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 2013  novembre 27 Mercoledì calendario

UN SECOLO DI CARTA NELLE NOSTRE CASE


Topolino, Monopoli, Mandrake , Li’l Abner, Flash Gordon, e poi tanti libri, uno fra tutti Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry in inglese. Achille Mauri, oggi presidente di Messaggerie Italiane, ancora ricorda l’eccitazione per quel baule arrivato dall’America nel primo dopoguerra, spedito dal padre Umberto e dallo zio Valentino Bompiani. Ma la storia di Messaggerie Italiane, primo distributore italiano, inizia molto prima. Un secolo di vita, dalla fondazione nel 1914 per mano di Giulio Calabi a oggi, raccontato nei dettagli, e con illustrazioni d’epoca, nel libro Cento anni di futuro. Storie delle Messaggerie italiane, di Vittore Armanni (in uscita il 5 dicembre per Garzanti). È Bologna, facilmente raggiungibile dalle capitali dell’editoria (Milano, Firenze, Torino), la sede scelta da Calabi per una società che voleva soprattutto colmare un vuoto nella filiera editoriale italiana. Permettendo a libri, giornali e riviste, anche grazie alla creazione della prima rete di librerie (Librerie Italiane Riunite), di raggiungere capillarmente città e paesini in un’Italia dall’analfabetismo diffuso. Tramite Messaggerie arrivavano dall’estero giornali come Le Figaro, Le Matin, Paris Soir, Daily Mail, Daily Telegraph, The Times, New York Times, mentre i nostri periodici finivano a Londra, Parigi, Costantinopoli, Alessandria d’Egitto, Bucarest. Un lavoro di sprovincializzazione e internazionalizzazione che si fa sempre più difficile durante il regime fascista e spinge presto Calabi, ebreo, a decidere di lasciare l’Italia – lo farà nel 1929 con la figlia Serena e suo genero Franco Modigliani. Prima, però, deciderà di affidare le sorti di Messaggerie nelle mani di Arnoldo Mondadori e Umberto Mauri. Al primo venderà, nel 1938 in Svizzera, la società, con l’impegno a cedere quote a Umberto Mauri e soprattutto una clausola che gli avrebbe consentito di riscattare la sua impresa rientrato dalla guerra. Non lo farà mai, o meglio lo farà per rivendere subito Messaggerie a Hachette, con cui ha da sempre rapporti, perché è deluso da un’Italia attraversata nel dopoguerra da qualunquismi e rigurgiti neofascisti. Grazie al sostegno del mecenate Raffaele Mattioli, banchiere della Banca commerciale italiana, e di Enrico Cuccia, già in Mediobanca, Messaggerie arriva nelle mani dei Mauri tramite un accordo di cui si fanno garanti Umberto Mauri – che poi acquisirà la maggioranza – Valentino Bompiani, Arnoldo Mondadori e Mario Gasbarri (Alleanza Assicurazioni). La storia continua con il passaggio del gruppo, dopo la morte prematura di Mauri nel 1963, nelle mani del suo quartogenito Luciano, che scorporerà la società in vari rami – nel 1983 diventa una holding – ma soprattutto creerà, alla fine degli anni 60 e grazie al rapporto con Ibm, un centro di elaborazione dati al-l’avanguardia, in grado di fornire servizi avanzati agli editori. L’altro salto sta nella decisione di Messaggerie di entrare nel capitale dell’editore Longanesi. Con l’arrivo di Mario Spagnol da Rizzoli, che lancia autori come Wilbur Smith o Patrick Süskind, nasce il gruppo Longanesi, che diventerà nel 2005 Gems, dalla fusione di Longanesi guidata da Stefano Mauri e Salani di Luigi Spagnol. Acquisiscono varie sigle editoriali e marchi da rilanciare, come Boringhieri e Salani (che fa il boom con Harry Potter) o del tutto nuovi, come Chiare Lettere o Tea. Oggi produce il 22% del fatturato di Messaggerie e rappresenta il terzo gruppo editoriale italiano, con la prima libreria online, Ibs: “Chi pensa al distributore come uno che sposta pacchi– spiega Vittore Armanni – deve ricordare che chi fa questo lavoro è cosmopolita per natura: Calabi già nel 1918 è in Austria a riallacciare rapporto con ciò che resta dell’impero”. Per non parlare dell’insofferenza vero l’autarchia fascista, la censura democristiana – Luciano Mauri fu addirittura arrestato nel 1978 per aver distribuito periodici per adulti – o le leggi bavaglio dei governi Berlusconi. Durante il corso del secolo, poi, la famiglia Mauri ha tessuto relazioni con grandissimi autori: da Pirandello, a Pasolini, compagno di classe dell’artista Fabio Mauri, fino a Ottiero Ottieri, marito di Silvana Mauri”. Ma com’è cambiato oggi il ruolo del distributore, ai tempi dell’eBook e delle grandi librerie online? “Tra editori e librai online c’è sempre il distributore di mezzo – spiega Stefano Mauri, presidente di Gems – oggi il problema sta nell’iva diversa che paga una libreria online in Italia rispetto a una che ha sede in Lussemburgo. E poi ci sono i distributori che censurano i contenuti. Come Apple, che si è rifiutata di distribuire il libro di Peter Øvigs Knudesn, autore danese vincitore di premi, solo perché contiene immagini di hippies nudi”.