Andrea Schianchi, La Gazzetta dello Sport 25/11/2013, 25 novembre 2013
IL NUOVO CASSANO
Abitare a Parma e dimagrire 10 chili in quattro mesi è un’impresa da fuoriclasse. Molto di più del gol-vittoria contro il Napoli, o dei colpi di tacco, dei dribbling e dei lanci con i quali Antonio Cassano sta impreziosendo il suo inizio di stagione. Per dire di no a un piatto di tortelli d’erbetta, o di anolini in brodo, o a un carrello di bolliti, cotechino compreso, ci vuole coraggio. E, soprattutto, tanta determinazione e tanta grinta. Fantantonio sta andando oltre i suoi limiti, nessuno credeva in una simile metamorfosi. Quando si è presentato a Parma, in estate, è salito sulla bilancia e il verdetto è stato spietato: 91 chilogrammi. Adesso pesa 80,5 chili. E si vede: in campo è leggero, molto più mobile rispetto al passato, i muscoli reagiscono immediatamente alle sollecitazioni. I ristoranti di Parma hanno perso (o non hanno guadagnato) un cliente, i tifosi si godono la rinascita di un campione.
Promessa Non si può non partire da questo senso di leggerezza per descrivere il nuovo Cassano. E poi nel Fantantonio rinato non ci sono più le «cassanate». O meglio, siccome il carattere del personaggio è noto da tempo: non ci sono ancora state le solite «cassanate». Nessun litigio con gli arbitri, nessun «vaffa» all’allenatore, nessuna polemica con i dirigenti. Strano? Sì, ma è la pura verità. D’altronde Cassano lo aveva detto il giorno della presentazione a Parma: «Se sbaglio, sono da manicomio». E’ vero che la stessa frase la pronunciò quando mise piede al Milan e all’Inter, e poi si sa come andò a finire, però è altrettanto vero che questa volta si è messo d’impegno e si è dato un obiettivo: far vedere a tutti chi è il vero Fantantonio per convincere Prandelli a portarlo al Mondiale. Dopo il gol al Napoli lo ha ribadito: «Se sarò convocato, sarò l’uomo più felice del mondo. Sennò, in Brasile, ci andrò con la mia famiglia in vacanza, e sarò felice lo stesso». Dichiarazioni accomodanti che non si addicevano al Cassano di ieri, sempre fumantino e rissoso.
Errore In quattro mesi di Parma c’è stato un solo momento rischioso. Quarta giornata, il Parma in trasferta a Catania. Partita rognosa. Cassano non vede mai il pallone: all’intervallo Donadoni lo sostituisce. Il Parma porta a casa uno 0-0 prezioso e il martedì, alla ripresa degli allenamenti, ci si aspetta l’esplosione di Cassano: chissà che combina dopo la bocciatura? Invece, nulla. Anzi: chiede scusa. Si alza nello spogliatoio e dice ai compagni, a Donadoni e ai dirigenti: «Ho sbagliato. Finora non vi ho dato nulla. Ora cambio». Non una parola di più. Fantantonio china la testa e va in campo a lavorare, al fianco del preparatore personale Agostino Tibaudi e sotto lo sguardo attento di Donadoni. Da allora è tutta un’altra musica. Cinque gol realizzati: per uno che dovrebbe fare solo assist non sono pochi...
Tranquillità Ci si chiede: oltre alla perdita di peso che cosa c’è dietro il rinascimento «cassaniano»? Lui, a specifica domanda, risponde che il merito è di Parma. Città tranquilla, poco invadente, calorosa il giusto. Insomma, non asfissiante come lo sono le altre piazze dov’è stato. Fantantonio lo trovi spesso a passeggiare per le vie del centro con la moglie e i bambini, e nessuno che lo fermi o lo disturbi. Al massimo un «ciao», e via. Vien da concludere che uno dei talenti più irrequieti del calcio italiano è stato conquistato dalla normalità. Finché dura…