Annamaria Messa, la Repubblica 26/11/2013, 26 novembre 2013
VIA QUELLA NEBBIA DAVANTI AGLI OCCHI BOOM DI INTERVENTI
Diventano più sofisticati e precisi gli strumenti per rimuovere il cristallino naturale opacizzato dalla cataratta, inserire la lente artificiale intraoculare (IOL), ridare la vista. È l’operazione più frequente: nell’ultimo anno oltre venti milioni di interventi nel mondo, circa 500 mila in Italia.
Normalmente si usa con buoni risultati la facoemulsificazione: un bisturi a ultrasuoni frammenta il cristallino opacizzato vibrando a velocità ultrasonica e un sistema di lavaggio e aspirazione rimuove i frammenti. Una nuova strada si è aperta da 3 anni con il femtolaser già utilizzato per miopia, ipermetropia e astigmatismo e messo a punto anche per la cataratta dalla Stanford University School of Medicine (Usa). Una Consensus Conference durante il 35° Congresso Internazionale Chirurgia della Cataratta e Rifrattiva, a Milano lo ha ora definito la nuova tecnica d’elezione.
«Consente di operare senza lame o altri strumenti taglienti, rende alcune fasi operatorie indipendenti dall’abilità o dall’errore del chirurgo, un decorso operatorio e postoperatorio più semplice, una guarigione più veloce. Lo specifico laser ha un tomografo a coerenza ottica, una specie di Tac ad alta definizione che controlla in tempo reale spessore della cornea, dimensione e forma del cristallino, capsula da incidere e asportare. Con impulsi laser di miliardesimi di secondo esegue la piccola incisione di accesso e frammenta la cataratta, vaporizza (ma non elimina del tutto) il tessuto da asportare riducendo l’utilizzo della sonda ad ultrasuoni che, comunque, è ancora necessaria», spiega Lucio Buratto, presidente del congresso e di Aiccer, Associazione Italiana Chirurgia della Cataratta e Rifrattiva, direttore di Camo, Centro Ambrosiano Oftalmico, primo a introdurre il femtolaser in Europa occidentale.
«La rivoluzione in questo campo chirurgico è oggi rappresentata dalla robotica e dal laser a femtosecondi guidato da computer che realizza in modo automatizzato le fasi più delicate dell’intervento. Con questa luce laser è possibile eseguire microincisioni corneali predeterminate per ampiezza e geometria del taglio, riducendo l’induzione di un astigmatismo corneale post-operatorio o correggendo al tempo stesso l’astigmatismo preesistente, riducendo al minimo o eliminando definitivamente gli occhiali», conferma Leonardo Mastropasqua, direttore Oftalmologia e del Centro di Eccellenza in Oftalmologia, Università D’Annunzio, Chieti-Pescara, prima e unica struttura pubblica in Italia dotata di laser a femtosecondi per la cataratta. Non è altrettanto convinto Emilio Balestrazzi, Università Cattolica Sacro Cuore, Oftalmologia Policlinico Gemelli, Roma. Osserva: «Per ora non vedo un vero vantaggio per i pazienti. Al Gemelli nel 2005 abbiamo introdotto per primi tra le strutture pubbliche il femtolaser per la chirurgia corneale e i difetti refrattivi e va benissimo ma per la cataratta non sappiamo quanto il gioco valga la candela. Si tratta di fare con il laser due, tre tempi che un oculista esperto può ben fare manualmente: incisione della cornea, capsuloressi, cioè l’apertura circolare continua nella capsula anteriore del cristallino e spappolamento del cristallino. Il resto va sempre fatto chirurgicamente spostando il paziente dal femtolaser al microscopio operatorio, continuando ad aspirare i frammenti come si fa ora con gli ultrasuoni prima di inserire attraverso l’apertura il nuovo cristallino. Con costi molto maggiori e tempi più lunghi: 30/45 minuti l’intervento con il femtolaser, 10 minuti un quarto d’ora con la facoemulsificazione. Il progresso ci dirà se orientarci verso questa metodica, ora è utilizzata solo dal 5% degli oculisti e non è quindi esatto chiamarla tecnica d’elezione».
Le tecnologie col bisturi di luce intanto si moltiplicano, ad Amsterdam nel congresso Escrs, European Society of Cataract & Refractive Surgeons è stato lanciato un nuovo sistema per gli interventi di questa patologia. Con innovative lenti intraoculari molti pazienti possono liberarsi anche dagli occhiali sostituendo la lente naturale opacizzata. Ma solo il 60% degli occhi è pienamente compatibile con questo tipo di chirurgia. Indispensabili mani specialistiche esperte e un’attenta e seria selezione dei pazienti.