Cesare Maffi, ItaliaOggi 26/11/2013, 26 novembre 2013
PRIVATIZZAZIONI POI PUBBLICIZZATE
L’emendamento presentato da Sel, firmato pure da Pd, M5S e Fi e passato con votazione trasversale nella commissione Bilancio del Senato, a proposito dell’isola di Budelli in Sardegna, da sé solo indica come in Italia sia impossibile pensare a vere privatizzazioni e, parallelamente, a ridurre davvero il debito pubblico.
L’isola è ritenuta un vanto di bellezza naturale: mezzo secolo fa venne usata da Michelangelo Antonioni per alcune riprese di Deserto rosso (film tanto celebrato quanto tediosamente insopportabile) in grazia della peculiare sabbia rosa che l’ha resa celebre. Andata all’asta al Tribunale di Tempio Pausania a conclusione di un procedimento fallimentare, Budelli era stata aggiudicata, in ottobre, a un banchiere neozelandese, per circa tre milioni di euro. Ne erano derivate pesanti polemiche, con ripetuti inviti al Parco nazionale dell’arcipelago di La Maddalena perché esercitasse la prelazione. Il presidente del Parco, Giuseppe Bonanno, aveva rivolto un appello a tutti i colleghi presidenti di parchi nazionali, regionali e delle aree marine protette del Paese proprio «per salvare l’isola di Budelli dalla cessione al nuovo proprietario neozelandese». Si noti il verbo: «salvare»: quasi che un proprietario privato potesse danneggiare, contaminare, uccidere l’isola. «Sottoscrivere la campagna per l’esercizio del diritto di prelazione sull’acquisto dell’isola di Budelli» aveva dichiarato Bonanno, «significa aderire ad una battaglia di principio per acquisire al patrimonio pubblico un bene identitario, simbolo del parco stesso».
L’isola è sottoposta a numerosi vincoli, compreso quello di calpestio. Dunque, non ci sarebbero possibilità, per il nuovo proprietario, di «sfruttamento» o perfino di minimo utilizzo. Budelli resterebbe com’è, sia con un proprietario pubblico sia con un proprietario privato. È adesso autorizzata, dopo il voto in commissione senatoriale, la spesa di tre milioni, per esercitare il diritto di prelazione. Il banchiere neozelandese resterà, quindi, senza la proprietà della spiaggia rosa, che andrà allo Stato, impoverito di tre milioni di euro. In luogo di privatizzare, si pubblicizza.
Che cosa muterà, attraverso la prelazione? Nulla quanto a condizione di Budelli: vincoli c’erano, vincoli resteranno. Non si poteva costruire, non si potrà costruire. Tutto rimarrà come se l’isola venisse aggiudicata al vincitore dell’asta, con una sola differenza: l’impoverimento dell’erario, che dovrà sborsare tre milioni soltanto perché populisti, demagoghi e sostenitori dei «beni comuni» possano essere appagati nelle loro smanie «di principio», come predicava il presidente del Parco. Le condizioni dell’isola miglioreranno, con una proprietà pubblica? C’è di che dubitarne. Da noi a parole si vorrebbe dare spazio ai privati, di fatto si considerano brutali speculatori da stroncare, facendo in modo che lo spazio pubblico non si riduca mai. E anche il debito.