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 2013  novembre 27 Mercoledì calendario

NIGELLA USAVA COCAINA E CI PAGAVA PER TACERE


Quel «diavolo» di Charles Saatchi lo aveva promesso proprio un mese fa. Agli amici si era confidato, un po’ sconsolato e un po’ minaccioso: «Sono più che mai determinato a raccontare tutta la verità che c’è dietro al mio litigio con Nigella». Passare per il marito violento e cattivo che vigliaccamente mette le mani al collo della consorte nel ristorante «Scott’s» a Mayfair, davanti al teleobiettivo di un fotografo sveglio, proprio non gli andava giù. «Ne vedremo di belle».
Charles Saatchi, re dell’arte contemporanea e uomo burrascoso, ha tirato fuori il suo asso nella manica. Per via indiretta, o bene consigliato dai legali o bene ispirato dai suoi rancori, chissà, ma in ogni caso il colpo l’ha piazzato scaricando sulla signora Lawson, la food writer e la moglie amata che gli ha sbattuto la porta in faccia per maltrattamenti, il sospetto (e anche di più) che a sconvolgerla non è stata tanto quella rissa pubblica e quella disgustosa aggressione immortalata e vera, quanto semmai l’uso smodato della cocaina, di altre droghe e di farmaci.
E così la telenovela sulla storia di Charles e Nigella ha preso all’improvviso una piega del tutto nuova perché il famoso litigio andrebbe ora letto in un chiave diversa, almeno nelle strategie difensive dell’aggressore o presunto tale. Ovvero: se l’ha svillaneggiata e attaccata è per via del suo vizio, di Nigella, con la polvere dei ricchi. Una botta non da poco per l’immagine della giornalista e scrittrice, ora alle prese con nuovi successi culinario-televisivi.
Il peggio è che la croce le viene gettata addosso per vie traverse. Il grimaldello che Charles Saatchi usa per distruggere la sua dolce ex metà porta il nome delle due sorelle italiane Francesca e Lisa Grillo al servizio della coppia glamour per parecchi anni. Lui, Charles, le ha chiamate davanti alla giustizia accusandole di averlo truffato, di avere usato le carte di credito sue e di Nigella per rifarsi il guardaroba, per comperarsi le borse di Prada e per lo shopping di lusso. Inconcepibile per due sorelle descritte da molti come «cattoliche ferventi e dalla condotta irreprensibile».
Probabilmente al gallerista delle carte di credito interessava poco (anche se le uscite pare siano state di 300 mila sterline). Interessavano invece alcune email da esibire nel processo. E una in particolare, uscita nell’udienza di ieri: la email riservata, indirizzata allo stesso Saatchi, nella quale le due sorelle Grillo sostengono che le spese pazze furono autorizzate dalla «padrona». Il patto era che loro potevano darsi alla bella vita. Una sorta di premio extra, oltre le 25 e 28 mila sterline di retribuzione già garantite mensilmente, per nascondere a Charles Saatchi il «passatempo» della consorte. Un «passatempo» che sarebbe andato avanti da un’eternità.
«Sono rimasto di sasso nel venire a conoscenza della droga». Ha detto da consumato attore Charles. Un segreto coltivato ogni giorno nell’intero arco della loro vita coniugale. Non se ne era mai accorto. Non aveva visto. Non aveva capito. Una coppia perfetta: la moglie che sniffa e si riempie di porcherie, il marito che non coglie uno sguardo di difficoltà, di pesantezza o di eccessiva euforia. Niente male per essere stati dipinti come protagonisti di un matrimonio di ferro o quasi, di una relazione scintillante e a prova di bomba. Due estranei.
Loro malgrado, colpevoli o innocenti, le sorelle Grillo, ex fedelissime collaboratrici di casa, hanno conquistato la scena principale di questa saga di salotti, di cocaina, di botte, di mondo vip allo sbando. Charles Saatchi è stato abile a trascinarle in un tribunale. Non se ne comprendeva la ragione. Ma lui l’aveva lasciato intendere e le sue parole, riportate dal Daily Telegraph proprio un mese fa, erano state premonitrici: «Nigella non ha raccontato la verità sulla lite al ristorante». Insomma, il povero Charles uscì di senno in quanto sconvolto dalla notizia che la moglie abusava di droga.
Vedremo le contromosse. Ma credere o all’uno, Charles, o all’altra, Nigella, è un esercizio complicato.
Fabio Cavalera

@fcavalera