Gabriele Lippi, Lettera43 25/11/2013, 25 novembre 2013
IL SACERDOTE TOM
C’era anche lui il 19 novembre a Clearwater. Il giorno dell’inaugurazione del Flag Building, la cattedrale di Scientology, Tom Cruise era in prima fila. E non poteva essere altrimenti. Perché il ragazzo che negli Anni 80 fece innamorare le donne di tutto il mondo interpretando Maverick in Top Gun ormai è più famoso per la sua fede nel verbo di Ron Hubbard che per i suoi successi cinematografici.
Per Scientology Tom è molto più di un fervente credente. Il giornalista Andrew Morton l’ha indicato come il secondo uomo nella gerarchia della setta e ha attribuito la paternità di Suri, la figlia dell’attore e di Katie Holmes, non a lui ma al guru Hubbard, il cui seme congelato sarebbe stato utilizzato per fecondare l’attrice. Una rivelazione smentita, con minaccia di querela.
Certo è che, grazie al tesoretto messo su in 30 anni di carriera da attore e produttore a Hollywood, Cruise è uno dei massimi finanziatori della chiesa. Per ottenere il riconoscimento della sua religione in Europa ha sfruttato la popolarità e fatto un gran lavoro di ’diplomazia’ con politici del calibro di Nicolas Sarkozy a Tony Blair.
La sua è una fede così forte da rinunciare a un grande amore. O forse due. Se Katie lo ha lasciato, sfinita dalla morbosa presenza di Scientology nella vita familiare, c’è chi sostiene che anche Nicole Kidman fosse poco gradita ai vertici del culto. Secondo il libro di Lawrence Wright, Going clear: Scientology, Hollywood & the prison of belief (Fare chiarezza: Scientology, Hollywood e la prigione della fede, ndr), sarebbe stato il leader spirituale David Miscavige a spingere Tom alla rottura con la seconda moglie.
Quando Katie se n’è andata, ha portato con sé la piccola Suri, stanca delle bizzarrie di una fede a cui era stata costretta a convertirsi. Non voleva che la loro bambina crescesse all’ombra di Hubbard. Alla fine anche Tom Cruise ha ceduto e ha ammesso la verità: «Mia figlia non è più un membro della chiesa».
E dire che, dopo aver conosciuto una giovanissima Holmes nel 2005, l’attore aveva scelto di chiudere quello che Vanity Fair America ha descritto come un vero e proprio casting organizzato da Scientology per trovargli una nuova compagna. A questo amore, però, Cruise non sembra aver ancora rinunciato. Nelle ultime settimane, infatti, sono cominciate a girare voci su un estremo tentativo di riconciliazione con l’ex moglie.
All’inizio della loro storia, il ’TomKat’ sembrava un legame indissolubile. Aveva commosso i fan, ma anche sollevato qualche dubbio sulla salute mentale di Cruise. Quando nel 2005, allo show di Oprah Winfrey, l’attore saltò sul divano gridando la sua passione per Katie, il mondo assistette alla più assurda delle richieste di matrimonio. E con le nozze principesche in Lazio, celebrate l’anno dopo nel castello degli Odescalchi sul lago di Bracciano, la coppia sembrava aver realizzato un sogno. Che di lì a poco, per Katie, sarebbe diventato un incubo.
È durata sei anni, poi è stato divorzio. Il terzo della vita di Cruise. Il matrimonio nel 1990 con Nicole Kidman, era iniziato e finito sul set. Un ’film’ lungo 11 anni, da Giorni di tuono a Eyes wide shut, da Tony Scott a Stanley Kubrick. Fatale fu l’ultima opera del maestro, la storia di una coppia distrutta dalla quotidianità, e un’immedesimazione forse eccessiva nei protagonisti.
L’unione con la prima moglie Mimi Rogers, iniziata nel 1987, si era chiusa invece dopo appena due anni, comunque sufficienti perché lei lo introducesse in Scientology, grazie alla quale Tom guarì dalla dislessia.
Un miracolo per il giovane attore, che fino a quel momento aveva dovuto faticare il doppio dei colleghi per mandare a memoria i copioni. Un episodio che ha reso incrollabile la fede nelle idee di Ron Hubbard, tanto da chiedere pubblicamente, nel gennaio 2004, la messa al bando della psichiatria, una «pseudo scienza» fortemente osteggiata dal fondatore di Scientology.
Una posizione che portò Cruise a criticare la collega Brooke Shields (ex moglie del tennista Andre Agassi e indimenticabile protagonista di Laguna blu) per essersi curata con gli psicofarmaci durante la sua depressione post-partum. «Dovrebbe concentrarsi sul salvare il mondo dagli alieni e lasciare che le donne decidano quali sono le terapie migliori per loro», gli mandò a dire l’attrice, definendo quell’attacco «un disservizio per le madri di tutto il mondo».
Sono esattamente atteggiamenti come questo che hanno fatto crollare la popolarità di Tom. Un attore in grado di portare a ridosso o oltre i 100 milioni di dollari di incassi 13 dei 15 film interpretati dal 2000 a oggi. Un animale da blockbuster, ma non esattamente la più amata delle star di Hollywood.
Cruise non ha il savoir faire di George Clooney, e a ogni volta che qualcuno ha osato parlare della sua presunta omosessualità, ha risposto a colpi di querela. Un’arma agitata anche contro il sito The Beast, reo di averlo inserito nella lista delle 50 persone più disgustose del 2004. Onorificenza con cui è stato premiato anche l’anno successivo.
Non si può dire che sia tra i preferiti della stampa, insomma, ma è uno dei pochi a poter vantare un giorno intitolato a lui: in Giappone, infatti, il 10 ottobre si celebra il Tom Cruise day. Alla faccia di chi lo detesta.