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 2013  novembre 23 Sabato calendario

PERISCOPIO


Gesù disse ai suoi accusatori: chi è senza mercato, scagli la prima pietra. Maurizio Crippa. Il Foglio.

Se Ruby non si fosse fatta pagare, sarebbe pure cretina. Jena. La Stampa.

Se voglio ritornare a fare il sindaco? Voglio solo essere utile a Napoli. Certo, il fatto che se ne parli avendo un sindaco, De Magistris, in carica da appena due anni e mezzo, è segno che le cose vanno male. Antonio Bassolino. Corsera.

Vedrà, vedrà, Bassolino correrà da sindaco e io contro lui! Basta che mandiamo via quello di adesso, De Magistris, che è un pericolo pubblico. Amedeo Laboccetta, leader postfascista napoletano. Corsera.

A leggere la grande stampa, Alfano è una sorta di nuovo De Gasperi che ci regalerà un centrodestra normale, moderato, liberale, europeo. Per non parlare di Schifani, cui già, quand’era presidente del Senato, furono eretti memorabili monumenti di saliva. Tutti hanno già dimenticato che questi due signori hanno prestato il loro nome e la loro eventuale faccia a tre leggi, o «lodi», poi dichiarate incostituzionali dalla Consulta: il lodo Schifani per impunità delle cinque alte cariche dello stato (cioè B.), il lodo Alfano per l’impunità delle quattro alte cariche dello Stato (cioè di B.), il legittimo impedimento di Alfano per l’impunità del premier e dei suoi ministri (cioè di B). Ora, questi due impuniti, vengono a raccontarci che B. deve scindere le sorti dei suoi processi da quelle del governo. E trovano pure qualcuno che li prende sul serio, anziché risate e pernacchie. Marco Travaglio. Il Fatto Quotidiano.

La procura torinese ha aperto un fascicolo contro ignoti per la fuga di notizie sul caso Cancellieri. Quando uno dei «soliti ignoti» di qualsiasi procura italiana verrà scoperto e perseguito, andrò a piedi da Roma al Santuario del Divino Amore. Michele Magno. Il Foglio.

Berlusconi si è convinto di una cosa: Renzi sembrava meglio di ciò che poi si è rivelato. Giovane di talento e grande comunicatore, all’inizio. Cinico, opportunista e con poco contenuto, oggi. Diceva di voler battere Berlusconi alle urne e poi, nel Pd, ha fatto la battaglia per la decadenza. Questo, il presidente, non se lo può scordare. Giovanni Toti, direttore di Studio aperto e del Tg4 del post Emilio Fede. Corsera.

La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità, è l’anticamera del Khomeinismo». Claudio Martelli, Ricordati di vivere. Bompiani.

Renzi e Letta sono due giovani dioscuri della tradizione democristiana. Grazie a loro, forse, potremmo assistere allo scioglimento dell’ultimo grumo storico dei comunisti italiani. O alla rinascita di una Dc un po’ più di sinistra. Claudio Martelli. Sette.

«Qui si parla di falchi e di colombe e in questo zoo io sarei la iena», teorizza Francesca Pascale, attuale compagna di Silvio Berlusconi, rispondendo a chi la accusa di aver preso il comando di casa Berlusconi, scacciando via per sempre api regine e farfalline svolazzanti. Aldo Grasso. Sette.

Un aspetto inquietante del comunismo italiano, poi ereditato dalla classe dirigente Pci-Pds-Pd, è l’attitudine alla menzogna sistematica. L’ultimo caso è il Monte dei Paschi di Siena. Ci vogliono far credere che si è trattato di un episodio periferico. Ma tutti sanno che nessuna decisione sull’Mps poteva essere presa all’insaputa della segreteria nazionale del Pd. Claudio Martelli. Sette.

Noi monarchici andiamo d’accordo più con gli anarchici che con i democratici, specie nel tempo in cui la democrazia si manifesta finalmente come dittatura della maggioranza. Alvaro Mutis. Il Foglio.

Da bambina facevo la vendemmia con gli amici mezzadri e si cantava tutti assieme e respiravo l’odore della mia terra e quanto mi mancava quell’odore quando vivevo a Milano. Gianna Nannini. Corsera.

La scuola non è tutto, non dovrebbe insegnare tutto, né tanto meno creare una nuova antropologia. C’è la società (almeno si spera ci sia). Non tutta la cultura può e deve entrare nella scuola. A scuola si può prescrivere di studiare, non in che cosa credere o non credere. Per esempio, molti musicisti e musicologi sono contro l’insegnamento della musica come materia scolastica obbligatoria, perché ritengono questo una minaccia alla vera passione e alla libera scelta. A scuola eviterei anche la letteratura contemporanea. Qualche libro sì, ma pochi. Niente obbligo. Molte cose vanno scoperte per conto proprio, quando se ne ha bisogno. Alfonso Berardinelli. Il Foglio.

Diceva Giovanni Urbani, grande maestro di storia dell’arte, che alla nostra epoca non è dato avere un nuovo Michelangelo. A noi è dato però il dominio della tecnica la quale ci permetterà, se correttamente applicata, di conservare il Michelangelo della Cappella Sistina che la storia ci ha consegnato, nelle condizioni migliori, per il tempo più lungo possibile. Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani. L’Osservatore romano.

L’autunno è una stagione di grandi bellezze naturali e di piccole soddisfazioni materiali. Le foglie degli alberi assumono tutte le sfumature del giallo e del rosso; le nebbioline autunnali promuovono a opere di un pittore fiammingo quelli che nelle altre stagioni sono solo banali paesaggi lacustri o compagnoli; e poi il piacere di ritrovare cibi robusti e saporiti, che i calori estivi sconsigliavano. Broccoli, verze e rape, non più zucchine e carote; robusti condimenti di maiale, non pallidi brodetti esangui. E nei giorni meno impegnati nel lavoro, lunghe e distese serate dedicate a letture e a conversazioni più o meno buone. Paolo Togni. Tempi.

Il 24 dicembre 1960 partecipai a una cerimonia a Barcellona dove avevamo vinto un premio con la Doctor Dixie Jazza Band. Avevo attirato Lucio Dalla su una delle torri della Sagrada Famiglia con lo scopo di buttarlo giù. La voglia di eliminarlo era autentica. Perché lui, con il clarinetto, aveva talento e io invece solo passione. Dopo un po’, abbandonai il jazz. Pupi Avati, regista. Corsera.

La Stasi, la polizia segreta della Germania Est, aveva 97 mila dipendenti e 173 mila informatori che producevano documenti per decine di centinaia di tonnellate. Solo quelli relativi ai cittadini ricattabili, perché avevano collaborato con i nazisti, occupavano 5 chilometri di scaffali. Ian Sansom, L’odore della carta. Tea.

Dino Buzzati: Il Giulietto degli spiriti. Marcello Marchesi, Il Dottor Divago. Bompiani.

Ha la faccia di chi è abituato ai voltafaccia. Roberto Gervaso. Il Messaggero.