Giovanni Gavazzeni, il Giornale 27/11/2013, 27 novembre 2013
ROSANNA CARTERI, SOPRANO CHE ILLUMINÒ LA SCALA
Non dimenticare chi ha contribuito alla storia di una delle nostre maggiori istituzioni culturali il Teatro alla Scala- è un merito sempre lodevole. Auspice la Veneranda Fabbrica del Duomo, Milano ha salutato con affetto Rosanna Carteri, soprano protagonista di tanti spettacoli lungo gli anni cinquanta e sessanta (secolo scorso), non solo nel massimo teatro milanese - che allora era anche un faro nel consacrare il talento. L’occasione è stata la presentazione della biografia di Paolo Padoan, Rosanna Carteri. Il fascino di una voce (Marsilio), un incontro condotto con garbo da Armando Torno, cui spettava anche la prefazione del libro. Una carriera singolare quella della Carteri. Bruciò i tempi, debuttando diciottenne in sostituzione di una collega della grandezza di Renata Tebaldi, e nientemeno che in un’opera come il Lohengrin al Teatro dell’Opera di Roma. E si ritirò nel ’65. Oltre alle indubbie doti, aveva avuto i maestri e i consiglieri giusti: per primo Ferruccio Cusinati, storico maestro del coro areniano, e poi il sovrintendente Pino Donati e sua moglie, la celebre soprano Maria Caniglia, entrambi suoi grandi sostenitori. Quando arriva l’audizione decisiva alla Scala in sala c’è Toscanini,che salein palcoscenico per complimentarsi a suo modo: accompagnandola al piano le predice quanto poi avverrà, un radioso futuro.
Un critico di riferimento, Eugenio Gara, l’ascolta nella Bohème (1952),direttore il sommo De Sabata. La serata consacra l’astro tenorile di Giuseppe Di Stefano, e Gara aggiunge: «La giovanissima Rosanna Carteri: 22 anni e uno smalto, una musicalità che le consentono di bruciare rapidamente tappa su tappa». Ritagliarsi uno spazio al tempo della Callas e della Tebaldi, accanto a giovani colleghe come Antonietta Stella o Renata Scotto, sono segni ulteriori di autentica e duratura «classe».