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 2013  novembre 25 Lunedì calendario

I COMUNI HANNO IL QUADRUPLO DEI PALAZZI


Fra le fonti sui beni dello Stato e degli enti locali ce n’è una nascosta, ma preziosa: il rapporto Astrid «Valorizzazione e privatizzazione del patrimonio pubblico» del settembre 2013, firmato fra gli altri da Giuliano Amato, Franco Bassanini ed Edoardo Reviglio, Connette informazioni ieri scollegate e rivela il peso crescente di comuni e regioni.
Sono almeno 3.458, dice in base a stime Kpmg su bilanci 2012, le aziende non quotate partecipate direttamente dagli enti locali: valgono fra i 19,9 e i 20,49 miliardi. Per capirsi, più delle quotate del Tesoro (partecipazione diretta, senza Cdp), cioè Eni, Enel, Finmeccanica e Stm, che nel rapporto sono valutate fra gli 11,8 e i 14 miliardi.
Le quotate degli enti locali invece sono dieci (Anas, Hera, Acea, Iren, Ascopiave, Ferrovie Nord Milano, Acsm-Agam, la Save dell’aeroporto di Venezia, l’Aeroporto di Firenze spa, la Sat dell’Aeroporto Toscano) e valgono intorno ai 3,8 miliardi (la stima è sul valore di Borsa medio nei tre anni precedenti il 28 marzo 2013). Il valore più alto è della milanese-bresciana A2A (1,3 miliardi), il più basso (7 milioni) dell’Aeroporto di Firenze. Ma quel che più pesa è il patrimonio immobiliare, dove le amministrazioni pubbliche con una cifra fra i 240 e i 320 miliardi scavalcano di quattro-cinque volte lo Stato (60 miliardi circa). Di questo «tesoro del mattone» (il cui 27% è considerato vendibile) la metà è in mano ai comuni (120-167 miliardi), il 10% circa alle province (24-33 miliardi) e il 2% alle regioni (5-7 miliardi).
Il resto è di enti previdenziali, Asl, università, camere di commercio, unioni di comuni e comunità montane.