Aldo Grasso, Corriere della Sera 25/11/2013, 25 novembre 2013
IL KARAOKE POST-FIORELLO E I MASCHI
PRIMORDIALI –
Difficile scalzare dall’immaginario televisivo collettivo il ricordo del «karaoke» di Fiorello, di quella folla strabocchevole di aspiranti cantanti, di riconosciuto o dubbio talento, che faceva ressa intorno al suo palco pur di strappare un’esibizione e guadagnare il proprio agognato quarto d’ora di celebrità. Ma sul canale DMax è ora in onda una nuova versione del popolare gioco: si chiama «Killer karaoke» ed è l’adattamento americano di un format della tv inglese (sabato, ore 20.20). A condurre c’è Steve-O (al secolo Steven Gilchrist Glover), già conosciuto per il suo ruolo di stuntman tra l’acrobatico e il demenziale nel programma «Jackass». L’idea alla base di «Killer karaoke» è di quelle da perfetta macchina del divertimento: ci sono alcuni concorrenti che devono misurarsi con l’interpretazione di una canzone mentre sono sottoposti a una serie di prove al limite del sadismo. Alcuni ricevono piccole scosse elettriche, altri vengono immersi in vasche piene di serpenti, altri ancora devono camminare bendati in mezzo a degli spinosi cactus. Vince chi si destreggia meglio e riesce a mantenere un buon livello di canto pur tra queste piccole torture. Il meccanismo è semplice: più la prova è umiliante ed eccessiva, più lo spettatore si diverte, dalla sua posizione di sicurezza sul divano di casa. Come molti altri programmi di DMax, «Killer karaoke» è interessante perché costruisce una precisa immagine del pubblico del canale, che si potrebbe definire quella di un «maschio primordiale». Un saggio bilanciamento di adrenalina e avventura, sport, eccessi, ironia risponde ai bisogni primari di un preciso pubblico maschile (ma che in certi programmi sa strizzare l’occhio anche alle donne) e ha trasformato il canale in un caso di successo emblematico tra le nuove reti del digitale terrestre.