condizione di favore è stata riconosciuta a Ryanair. L’attivazione di voli sullo scalo avviene attraverso un processo normato da un regolamento europeo e coordinato in Italia da Assoclearance, per favorire l’apertura del mercato. La società di gestione non ha alcuna discrezionalità rispetto a tale iter».