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 2013  novembre 25 Lunedì calendario

“TEHERAN È IL VERO VINCITORE MA RISCHIA IL BLITZ ISRAELIANO”


«L’accordo di Ginevra sul nucleare iraniano apre la strada a sconvolgimenti epocali in Medio Oriente»: parola di Yossi Klein-HaLevi, lo stratega americano in forza allo Shalom Hartman Institute di Gerusalemme, a New York per una serie di seminari.
Quali saranno gli effetti immediati dell’intesa raggiunta?
«L’assedio internazionale a Teheran si allenta mentre l’Iran può continuare ad arricchire l’uranio fino al 5 per cento che, in poche settimane, può essere portato al 20 per cento necessario per l’atomica. L’Iran ha vinto ed è la potenza nascente in Medio Oriente, una regione dove la percezione vale assai più dei fatti concreti. E la percezione oggi è che l’Iran ha piegato le maggiori potenze, facendo accettare il suo programma nucleare».
Come reagirà l’Arabia Saudita, rivale strategico dell’Iran?
«Aumenterà l’impegno militare a sostegno dei ribelli anti-Iran e anti-Assad in Libano e Siria portando ad un inasprimento delle ostilità. Per Riad il cedimento di Obama sul nucleare iraniano è il seguito naturale del mancato intervento in Siria: l’America si riposiziona a favore degli sciiti contro i sunniti. Per questo Riad aprirà i cieli al blitz di Israele contro l’Iran».
Cosa avverrà nel Golfo?
«Le minoranze sciite sostenute da Teheran si sentiranno più forti e ciò spingerà anche altri Paesi sunniti all’intesa con Israele».
Quali le implicazioni della convergenza Israele-sunniti?
«È una scossa epocale agli equilibri regionali. Diventa possibile arrivare, in breve tempo, alla composizione del conflitto israelo-palestinese. Ma ciò che più conta sono gli aspetti militari: l’apertura dello spazio del Golfo a Israele».
Ma dopo l’intesa a Ginevra, Israele può ancora attaccare?
«Israele da solo non può più attaccare. Se lo facesse diventerebbe il paria del mondo. Prenderebbe il posto finora avuto dall’Iran. Senza contare che dopo il blitz contro l’Iran Israele sarebbe colpita da migliaia di missili di Iran ed Hezbollah. Fronteggiarli senza la cooperazione Usa sarebbe un incubo».
Ciò significa che l’opzione militare israeliana svanisce?
«Non svanisce, si modifica. Israele ha bisogno dell’alleanza con i sunniti perché gli dà la copertura che Obama non garantisce più».
Quali Paesi sunniti potrebbero seguire i sauditi?
«La maggioranza, a cominciare dall’Egitto. L’unica capitale sunnita in bilico è Ankara in ragione delle tensioni con Israele».
Netanyahu potrebbe lanciare l’attacco a dispetto degli Usa?
«Si preannuncia come la decisione più difficile, direi terribile, della storia di Israele. Ma credo che, alla fine, lo farà».
Quale è l’immagine degli Stati Uniti nella regione dopo Ginevra?
«Arabi sunniti, iraniani sciiti, ebrei israeliani e musulmani turchi sono d’accordo, per motivi diversi, nel considerare gli Usa una superpotenza che evapora».
Quale potenza è in grado di riempire tale spazio?
«Non la Russia, considerata opportunista, non la Cina, ancora non abbastanza presente, e non l’Europa per cui gli israeliani nutrono una sfiducia uguale e opposta a quella degli europei per loro».
Dunque, gli Usa sono senza eredi?
«A contendersi l’eredità dell’egemonia americana sono le potenze locali: Iran, Israele, Arabia Saudita, Turchia. E ciò apre la strada ad una nuova, imprevedibile, stagione di sconvolgimenti».