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 2013  novembre 27 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - IL SENATO DICHIARA BERLUSCONI DECADUTO DAL SEGGIO (NON APPROVA L’ELEZIONE DI BERLUSCONI IN MOLISE)


REPUBBLICA.IT
Il Senato ha votato la decadenza di Silvio Berlusconi.
Non approvando i nove ordini del giorno presentati contro le conclusioni della giunta per le elezioni del Senato - quelle che contestavano l’elezione del leader del centrodestra sulla base della legge Severino e a seguito della condanna per frode fiscale divenuta definitiva -, l’assemblea di Palazzo Madama ha decretato l’ineleggibilità del Cavaliere che perde pertanto lo status di parlamentare e che sarà presto sostituito dal primo dei non eletti nella regione Molise, dove il leader di Forza Italia - che si era presentato in diverse circoscrizioni come capolista - aveva scelto di risultare eletto. E’ questo l’epilogo di una vicenda che si trascina dall’inizio di agosto, dopo la conferma della condanna. Ed è la conclusione della lunga maratona iniziata con la votazione nella notte del maxiemendamento alla legge di stabilità (con 171 sì e 135 no ) segnata dalla fuoriuscita di Forza Italia dalla maggioranza di larghe intese.

LA DISPUTA SUL VOTO SEGRETO - Il voto è avvenuto per scrutinio palese, nonostante fino all’ultimo gli esponenti di Forza Italia - ma anche, in dissenso con i propri gruppi, anche senatori del Nuovo Centrodestra e di Scelta Civica - abbiano provato a chiedere la votazione segreta insistendo sul fatto che la deliberazione fosse sulla persona e che da regolamento e da prassi i voti sui singoli parlamentari avvengono in forma riservata. Diversa invece l’interpretazione del presidente Pietro Grasso che ha più volte ricordato come nella fattispecie il voto non riguardasse la persona ma la completezza del plenum dell’assemblea. Su questa valutazione tecnica diversi esponenti forzisti hanno cercato di prendere tempo prima del voto di ciascuno degli ordini del giorno.

CASINI E LA SOSPENSIVA- Tra coloro che hanno cercato di non arrivare, oggi, al voto decisivo c’è anche Pier Ferdinando Casini che è intervenuto con una proposta di sospensiva in attesa del rinvio alla Corte di Cassazione dei nuovi termini dell’interdizione previsti come pena accessoria alla condanna a 4 anni di reclusione. «Non possiamo - ha detto il leader centrista - liquidare la storia di 20 anni come un evento criminale».

ATMOSFERA MOLTO TESA- L’atmosfera in Aula è stata per tutta la giornata molto tesa: Sandro Bondi e Roberto Formigoni hanno avuto un alterco, Alessandra Mussolini se l’è presa con Angelino Alfano: «È un piranha, lo chiamo Lino e non Angelino», mentre ancora Bondi e Gasparri hanno apostrofato i senatori a vita: «Vergognatevi» . Colpevoli, secondo i due forzisti, di essersi presentati soltanto in occasione del voto sull’espulsione del Cavaliere. Gli alfaniani intanto danno appuntamento alle 18.30 per fare il punto su quanto accaduto - sulla decadenza hanno votato assieme agli ex compagni di partito - e sulla loro posizione in seno alla nuova maggioranza di governo.
27 novembre 2013

IL COMIZIO DI BERLUSCONI (REPUBBLICA.IT)
«Noi non ci ritirermo». Silvio Berlusconi annuncia che non farà un passo indietro, non uscirà dalla scena politica. «Anche altri leader non sono parlamentari. Come Grillo, o Renzi». E rilancia sul progetto di una svolta presidenzialista: «Come in tutti gli altri Paesi europei, dobbiamo dare ai cittadini la possibilità di eleggere il proprio presidente della Repubblica». Il leader di Forza Italia non intende fermarsi neppure davanti alla decadenza da senatore. E tornerà allo spirito delle origini del suo impegno politico: «Abbiamo deciso di ritornare in mezzo alla gente. Ogni appartenente ai club di Forza Silvio sarà un soldato della democrazia. Per le nostre prossime campagne elettorali dovremo insegnare ai moderati, che sono la maggioranza, a votare».

IL COMIZIO - Il Cavaliere ha preso la parola alle 16.30,davanti a qualche migliaio di sostenitori radunati di fronte a Palazzo Grazioli: «È una giornata di lutto per la democrazia - ha detto -. A partire dal 1994, una magistratura di estrema sinistra si è data come missione la via giudiziaria al socialismo». Berlusconi ha citato i documenti di Magistratura Democratica: «Persino l’Unità ha accusato certi pm di aver abbracciato le idee estremiste della Br - ha detto Berlusconi -. Approfittando della legge che aboliva l’immunità parlamentare, certi magistrati hanno fatto piazza pulita di cinque partiti. E allora sapete cosa è successo? Siamo scesi in campo noi. Hanno subito cercato di farmi fuori dalla scena politica con i processi». Quindi l’elenco delle inchieste subite, secondo la sua enumerazione: «Sono 52 i processi che mi hanno gettato addosso», ha detto. «Abbiamo lottato, ci siamo difesi, abbiamo impiegato tante risorse economiche cercando di non perdere la serenità. Da 41 processi siamo venuti fuori senza nessuna condanna». L’ex premier ha ancora una volta lamentato l’accanimento dei pm: «Hanno cambiato strategia: dopo aver militarizzato l’accusa, hanno occupato i collegi giudicanti. Sono allora fioccate le condanne: Ruby, Mediaset, la condanna per la frase “abbiamo una banca”». L’ultima condanna, quella sui diritti televisivi, sarebbe stata viziata dal medesimo disegno: «Avevo diritto al mio giudice naturale. Mi hanno imposto giudici che avevano un’idea predeterminata su di me. Quindi è cominciata la corsa alla decadenza, per la quale hanno calpestato la legge, bruciando tempi e regolamenti». Ha quindi citato le polemiche che hanno preceduto il sit-in di Forza Italia: «Vorrei rassicurare tutti - ha spiegato - questa è una manifestazione pacifica. Noi non abbiamo l’odio nel cuore».

LA TENSIONE - E in effetti dopo il discorso del Cavaliere, la folla si è dispersa pacificamente. Ma per tutto il resto della giornata, si era respirata tensione nei pressi di Palazzo Grazioli. È stata una giornata di tensione quella in attesa del discorso del leader. Prima le polemiche per la rimozione dello striscione: «È un colpo di Stato», affisso sulla facciata del palazzo. «Giudichiamo molto grave quanto accaduto», hanno scritto i due capigruppo Brunetta e Romani. La Questura ha dovuto precisare che «si è trattato di un semplice invito ai manifestanti». Quindi, l’episodio degli undici operai campani infiltrati nel sit-in a sostegno di Berlusconi, fermati dalla polizia mentre cercavano di entrare nella dimora dell’ex premier. Uno di loro ha anche cercato di darsi fuoco. Il tutto mentre i dirigenti di Forza Italia lamentavano un presunto «boicottaggio» ai danni dei sostenitori che convergevano verso il centro di Roma. «Prima hanno costretto i pullman dei nostri sostenitori a parcheggiare a Cinecittà. Ora hanno spento le macchine dei biglietti e chiusi gli uffici della Metro A alla fermata Cinecittà-Anagnina», si legge in una nota del partito. Peraltro smentita dal Comune di Roma, che ha ribadito il perfetto funzionamento della stazione metropolitana.


Berlusconi decaduto, le reazioni nel mondo
100% Soddisfatto
Le reazioni nel mondo dopo la decadenza di Silvio Berlusconi. Il Wall Street Journal parte con una breaking news: «L’ex primo ministro italiano Silvio Berlusocni è stato escluso dal Senato del Paese»

Chiusura in rialzo per le Borse europee, incoraggiate dall’avvio in rialzo di Wall Street, sempre su nuovi massimi. Milano ha vantato una delle performance migliori, nonostante l’incertezza politica, nell’attesa del varo definitivo della legge di stabilità e nel giorno del voto sulla decadenza di Silvio Berlusconi.

L’ASTA - Gli investitori hanno comunque apprezzato il buon esito dell’asta di Bot semestrali, con il Tesoro che ha collocato 7 miliardi a rendimenti in calo allo 0,539% contro lo 0,629% della precedente asta. Le richieste si sono attestate a 12,357 miliardi, per un tasso di copertura pari a 1,77. Il Ftse Mib ha registrato un progresso dello 0,8%. A spingere in alto Piazza Affari sono state le azioni delle banche, con Banco Popolare (+6%) che ha messo a segno la performance migliore sull’onda della notizia che l’istituto incorporerà le controllate Credito Bergamasco (+14,3%) e Banca Italease. Bene Generali (+1,5%) nel giorno dell’investor day a Londra e nonostante la decisione di S&P di porre la compagnia sotto credit watch negativo. Mediaset, nel giorno del voto su Berlusconi, è salita dell’1,38%, in rialzo anche Mondadori (+0,9%). Su Telecom (+0,7%), mentre si avvicina la data dell’assemblea del 20 dicembre.

MPS - Intanto il mercato si interroga sulle mosse della Fondazione Mps, che detiene poco piu’ del 33% delle azioni, ma che deve ripagare debiti per 350 milioni di euro. Mercoledì la Commissione Ue ha dato, come atteso, il via libera al piano di ristrutturazione del Monte dei Paschi ritenendo che il sostegno pubblico è in linea con le regole degli aiuti di Stato.

GARIBALDI SU CDS DI STAMATTINA
ROMA -Il giorno della fine sarà quello dell’avvio di un nuovo corso, parola di Silvio Berlusconi. Per dire che la manifestazione di oggi, sotto casa sua, in via del Plebiscito, in coincidenza con la seduta del Senato che dovrebbe metterlo fuori dal Parlamento, segnerà una ripartenza. L’ennesima.
Avvio di cosa? Di una campagna elettorale, habitat preferito di Berlusconi. Lunga o breve? «Più sarà lunga più farà male al Paese - dice Sandro Bondi -. Ormai prevalgono soltanto istinti bestiali». Ma sarà il regolamento di conti fra Renzi e Letta a decidere la data di scadenza del governo, ripete Berlusconi, e dopo di lui tutti i dirigenti di Forza Italia. «Letta, comunque, dopo l’uscita di Forza Italia dalla maggioranza, deve andare al Quirinale e dimettersi, casomai per chiedere di nuovo la fiducia, per un altro governo»: Berlusconi ha ripetuto questo ieri a chi è andato a trovarlo a Palazzo Grazioli. Lo schema predisposto per oggi (può cambiare, se Berlusconi cambia idea) è il seguente. Berlusconi non va a difendersi in Senato, dove peraltro dall’inizio della legislatura è stato assente nel 99 per cento delle votazioni (dati l’Espresso ). Scenderà invece a parlare sotto Palazzo Grazioli. Al Senato il caso decadenza dovrebbe essere avviato intorno alle 11, con la lettura della relazione Stefàno, presidente della giunta per le Autorizzazioni. A via del Plebiscito si comincia verso le 15. Era stato predisposto un programma di interventi, i capigruppo Brunetta e Romani e una donna, forse Michaela Biancofiore, ricevuta ieri pomeriggio da Berlusconi. Lei, Biancofiore, «vittima» di Letta: dopo la sentenza della Cassazione su Berlusconi - agosto scorso - diede le dimissioni assieme agli altri ministri pdl, il capo del governo accettò solo le sue. Denis Verdini però insiste affinché Berlusconi sia il solo a parlare, intorno alle 16.30, durante il dibattito sulla relazione di Stefàno. Davanti - è l’auspicio - almeno a diecimila persone.
«Con Silvio difendiamo la Costituzione, la democrazia, la libertà», dice il logo della manifestazione. Berlusconi tornerà sulle sue verità, le «cinque verità», come era scritto sul frontespizio del documento portato ieri ai gruppi parlamentari. La persecuzione: per la decadenza di Previti ci volle un anno e mezzo, per la sua quattro mesi; non si è voluta interpellare la Consulta sulla retroattività della legge Severino; si è cercato a ogni costo il voto palese; non si è accettato neanche l’ultimo salvagente lanciato da Casini per un rinvio. Molto apprezzato, il gesto di Casini (che sarà appoggiato oggi dagli alfaniani del Ncd, ha detto Sacconi). E ci sono le nuove «carte americane» per la riapertura del processo.


Poi, lo sguardo puntato sul futuro. Berlusconi non si ritira in campagna e neanche in Africa (come fu tentato di fare - ha detto sabato - dopo le dimissioni da premier). Berlusconi combatte. Contro Letta e Alfano, con un passaggio sul capo dello Stato che non li rimanda alle Camere. Contro le tasse, contro le politiche dei Paesi che dominano in Europa e affamano gli altri. E il probabile annuncio di dimissioni dei sottosegretari di Forza Italia rimasti, Santelli, Micciché, Girlanda e Archi. Dopo il discorso si attenderanno i voti sugli ordini del giorno contrari alla decadenza, voluta dalla relazione Stefàno. Dovrebbero essere pochi, gli odg, perché tirarla lunga significa prolungare la sofferenza, sempre secondo Verdini.
La campagna elettorale comincia. Oggi Mediaset copre l’intera giornata della decadenza. Berlusconi sarebbe dovuto anche andare in Rai, a Porta a Porta , ma alla fine ha rinunciato: «Ci ha fatto sapere - ha spiegato Bruno Vespa - che pressioni familiari lo hanno indotto a scegliere di rientrare ad Arcore prima del voto di decadenza e dopo il comizio». Ma cosa farà il Cavaliere se non arriveranno presto le elezioni? «Faremo un’opposizione di tipo europeo, non distruttiva ma implacabile», dice Osvaldo Napoli. I sondaggi dell’ultima settimana (Tecné, Emg, Ipr, Swg) sono di conforto: centrodestra (fra 37 e 34,5 per cento) in testa sul centrosinistra (fra 33 e 31 per cento). Sullo sfondo, il grande timore di Berlusconi, che un giudice, da Napoli o Milano, firmi il suo arresto. Ieri ha scherzato ai gruppi: «Verrete a trovarmi a San Vittore...». Ma poi ha gridato e griderà oggi: «Io non ho paura di nessuno!».

VESTITE DI NERO
Vestite di nero, a lutto. Perché è la giornata del «lutto per la democrazia» italiana. Quattro senatrici di Forza Italia, Elisabetta Alberti Casellati, Annamaria Bernini (nella foto), Cinzia Bonfrisco, Maria Rizzotti, indossano abiti neri, nell’Aula del Senato, nel giorno in cui si vota la decadenza di Silvio Berlusconi. È il loro modo di manifestare, spiegano alcuni colleghi, la loro vicinanza al Cavaliere (Imagoeconomica)

La parlamentare Maria Rosaria Rossi sfoggia in Senato la fascia nera al braccio in segno di lutto #decadenza #Berlusconi

TWEET DI ALDO CAZZULLO


Mercoledì, 27 novembre 2013
17:54 Ora le procure di Milano e di Napoli affilano le zanne
17:42 B non è più senatore
17:41 Un collega fa notare che il look scelto da B per la storica giornata è uguale a quello del buttafuori kazako del noto locale romano Assunta Madre
17:32 Già comincia Minzolini: "Napolitano è il boia, il Pd il plotone d’esecuzione, Alfano Ponzio Pilato"
17:27 Eppure i "traditori" e il Quirinale, protettore del governo, saranno l’obiettivo della campagna d’inverno, dettata più dall’orgoglio ferito che dalla strategia o anche solo dall’interesse
17:21 B non ha attaccato né Alfano, limitandosi a esporlo ai fischi, né Napolitano, limitandosi a promettere l’elezione diretta del presidente della Repubblica
17:17 Al Senato si comincia a votare. B rientra a Palazzo
17:13 "Non dimenticherò mai nella mia vita questa giornata". E non solo "per l’affetto che mi avete dimostrato"
17:10 "Silvio sei il nostro condottiero"
17:10 Finalmente un accenno agli alfaniani che scatena il coro: "Traditori!"
17:09 B non ha fatto un discorso incendiario. Ha di fatto aperto la campagna elettorale. Passa all’opposizione quasi con sollievo
17:06 La Bernini ha davvero citato Brecht: "per primi vennero a prendere gli zingari, e non protestai, perché rubacchiavano. Poi vennero a prendere gli omosessuali, e non protestai..."
17:02 Dal Senato giungono in piazza voci incontrollate. Pare che la vicecapogruppo Anna Maria Bernini abbia citato Brecht
17:01 "Farò come Renzi e Grillo, mi batterò fuori dal Parlamento"
16:56 "Oggi brindano perché mi hanno portato davanti al plotone d’esecuzione! Un giorno che aspettano da vent’anni!". Signore all’apparenza pacifiche gridano "Bestie! Schifosi!"
16:54 "E’ la prima volta dal 1848", dallo Statuto Albertino (che B chiama "Codice"), "che la sorte di un senatore si decide a voto palese"
16:49 Garriscono pure le bandiere dell’inquietante Esercito di Silvio e del Mir - Moderati in rivoluzione - di Samorì, ormai puro modernariato
16:48 "Il Cavaliere non si discute si ama", firmato Desperados Napoli
16:45 Fotomontaggio moderato con foto giovanile di B sulla sfondo della stella delle Brigate Rosse e la scritta "prigioniero politico"
16:43 Comunque in girocollo nero e giacchetta tiene bene il freddo, che imputa "al Senato di sinistra"

SENATORI A VITA
Il loro voto potrebbe essere determinante sulla decadenza di Silvio Berlusconi. Per questo i senatori a vita recentemente nominati da Giorgio Napolitano sono finiti nel mirino di Sandro Bondi e Maurizio Gasparri: «Vergognatevi!».
Bondi lo ha detto a chiare lettere in conclusione del suo intervento in aula: «Chiedo ai colleghi senatori se ritengono opportuno e accettabile se coloro che sono stati di recente nominati senatori a vita che non si sono contraddistinti per una loro presenza fattiva siano oggi presenti per un voto come questo sulla decadenza del leader del centrodestra italiano». Un appunto a cui ha subito replicato il capogruppo dei senatori del Pd, Luigi Zanda: «Il nostro ordinamento costituzionale prevede la presenza dei senatori a vita che, dal momento della loro nomina, sono senatori a tutti gli effetti».
La presenza dei senatori a vita di più recente nomina, però, non è in effetti stata particolarmente assidua. Da quando sono stati nominati dal presidente della Repubblica lo scorso 30 agosto, le sedute del Senato sono state 48, per un totale di 629 votazioni. Tolto Claudio Abbado assente per motivi di salute (e non è presente neppure oggi, come sempre per motivi di salute l’ex presidente Carlo Azeglio Ciampi), gli altri tre hanno collezionato un numero risibile di presenze.
Elena Cattaneo, ad esempio, la più assidua dei tre, ha preso parte a 115 votazioni, pari al 18,28% del totale. Carlo Rubbia ha votato solo 5 volte, per una percentuale dello 0,79%. Renzo Piano, infine, non ha mai votato sino ad oggi: zero presenze in occasione dei 629 voti a cui avrebbe potuto partecipare e di conseguenza 0% sul totale . Per questo motivo proprio lui è finito nel mirino di Gasparri che lo ha chiamato in causa per nome e cognome : «Renzo Piano è stato forse impegnato fin ora nella costruzione di opere bellissime - ha detto intervenendo durante la discussone generale - ma qui non siamo come a Parigi ad ammirare la ghigliottina. Avrebbe potuto continuare a ignorare il mandato da senatore a vita». E poi, in un’intervista a Sky Tg24: «Tanto valeva che non ci fosse neppure oggi...». A margine della seduta lo stesso Piano ha poi ribattuto: «Sono abituato a essere attaccato dai costruttori cui non piace il mio lavoro. Essere attaccato da Bondi e Gasparri è sublime. Pura beatitudine». Nessun commento, invece, sulle assenze delle ultime settimane e sulla presenza di quest’oggi.
C’è tuttavia anche un altro senatore che risulta non avere mai partecipato ad alcuna votazione: è proprio Silvio Berlusconi, protagonista dell’ordine del giorno odierno, che il sistema di rilevazione dei voti di Palazzo Madama non ha mai registrato come presente in alcuna delle 1.856 votazioni effettuate dall’inizio della legislatura: anche per lui un inesorabile 0%.

...Il senato non approva. Si intendono pertanto approvate le conclusioni della giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari nel senso di dichiarare la mancata convalida dell’elez del sen sivlio berlusconi proclamato nella regione molise. per consentire alla giunta di procedere agli accertamenti relativi all’individfuazione del candidato subentranter autorizzo la stessa giunta a convocarsi

REPUBBLICA.IT
La cronaca della giornata. Nell’aula di Palazzo Madama la seduta dedicata al voto per la decadenza di Berlusconi è andata avanti ininterrottamente per quasi otto ore. Questa mattina il presidente della Giunta delle immunità Dario Stefàno ha letto la relazione della Giunta che non conferma la convalida dell’elezione dell’ex premier. E gli esponenti di Forza Italia hanno chiesto subito il voto segreto. La senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati ha avanzato un richiamo al regolamento per il voto segreto in merito a un voto che riguarda la persona, come fece nel 2009 il capogruppo attuale del Pd Luigi Zanda. Stessa richiesta è arrivata dal senatore Francesco Nitto Palma e dal presidente dei senatori di Ncd, Renato Schifani.
Respinti voto segreto e pregiudiziali. Ma il presidente del Senato Pietro Grasso ha respinto la richiesta, richiamandosi alle decisioni della giunta del regolamento dello scorso 30 ottobre, perchè la votazione sulla decadenza da senatore non è configurabile come voto sulla persona ma sullo status di parlamentare, e dunque va effettuata tramite scrutinio palese. E poco prima delle 13 sono state respinte per alzata di mano la sospensiva prooposta da Pier Ferdinando Casini e tutte le altre sei questioni pregiudiziali sulla decandenza poste dal centrodestra. Grasso ha annunciato anche che il voto sarebbe cominciato alle 17.
Il dibattito al Senato. Il dibattito in Aula è stato piuttosto animato. I banchi dei senatori erano tutti pieni. Maurizio Gasparri prima e Sandro Bondi dopo hanno attaccato duramente i senatori a vita: "Siete presenti solo oggi. Vergognatevi". Bondi ha sottolineato anche la "mancanza di sensilibità del premier Enrico Letta" che, in contemporanea con i lavori dell’Aula, ha convocato una conferenza stampa per parlare della nuova maggioranza a sostegno del suo governo. Tra Bondi e Roberto Formigoni è scoppiata una lite che ha richiesto l’intervento dei commessi. L’episodio è stato immortalato dal cellulare del senatore Pd Sergio Lo Giudice e pubblicato su Twitter. Alessandra Mussolini ha attaccato a testa bassa Angelino Alfano e i "cugini" di Ncd: "Non vogliamo i vostri voti". Più tardi, nell’aula quasi quasi vuota poco prima della pausa pranzo, ha parlato Manuela Repetti di Fi sotto lo sguardo estasiato di Bondi, suo compagno di vita (oltre che di partito). Andrea Augello (Ncd), che già nella Giunta per le elezioni aveva presentatotre pregiudiziali sulla decadenza, poi respinte, ha bacchettato nuovamente Vito Crimi del M5S per l’episodio del post su Facebook con insulti al Cavaliere. Mentre Augusto Minzolini (Fi) ha accusato Napolitano di "doppiopesismo". Altero Matteoli (Fi) ha rinnovato il suo amore per il Cavaliere: "Vai avanti Silvio, con te nuovi successi politici ed elettorali".
Le dichiarazioni di voto. Come da programma, alle 15.30 sono iniziate le dichiarazioni di voto. La senatrice di Sel Loredana De Petris ha ricordato puntigliosamente tutte le leggi ad personam volute da Berlusconi e ha confermato il sì. Mentre Erika Stefani, in rappresentanza della Lega Nord, ha ribadito il voto contrario del Carroccio visti i dubbi sull’applicazione della legge Severino. Lucio Romano di Scelta civica: "Non dobbiamo sottrarci al giudizio della storia. Voteremo sì alla decadenza". Ma poi ha annunciato l’intervento contrario del suo collega di partito Gabriele Albertini, che ha dichiarato l’astensione. Renato Schifani, capogruppo di Ndc, ha ribadito il no del suo partito: "Ci accingiamo a dire no a una scelta anomala e ingiusta". Paola Taverna dei Cinque Stelle ha accompagnato il sì del Movimento con parole veementi, che hanno provocato le urla e gli insulti dai banchi del centrodestra. Annamaria Bernini di Fi, vestita a lutto, ha enunciato la sua arringa difensiva nei confronti del Cavaliere proprio mentre Silvio Berlusconi teneva il suo comizio davanti a palazzo Grazioli. E dopo il sì del Pd confermato dal capogruppo Luigi Zanda, l’Aula ha bocciato tutti e nove gli ordini del giorno presentati dal centrodestra contro la decadenza, decretando di fatto l’uscita di Berlusconi dal Parlamento.
Il comizio a palazzo Grazioli. Silvio Berlusconi, mentre al Senato si svolgevano le operazioni di voto, ha tenuto un comizio davanti a Palazzo Grazioli, davanti a una folla di circa 5mila persone, venute con 300 pullman da tutta Italia. Dopo il discorso, il Cavaliere è partito per Arcore, rinunciando alla partecipazione in diretta alla trasmissione ’Porta a Porta’, così come suggeritogli dal suo medico personale Alberto Zangrillo.
Grillo, memoriale su Berlusconi. Il leader del M5S ha aperto oggi il suo blog con un articolo dal titolo "In memoria di Silvio Berlusconi", in cui ha scritto: "Mi piacerebbe per davvero poter dire che siamo alla vigilia del crollo di un regime. Non è così. Non ancora. E’ semplicemente la fine di un banale uomo per tutte le stagioni, un soggetto che è stato funzionale nell’ultimo ventennio sia ai colossi finanziari anglo-americani che al Kgb sovietico, passando per lo Stato del Vaticano,la troika, l’Iran, Israele, l’Arabia Saudita, gli emirati Arabi, la Lybia, l’intero sistema bancario internazionale".

TEMPOREALE DI REPUBBLICA

Marina Berlusconi: "Mio padre non decade da leader". "Mio padre decade da senatore, ma non sarà certo il voto di oggi a intaccare la sua leadership e il suo impegno". Lo ha scritto in una dichiarazione Marina Berlusconi, commentando la decadenza da parlamentare di suo padre Silvio, decretata dal senato. "Questo paese e questa democrazia - ha affermato fra l’altro la presidente di Mondadori. Devono vergognarsi per quello che mio padre sta subendo. Questa politica si dovrà pentire di essersi ancora una volta arresa ad una magistratura che intende distruggere chiunque provi ad arginare il suo strapotere".
da Repubblica (5) 18.49

Epifani contro Berlusconi. Guglielmo Epifani ha criticato i toni usati da Silvio Berlusconi davanti alla decadenza. "Il Senato non ha fatto altro che il suo dovere, ha applicato la legge", ha detto il segretario del Pd. "Chi grida al golpe, minaccia sfracelli e usa toni irrispettosi sceglie la strada dell’avventura", ha avvertito.
da Repubblica (5) 18.22

La notizia fa il giro del mondo. E’ l’apertura di gran parte dei siti web dei giornali stranieri la notizia della decadenza di Berlusconi. Il Cavaliere aveva ’conquistato’ la stampa estera già da stamane, quando si annunciava il voto del Senato.
da Repubblica (5) 18.14

17.43
TwitterConcetto Vecchio @VecchioConcetto
Decaduto
17.40
TwitterVittorio Zucconi @vittoriozucconi
Solo un farabutto ormai demente e i suoi dementi fedeli potevano osare un parallelo con le BR. Berlusconi parlava a 500 m da via Caetani.
retweeted by VecchioConcetto
17.35
TwitterConcetto Vecchio @VecchioConcetto
Nel Caliendo che si agita per l’articolo 135 ter - l’articolo 135 ter! - c’è tutta la questione meridionale #decadenza
17.25
TwitterSebastiano Messina @sebmessina1
Sul voto segreto l’ultima disperata trincea dei berlusconiani, ma la #decadenza è ormai inevitabile
17.23
TwitterSebastiano Messina @sebmessina1
Duello in aula a suon di commi tra due ex magistrati, Pietro Gasso e Nitto Palma #decadenza
17.21
TwitterSebastiano Messina @sebmessina1
Lanzillotta (Sc) a Nitto Palma: "Lei che ha votato la legge Severino, pensava di applicarla tra 12 anni?". Applausi del Pd #decadenza
17.20
Twitterla Repubblica @repubblicait
#Berlusconi : ’’Magistratura democratica era legata a Br’’ [VIDEO] #decadenza larep.it/18HqQ5D
17.19
Twitterla Repubblica @repubblicait
#Berlusconi , 192 a 114: il Senato respinge il primo odg contrario alla #decadenza [DIRETTA] larep.it/17TunwQ
17.18
Twittergoffredo de marchis @Gogodemarchis
#decadenza Fuori i secondi. Il match è tra Grasso e Forza Italia
17.18
TwitterSebastiano Messina @sebmessina1
Alberti Casellati, una delle senatrici berlusconiane vestite a lutto, tenta di dare un lezione giuridica al magistrato Grasso #decadenza
17.18
TwitterConcetto Vecchio @VecchioConcetto
Ma Silvio indosserà almeno una maglia termica #decadenza
17.16
Twittereziomauro @eziomauro
Decadenza, Berlusconi alla sua piazza: "E’ un giorno amaro, ma noi non viviamo nell’odio" repubblica.it/politica/2013/…
retweeted by repubblicait
17.15
TwitterSebastiano Messina @sebmessina1
Grasso nega ancora il voto segreto sulla #decadenza
17.13
TwitterSebastiano Messina @sebmessina1
Nitto Palma (FI) insiste: presidente, se ci riesce si assuma la responsabilità di negare il voto segreto sulla #decadenza
17.09
Twittergoffredo de marchis @Gogodemarchis
#decadenza Rilancio sul voto segreto. Ci si appella alle parole di Albertini e Di Maggio SC e di Buemi Psi. Forza Italia all’attacco
17.09
Twittergoffredo de marchis @Gogodemarchis
#decadenza Attenzione. Questo è il momento più delicato. Forza Italia sembra avere un colpo in canna regolamentare. C’è una strana calma.
17.07
TwitterSebastiano Messina @sebmessina1
Malan (FI) chiede in aula il voto segreto sulla #decadenza . Grasso respinge la richiesta
17.06
TwitterSebastiano Messina @sebmessina1
Primo ordine del giorno Augello contro la #decadenza largamente respinto
17.05
Twitterla Repubblica @repubblicait
#Decadenza #Berlusconi , il voto in Senato [DIRETTA] larep.it/17TunwQ

#Maturani: #Decadenza esito dell’applicazione di una legge dello #Stato http://t.co/XqJfVVz5m0 #opensenato #Berlusconi
— Senatori PD (@SenatoriPD) 27 Novembre 2013

MILELLA SU REP DI STAMATTINA
ROMA - E adesso, che ne sarà di Silvio? Cos’altro perderà, oltre allo scranno senatoriale? Un’altra sottrazione - che certo gli darà una stilettata non da poco - già possiamo metterla in calendario. Questione di mesi, ma non appena la Cassazione confermerà (perché confermerà, è fuor di dubbio) l’interdizione di due anni dai pubblici uffici, Berlusconi non potrà più fregiarsi del titolo di Cavaliere. Glielo conferì Giovanni Leone nel ’77, ma sarà ingoiato dalla condanna.

Per carità, anche quella sull’interdizione ormai è una battaglia. Giusto ieri mattina il suo team di avvocati - Niccolò Ghedini, Piero Longo, Franco Coppi - ha presentato il ricorso alla Suprema corte contro la decisione della Corte di appello del 19 ottobre. Ma dire che pensano di avere delle chance di riuscita è un eufemismo. Proprio come nel caso della revisione del processo. Ghedini, già ieri, nascondeva un dossier segreto nella sua borsa, aveva una prima bozza del ricorso alla Corte di appello di Brescia, per la revisione del processo Mediaset. A spiarla, parevano un centinaio di pagine. Revisione certa? Coppi dice che ancora non si sa. Dubbi, incertezze, punti interrogativi. Su tutto quello che lo riguarda da qui ai prossimi mesi, il quadro è giocato su che cosa perde, non certo su cosa guadagna. Per esempio? La libertà personale, quella politica, i suoi diritti, la sua candidabilità, la possibilità di tornare a essere premier.

Materialmente, Berlusconi quando non sarà più senatore?
Subito. Pare che, proprio per questo, abbia deciso di non essere presente in aula durante la discussione, né tantomeno al momento del voto. Sarebbe troppo umiliante per lui sentire il presidente Pietro Grasso pronunciare la formula di rito, "invito i commessi ad accompagnare il senatore decaduto Berlusconi fuori dall’aula...".

Un minuto dopo, il leader di Forza Italia, mentre arringa i suoi fan in piazza, potrebbe essere arrestato?
Ebbene sì, potrebbe anche accadere, se una procura birichina si fosse già premunita del sì del giudice a una misura cautelare. Ovviamente i suoi avvocati lo escludono. Ecco Coppi - protagonista ieri con Ghedini di una lunga e affollata conferenza stampa nella sede della stampa estera ("Propaganda anti-decadenza? Ma quando mai, ce l’hanno chiesto loro e abbiamo detto di sì") - che è pronto a escluderlo come "un’ipotesi irrealistica e assurda, oltre il limite della provocazione". Eppure... tutto può succedere.

Berlusconi ha fatto considerazioni molto pesanti ("Non vado a pulire i cessi...") sull’ipotesi di scontare i 9 mesi di pena che gli restano con un affidamento ai servizi sociali. Rischia gli arresti domiciliari?
I suoi avvocati lo escludono. Coppi, pur pigliando nettamente le distanze dal fraseggiare inopportuno del suo assistito, ribadisce la regola per cui Berlusconi "non deve cospargersi il capo di cenere, né fare atti di pentimento". Sì, ma la legge dice anche che il magistrato di sorveglianza deve assumersi la responsabilità di decidere se il condannato merita oppure no la forma più lieve di espiazione della pena. Chi sente Berlusconi inveire pesantemente contro i giudici pensa subito che dovrebbe finire in ceppi.

Ma in futuro l’ex premier sarà libero di fare attività politica?
Tutto dipende da cosa deciderà il magistrato, dai margini di libertà che gli vorrà concedere. Ma è fuori di dubbio che, per 9 mesi, e se non intervengono nel frattempo eventuali fatti nuovi, Silvio sarà fortemente limitato nei suoi spostamenti e nei suoi contatti.

In queste condizioni, come potrà gestire una campagna elettorale?
Non sarà affatto facile, perché per ogni appuntamento dovrà chiedere un permesso al giudice.

E se volesse candidarsi di nuovo in Parlamento o a premier?
Non potrà assolutamente farlo. Non potrà correre né per palazzo Chigi, né per Camera o Senato. La legge Severino, in questo, è assai rigida, il cartellino rosso durerà per i prossimi sei anni.

Quante chance ha la revisione di salvarlo cancellando la condanna per Mediaset?
Diciamo la verità, se Berlusconi è convinto del successo della revisione, Ghedini e Coppi paiono molto, ma molto più cauti. "Dobbiamo calibrare bene ogni carta, con un cliente così non si può rischiare una pronuncia di ammissibilità" dichiara Coppi. Ghedini preannuncia che dalla rogatoria di Hong Kong "sono arrivate 16mila pagine, pure scritte in cinese oltre che in inglese, dobbiamo tradurle, ci vorrà tempo". Quella revisione che, nelle parole di Berlusconi sembrava come cosa fatta, adesso si ridimensiona. Coppi pare nettamente più freddo di Ghedini ("Non sappiamo neppure se la presentiamo..."), anche se i due ci lavorano assieme, tant’è che nella borsa di Ghedini c’è la prima bozza possibile.

Quanto dura un processo di revisione?
Mesi, mesi, mesi.

Che cosa succede qualora arrivi per Berlusconi una seconda sentenza definitiva di condanna?
Sarà un vero guaio perché la legge sull’indulto del 2006 stabilisce che, in caso di nuova condanna, chi ha fruito dello sconto deve "restituirlo". I nove mesi di pena torneranno a diventare 4 anni. E a quel punto... Berlusconi potrebbe essere davvero nei guai.

DAL MATTINALE DI BRUNETTA
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“Quella sui diritti Tv è una sentenza che grida vendetta davanti a Dio e agli uomini. Il Senato, anzi, non tutto il Senato ma i nostri alleati di governo, si sono precipitati su quella sentenza per chiedere la mia decadenza”.
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“Sono assolutamente sicuro che il finale di questi ricorsi sarà il capovolgimento della sentenza con la mia completa assoluzione”.
BERLUSCONI: NON MI RITIRO IN CONVENTO, RESTO QUI
“Non ci ritireremo in qualche convento, noi stiamo qui, restiamo qui, resteremo qui”. Il Mattinale – 27/11/2013
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BERLUSCONI: COME GRILLO E RENZI COMBATTERO’ FUORI PARLAMENTO
“Nessuno di noi può stare più tranquillo sui propri diritti, sui propri beni e la propria libertà. E allora restiamo in campo. Non disperiamoci se il leader del centrodestra non sarà più senatore: ci sono altri leader di partito che non sono parlamentari e mi riferisco a Renzi e Grillo che dimostrano che anche da fuori si può continuare a battersi e combattere per la nostra libertà”.
BERLUSCONI: SINISTRA MI PORTA DAVANTI PLOTONE E BRINDA MA NON HANNO VINTO PARTITA DEMOCRAZIA E LIBERTA’
“Oggi brindano perchè sono riusciti a portare l’avversario davanti al plotone d’esecuzione: sono euforici, lo aspettavano da venti anni... ma non credo abbiano vinto la partita della democrazia e della libertà”.
BERLUSCONI: A CITTADINI DIRITTO ELEGGERE CAPO STATO
“Dobbiamo riprenderci il diritto... bisogna dare ai cittadini il diritto di eleggere il presidente della Repubblica”.
BERLUSCONI: CON CLUB FORZA SILVIO TORNIAMO TRA LA GENTE
“Ci resta un gran lavoro da fare. E come Forza Italia abbiamo deciso di tornare in mezzo alla gente da cui ci eravamo un po’ staccati”.
“Tornare tra la gente è il nuovo progetto da portare avanti fondando i Club Forza Silvio anche nei paesi più piccoli. Questi Club avranno un grande lavoro da fare: cercare persone di alto livello capaci dialetticamente di contrastare gli avversari della sinistra per non farci portare via quei voti che la sinistra ci ha portato via nelle ultime elezioni”.
BERLUSCONI: ALTRI ANDATI VIA,NOI NON TRADIREMO ELETTORI
“Altri se ne sono andati... ma noi siamo rimasti qui, siamo sicuri di essere la parte giusta, sicuri che non tradiremo mai i nostri elettori”. Così Silvio Berlusconi ha fatto un implicito riferimento ad Alfano e al Nuovo centrodestra. La folla ha rivolto un lungo buuuuu agli alfaniani e il Cavaliere ha chiosato: “Interruzione ruvida ma efficace”.
Prossimo appuntamento: “l’8 dicembre faremo un incontro per festeggiare i primi mille club Forza Silvio”.
Il Mattinale – 27/11/2013

SILVIO BERLUSCONI
27 novembre 2013 Via del Plebiscito


"È un colpo di Stato". Questa la scritta apparsa su un maxistriscione che gli organizzatori della manifestazione di Forza Italia contro la decadenza di Silvio Berlusconi da senatore avevano affisso sulla facciata dell’ingresso di Palazzo Grazioli.
Lo striscione di Forza Italia sequestrato dalla polizia

Alcuni funzionari della polizia hanno chiesto di rimuovere lo striscione per accertamenti.
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Luca D’Alessandro, deputato azzurro e capo ufficio stampa di Forza Italia, ha subito chiesto che venisse ripristinata quanto prima "la possibilità di esprimere liberamente ai manifestanti pensieri, opinioni e idee". Ma invano. L’appello è caduto nel vuoto. Tanto che è stata anche sbarrata la strada a decine di pullman impedendo ai sostenitori del Cavaliere di raggiungere via del Plebiscito

Le forze dell’ordine blindano la manifestazione di Forza Italia. Un atto di forza inaudito: nemmeno per i facinorosi No Tav o gli antagonisti più violenti vengono attuate restrizioni tanto lesive della libertà di espressione. Eppure lo striscione con la scritta "È un colpo di Stato" è stato strappato via ai manifestanti azzurri. La scritta avrebbe dovuto accogliere il Cavaliere che alle 16 interverrà sul palco allestito per l’occasione dal lato di via degli Astalli. "Abbiamo appreso - ha commentato D’Alessandro - che in spregio delle più elementari norme di libera manifestazione del pensiero e dimenticando quanto è accaduto in passato nel corso di ogni manifestazione, solerti funzionari hanno sequestrato un cartello che sarebbe stato esposto nel corso della manifestazione in sostegno di Silvio Berlusconi".
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Il deputato di Forza Italia si è augurato che "simili episodi non accadano più e che venga ripristinata quanto prima la possibilità per tutti i manifestanti di esprimere in libertà e democrazia opinioni, commenti e idee". I capigruppo azzurri, Renato Brunetta e Paolo Romani, presenteranno interrogazioni urgenti al ministro dell’Interno Angelino Alfano affinché "venga fatta piena luce su questo inaccettabile episodio".

La manifestazione contro la decadenza inizia tutta in salita. La tensione è forte. Il blitz delle forze dell’ordine è, infatti, un violentissimo attacco sia alla libertà d’espressione sia alla libertà di manifestazione.
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"La libertà di parola e di espressione è sottoposta al vaglio preventivo di qualcuno?", si chiede il deputato Daniele Capezzone. Nel Paese delle manifestazioni violente dei No Tav, degli antagonisti che bruciano bandiere, dei no global armati fino ai desti e dal volto nascosto dal passamontagna, delle vetrine distrutte e dei cassonetti infiammati, il centrodestra ha sempre organizzato manifestazioni pacifiche. "E questo faremo - ha assicurato Raffaele Fitto - non accettiamo censure preventive". "Come mai questa attenzione è prevista soltanto per le nostre manifestazioni pacifiche? Che paura hanno? - ha incalzato Daniela Santanchè - da oggi siamo in uno Stato di polizia... e da domani in un regime".