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 2013  novembre 26 Martedì calendario

CAZZOLA, ECCO PERCHÉ LASCIO SC


L’ex sindacalista della Cgil, esperto di previdenza e Stato sociale, poi parlamentare Pdl, Giuliano Cazzola, spiega perché lascia Scelta Civica, analizza senza fare sconti gli atti di Mario Monti e motiva la decisione di aderire al Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.

Domanda. Giuliano Cazzola, dunque si è dimesso da Scelta Civica?

Risposta.

Sì, mi sono dimesso dagli incarichi locali enazionali ricoperti in Scelta Civica e ovviamente ho lasciato anche il partito. L’ho fatto in amicizia, ribadendo la mia stima a coloro che avevano collaborato con me in questi mesi.

D. Perché ha lasciato Scelta Civica?

R. Io avevo seguito Scelta Civica per la fiducia che riponevo in Mario Monti, il quale è stato certamente un grande presidente del Consiglio, ma ha dimostrato di essere un leader politico stizzoso e permaloso, sempre sul punto di prendere cappello e andarsene. Come poi ha fatto dopo molti andirivieni.

D. Com’è stato il suo rapporto con Mario Monti?

R. Io ero un sostenitore del governo Monti; quando il 6 e 7 dicembre il Pdl gli tolse la fiducia io continuai a votare a favore. In seguito, quando Monti mi chiese di far parte della sua squadra, accettai senza avere nessuna certezza di essere eletto come poi avvenne. In questi mesi ho fatto il possibile negli incarichi che mi sono stati affidati. Quindi me ne vado restituendo interamente ciò che mi è stato dato. E non ho negoziato nulla con il Nuovo Centrodestra.

D. Si vociferava che lei avrebbe aderito ai Popolari di Mario Mauro_

R. Non ho aderito alla formazione dei Popolari che avevano lasciato il partito in occasione dell’assemblea nazionale del 15 novembre. Ho trovato la loro linea di condotta non corretta sul piano dei comportamenti e ambigua sul piano politico quando si definiscono competitivi con la sinistra e «degasperianamente alternativi alla destra». I Popolari in Europa sono alternativi ai socialisti anche quando le circostanze li portano a fare patti con loro.

D. E perché ha preferito il Nuovo Centrodestra di Alfano?

R. Se gli avvenimenti del 16 novembre 2013 si fossero verificati nel Pdl un anno prima (e i tentativi ci furono) io non sarei mai uscito da quel partito. Oggi sono venuti a mancare due aspetti per me preclusivi: la leadership ingombrante e impresentabile di Silvio Berlusconi e la sua politica populistica e antieuropea. So che il cammino non è facile e che le ricadute sono dietro l’angolo, ma se il progetto di Alfano (che intanto va avanti) avrà successo sarà un bene per la democrazia.

D. Quali sono stati gli errori commessi da Scelta civica?

R. Tanti. Ha passato mesi a discutere del suo rapporto con l’Udc come se fosse la causa dei suoi problemi. Poi da ultimo Scelta civica non ha colto la novità insita nella scissione del Pdl, si attarda a difendere una identità solo presunta, soltanto perché le sue componenti possono stare insieme soltanto nell’immobilismo delle non scelte. Peccato perché questo movimento ha saputo coinvolgere personaggi di grande valore. Tutti però credevano di avere nello zaino il bastone da ministri. E un partito non può essere fatto solo da ministri in pectore.