Fulmini 27/11/2013, 27 novembre 2013
PARAGONI/1
«Vettel? Comincio a credere che sia più bravo di Senna. Perché commette meno errori. Sebastian è un ragazzo intelligente, che ha dentro delle cose, mi piace» (Bernie Ecclestone).
PARAGONI/2 «Coach Bucchi è come Zeman, un maestro che diffonde la cultura del lavoro e sa osare contro qualsiasi avversario. Il Brindisi gioca di squadra, è spensierato e neppure sa sin dove può spingersi: questa è la nostra forza» (Fernando Marino, presidente dell’Enel Brindisi, capolista a sorpresa della Serie A di basket).
IO SONO IO «Il calcio dipende dalla qualità dei giocatori. Come faccio (e non è il mio caso) a chiedere possesso palla se ho calciatori che non la sanno tenere tra i piedi? Chi mi piace? Klopp, per come usa i laterali, come combinano con le punte, stretti, rapidi. Ma io sono io, e il mio gruppo è diverso. Serve trovare equilibrio e complementarietà fra i reparti» (Marc Wilmots, ct del Belgio che ha ottenuto una qualificazione al Mondiale dopo 12 anni d’assenza).
TOSTI «Paolo Montero e Ciro Ferrara sono stati i difensori più tosti contro cui mi sono scontrato nella mia carriera» (Ryan Giggs, che compirà quarant’anni venerdì prossimo).
ONDA «Ora mi preoccupa restare sull’onda, continuare a giocare bene in modo da ripagare l’investimento di Trento e continuare a meritarmi la Nazionale. Confermarsi è sempre la parte più difficile a certi livelli» (Filippo Lanza, premiato come miglior schiacciatore dell’ultima Grand Champions Cup che ha visto l’Italia conquistare un bronzo).
SOLA «Quando sei atleta di alto livello, di uno sport individuale, sei sola e pensi esclusivamente a te stessa. Gli allenamenti, l’alimentazione, la vita: tutto è in funzione del raggiungimento dell’obiettivo vittoria, medaglia, prestazione. Al di sopra e oltre tutto e tutti, anche della famiglia. La politica è diversa, se la vivi come interesse per il bene pubblico, lavori per gli altri» (Josefa Idem).
IMPIEGATO «Non mi è mancato niente come uomo in tutti questi anni in Formula 1. Magari può sfiorarti l’idea di voler fare più vacanze, per dire, ma alla fine non te lo dici nemmeno perché sai che con questo mestiere non hai giornate normali o anni normali come un impiegato. Viaggi molto, è tutto differente» (Mark Webber, che in carriera ha disputato 215 Gran Premi vincendone nove e ora ha deciso di ritirarsi).