Aldo Grasso, Corriere della Sera 27/11/2013, 27 novembre 2013
GIGI D’ALESSIO SHOW MA SI SALVA SOLO LUI
Gigi D’Alessio dev’essere molto meglio di quello che appare, più interessante della sua fama mediatica: è un grande professionista, un comunicatore di disarmante semplicità («Buonasera, mi chiamo Gigi e grazie a voi nella vita canto»), capace però di un rapporto antico e solido con il suo pubblico. Eppure viene continuamente confuso con i melodici napoletani, e non sembra molto amato dall’establishment canterino. Chissà, forse a confondere le cose contribuisce non poco la sua compagna Anna Tatangelo, con quella sua prorompente voglia di proporsi come femme fatale, con quella spasmodica attenzione al look più che all’interpretazione (era così truccata da essere irriconoscibile).
«Questi siamo noi» è un sogno che D’Alessio coltiva da alcuni anni. L’aveva pensato per la Rai (un’ideale trilogia, dopo «Gigi, questo sono io» e «Tu vuo’ fa’ l’americano») ed è finito su Canale 5: alla fine l’unico che si salva è proprio lui, Gigi D’Alessio (lunedì, ore 21.21).
Il format che gli hanno confezionato Roberto Cenci e la sua schiera infinita d’autori è quanto di più tradizionale e prevedibile ci possa essere: il comico che corteggia la Tatangelo (Biagio Izzo), la star del canale (Paolo Bonolis, con un intervento che avrebbe potuto fare in qualsiasi altra trasmissione), Nord contro Sud (Pucci e Izzo), gli ospiti musicali come Kekko Silvestre dei Modà, Alessandra Amoroso, Roberto Vecchioni ed Enzo Avitabile. E infatti il momento più interessante è stato quando Gigi, armato di una chitarra, ha cominciato a esaudire le richieste di un pubblico di fans presente in studio (una soddisfazione per le ammiratrici che conoscono a memoria le sue canzoni, non un granché come apporto ideativo). Ma davvero ci vogliono dieci autori per scrivere una battuta come: «Gigi D’Alessio è come il vino doc, più invecchia più diventa buono»? La gente, come dice il poeta, quando mangia o quando canta non è mai cattiva.