F. C., La Stampa 26/11/2013, 26 novembre 2013
“SONO OSSESSIONATA DALLE PAROLE VORREI RACCONTARMI FINO ALL’ULTIMO”
L’Accademia d’Arte Drammatica non l’aveva voluta e dopo, una volta arrivata a Roma, decisa a fare l’attrice, Piera Degli Esposti è stata tante volte scartata ai provini: «Mio padre ha continuato per anni a scrivere lettere all’Accademia chiedendo di conoscere il motivo per cui non mi avevano presa. Era una cosa che lo aveva molto addolorato. Ma io ho un carattere tenace e paziente, non ho mai dubitato del mio talento». Il motivo per cui i registi non le affidavano i ruoli, lo aveva capito da sola: «Erano abituati a quelle donne composte, quelle che recitavano con i fiori intorno al palcoscenico...io al contrario ero una duellante, sempre in movimento, e questo non andava bene. E poi recitavo tenendo le parole ben staccate una dall’altra, ma la scansione, allora, non era ancora accettata...». L’unico che, prima di tutti, capì, fu Eduardo De Filippo. Dopo averla vista in palcoscenico disse «questo è ’o verbo nuovo».
Festeggiata, ieri al Tff, con il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera e con la proiezione del documentario di Peter Marcias Tutte le storie di Piera, l’attrice indomita di tanto cinema, teatro e tv, racconta come ha tenuto testa ai registi più esigenti, superando prove complicate e uscendone fuori sempre magnifica, sempre la migliore, sempre la più applaudita: «Mi ha tenuto in equilibrio la forza della mia identità. Sono una che ha bisogno di affetto, tanti registi si sono stupiti, avevano di me una visione autoritaria, invece hanno capito che, prima che con un’attrice, avevano a che fare con una persona».
Nel bel documentario di Marcias, tra immagini rare, spezzoni di film e pezzi di teatro, scorrono i ricordi dei fratelli Taviani e le interviste agli autori che l’hanno diretta, Nanni Moretti, Giuseppe Tornatore, Paolo Sorrentino. Il filo conduttore è la voce inimitabile della protagonista, capace di svelarsi con innocenza sfrontata, senza veli, senza paura: «Quando ho fatto Bisturi la mafia bianca, il regista, Luigi Zampa, mi diceva che ero una ragazza con la faccia da cinema. Secondo Pasolini somigliavo a Alberto Sordi e, quando ridevo, sembrava che piangessi».
La verità, dice Degli Esposti, è «che io ero un’attrice fatta in casa, mi sono inventata un metodo da matta e solo dopo 20 anni mi hanno capita, ho avuto il mio riscatto». Con altri, invece, il filo dell’intesa è stato subito allacciato, e non si è più spezzato: « Era un uomo infernale - dice Piera parlando di Marco Ferreri - e a me l’inferno piace molto. Era anche un uomo di grande erotismo, ironico, sarcastico, impossibile non esserne attratta».
[F. C.]