Beatrice Borromeo; Valeria Pacelli, Il Fatto Quotidiano 27/11/2013, 27 novembre 2013
I MISTERI DI LADY APPLEBY, SUPER TESTIMONE A SCOPPIO RITARDATO
A scoppio ritardato, Silvio Berlusconi scopre una testimone chiave che dovrebbe scagionarlo dalla condanna Mediaset. Tira in ballo un “personaggio di alto livello” di cui il Cavaliere ha letto l’altroieri l’affidavit che dovrebbe far riaprire il processo. Si chiama Dominique O’Reilly Appleby, storica socia di Frank Agrama. Non solo socia, a quanto pare. Ieri sera, il sito Giustiziami.it ha rivelato che la donna, che risulta sposata con l’imprenditore Micheal J. Appleby, avrebbe avuto una leason clandestina con Agrama, il mediatore dei costi gonfiati per i diritti tivù. Una relazione, insomma, terminata – stando sempre alle notizie riportate sul sito e poi subito rimosse – in un momento molto conveniente per l’ex premier, tanto da trasformare Appleby in una super testimone. Che adesso punta il dita proprio contro il suo ex datore di lavoro: “Posso affermare che non c’è stato nessun pagamento di Agrama, Gordon e Lorenzano a Berlusconi”, il quale “non era stato informato del sistema organizzato per spartirsi i profitti dai prezzi Paramount”. Un’altra vicenda controversa che si aggiunge a quell’idendità – già poco candida – della donna. Stando al suo profilo LinkedIn, la signora Appleby avrebbe esperienza in ogni campo: dalle start up alla Finanza, da investimenti a negoziazioni fino al settore di consulente per strategie business. Attualmente lavora per la Norman Alex, una compagnia con sede nel Principato di Monaco.
DAL DICEMBRE 2012 – scrive Appleby – sarebbe “partner” del gruppo, che si occupa principalmente di ricerca corporativa. Ma la notizia non pare accurata: “É vero, abbiamo un rapporto di lavoro con la signora Appleby – conferma un dirigente di Norman Alex al Fatto – però è una semplice consulente indipendente, che in questo momento si trova in viaggio all’estero”. Tanto basta per sapere che Appleby è tornata in Europa, dopo una carriera decollata in California, a Los Angeles. Tra il 1989 e il 1996 risulta infatti presidente della casa di produzione Harmony Gold Usa, società di distribuzione e produzione televisiva fondata nel 1983 proprio da Frank Agrama.
Ma, sostiene l’ex premier, solo “nel 2013, avendo saputo del rinvio a giudizio di Berlusconi”, la manager avrebbe chiesto di parlare con i legali, senza riuscirci. Secondo il Cavaliere, Appleby avrebbe avuto addirittura uno shock sapendo “che Agrama e Berlusconi erano stati incriminati in un caso giudiziario in corso d’indagine in Italia”, e questo – assieme a un’indagine del fisco americano sullo stesso Agrama – l’avrebbe convinta a parlare proprio ora. Strano però che la manager sia venuta a conoscenza così tardi della condanna definitiva di B. Già nel 2007, infatti, Appleby e Agrama avevano presentato un ricorso contro la rogatoria elvetica che chiedeva chiarimenti sul conto “Ragtime/Gander” presentata dal pm (e titolare dell’inchiesta) Fabio De Pasquale. L’avvocato che allora seguì la pratica, Luca Marcellini, con studio a Lugano, contattato dal Fatto si è rifiutato di rilasciare dichiarazioni. Ma il nome della Appleby compare anche nelle carte dell’inchiesta Mediaset, come - un esempio - nella relazione Kpmg in cui la donna risulta essere intestataria di 4 milioni di euro di soldi di Agrama. Che non sapesse dell’inchiesta è difficile da credere.