Anna Maria Greco, Il Giornale 26/11/2013, 26 novembre 2013
ECCO LE NUOVE PROVE CHE FARANNO RIAPRIRE IL PROCESSO MEDIASET
Roma Un triangolo: il mediatore di diritti tv Frank Agrama, che compra a basso costo dal suo amico e responsabile vendite Paramount Bruce Gordon e, con alto margine di profitto, vende al manager acquisti di Mediaset Daniele Lorenzano.
«Uno schema perfetto per distrarre denaro» nel passaggio di film tra major americana e gruppo del Biscione, che diventa semmai la vittima del gioco.
Lo spiega Silvio Berlusconi, nella conferenza stampa nella nuova sede di Fi. Porta le carte americane per dimostrare la sua estraneità a questo disegno e chiedere alla corte d’appello di Brescia la revisione del processo Mediaset, con la condanna a 4 anni per frode fiscale.
Il Cavaliere legge parola per parola la prima di 12 testimonianze, 7 nuove e le altre già proposte ai giudici ma respinte che, dice, lo «scagionano completamente ». È l’ affidavit in cui l’ex ad del gruppo Agrama Dominique Appleby scrive: «Berlusconi non ha mai ricevuto nessun pagamento da Agrama, Gordon o Lorenzano‚ né da qualsiasi altra persona loro connessa. Non ha mai partecipato allo schema da loro ideato per spartirsi i profitti ». E dunque, Agrama non sarebbe «socio occulto» del Cavaliere, che non avrebbe avuto vantaggi dalla triangolazione. Piuttosto, ci potrebbe essere stata ai suoi danni quella truffa considerata «inverosimile» dai giudici.
La Appleby è stata interrogata dal fisco Usa, che prepar a u n a causa contro Agrama e altri, per una grossa evasione fiscale. L’United States Revenue Service Investigation l’ha ascoltato tre volte, tra febbraio e giugno 2013.
«Le persone di Paramount - afferma lei nella testimonianza giurata già trasmessa alla procura di Milano, - pensavano che Agrama rappresentasse Mediaset, Mediaset pensava che rappresentasse Paramount. Ho partecipato a diverse cene in cui loro scherzavano su quanto stessero diventando ricchi con quel sistema. Ma che Berlusconi abbia ricevuto qualche beneficio è totalmente falso».
Finora la Appleby non è comparsa nel processo Mediaset. Tra l’’89 e il ’96 presidente della Harmony Gold Real Estate Finance, Harmony Gold Film Finance, Harmony Gold Finance, membro del board del Trinity College e titolare di altri importati incarichi, viene definita dal Cavaliere una «persona di livello». Era lei a controllare per Agrama conti bancari e pagamenti e ora giura di non aver «mai visto bonifici » intestati a Berlusconi. Né di averlo mai incontrato, aver assistito a telefonate o fax che rivelassero un suo ruolo delle operazioni sui film. Racconta di aver saputo solo recentemente dell’andamento dei processi del leader di Fi e, tra «shock» e «sconcerto », di aver appreso a giugno che era accusato,scrive,di«un crimine che sapevo bene non aveva commesso».La Procura di Milano si affretta a precisare che, comunque, dal 2007 lei era a conoscenza dell’inchiesta. È solo l’inizio della battaglia per la revisione, perché stanno arrivando, spiega il Cavaliere, altre carte da Svizzera e Irlanda. Quest’ultima, ha raccontato proprio ieri con curioso tempismo il Corriere della Sera , è finita sotto accusa da parte di Eurojust per i 7 anni di ritardo per la rogatoria su Agrama. Ci sono anche 15 mila documenti da Hong Kong, spiega Berlusconi, che confermano tutta la ricostruzione.
Poi conclude: «Credo che questa testimonianza, come le altre 11, smentiscano alla base quello che ha deciso il collegio feriale della Cassazione. Andrò fino in fondo sulla revisione del processo e sul ricorso alla Corte Europea per i Diritti dell’uomo: devo uscire da questo attacco per quello che sono, un cittadino esemplare».