Teresio Asola, La Stampa 26/11/2013, 26 novembre 2013
DOVE SONO I VECCHI IN CINA?
In Cina finalmente si è detto basta al figlio unico. Ma adesso mi piacerebbe sapere dove sono i 500 milioni di anziani. Almeno a giudicare da ciò che ho visto la scorsa estate nella Terra di Mezzo. Tramonto, ora dell’ammainabandiera in piazza Tienanmen a Pechino. Ragazzi a sciami. Un papà si avvicina con un telefonino. Indica sua figlia, poi mio figlio di 12 anni; chiede se può fotografarli insieme. Ma certo che può. La ragazzina si accosta a Giacomo, gli scuce un sorriso che chiude quando lei gli sfiora un ricciolo. Altra bambina, stessa scena. Un minuto e siamo circondati da flash e sorrisi grandi come il mondo. Poi, a Badalin, un gruppone di ragazzini sulla Grande Muraglia brulicante di turisti ci prende d’assalto armato di sorrisi, smartphone e i voglia di parlare. Una ragazzina del Sichuan spalanca gli occhi stupiti perché le dico che io so dov’è quella Provincia «really you know Sichuan?». Sì, e anche Chengdu, la tua città. Ride, mentre gli altri ragazzini ci fotografano e ci chiedono la provenienza augurandosi a gran voce di poter vedere l’Italia. Uno di loro ci vuole fare un regalo. Devo accettare. Una medaglietta di latta con un Buddha.
Pochi giorni dopo a Pingyao nello Shanxi. Il cielo non è lattescente come sempre, ma sulle mura il sole picchia d’inferno. È «piao liang», bello, dice indicando il cielo il giovane Xiaolong. Sul selciato bollente della via pedonale che parte dalla Porta Occidentale di questa città antica, risuonano lievi i passi dei turisti cinesi. Uno stuolo di ragazzi seduti sul marciapiede disegnano particolari architettonici. Così trascorrono le vacanze, in Cina. Un giovane maestro dà consigli. Tutti tacciono e lavorano, qualcuno ci sbircia di sottecchi. Un bambino ci avvicina. «Hello, can I take a picture at you?» Certo, che puoi farci una foto. Come a piazza Tienanmen, come a Badalin. Una schiera di bambini. Ma dove sono i vecchi in Cina? Ne ho visto qualcuno la mattina su nel parco Jingshan a Pechino (chi faceva ginnastica, chi danzava), e praticare Tai-chi nell’isola pedonale attorno alla stazione della metro di Jing’an Temple a Shanghai. E poco più.
Direttore d’azienda e scrittore, Torino