Carlo Alberto Bucci, Roma, la Repubblica 23/11/2013, 23 novembre 2013
DE SIMONI: “AL PALAEXPO CONTI A POSTO E APERTURE”
[Mario De Simoni]
«ALLE Scuderie e al Palazzo delle Esposizioni ci impegneremo a fare di più, sia in termini quantitativi che qualitativi, proprio perché la crisi economica morde e richiede uno sforzo ulteriore. Ma Palaexpo non è mai stato in rosso ». Il direttore Mario De Simoni non ci sta a vedere l’Azienda speciale risucchiata nel buco nero delle controllate.
COSA vi differenzia da Ama o Atac?
«Non voglio parlare degli altri — precisa il direttore dell’Azienda speciale Palaexpo — ma segnalo che da dieci anni chiudiamo il bilancio in pareggio, sebbene siano venuti a mancare, dal luglio dell’anno scorso, i 4 milioni della Fondazione Roma».
Così è per circa il 40% sulle spalle del Campidoglio, che vi corrisponde 11 milioni l’anno.
«Ci lega al Comune un contratto di servizio. La città è un nostra “cliente” che serviamo con mostre come quelle attuali, dedicate ad Augusto e alle fotografie del National Geographic, che hanno una media di 1200 e di 1100 visitatori al giorno. Ebbene, in dieci anni il Campidoglio non ha mai dovuto ripianare le nostre finanze e non abbiamo un solo euro di indebitamento bancario».
I cittadini di Roma, sono contenti di voi?
«Lo dice l’Agenzia per il controllo e la qualità dei servizi pubblici di Roma capitale, per gli anni 2009-2012. Ebbene, l’anno scorso il voto medio di soddisfazione dei romani è stato di 7,8 su 10. Siamo così risultati secondi nel gradimento dietro solo all’acqua potabile».
Tanti visitatori non sono sufficienti all’autonomia economica?
«Con 4000 euro al giorno, al giorno, di bollette che paghiamo? Il Grand Palais a Parigi riceve dallo Stato 30 milioni l’anno. Palaexpo è costato 59milioni, Iva inclusa, in 5 anni. E nello stesso periodo ha avuto 3milioni e 600mila visitatori. Di questi, un terzo sono turisti che, secondo precedenti stime hanno una spesa media pro-capite tra i 150 e i 200 euro al giorno. Il ritorno per la città è, in sintesi, pari a 4 o 3 volte la spesa sostenuta».
Questa estate però siete rimasti chiusi.
«L’incertezza sul bilancio comunale e l’alto costo delle bollette ha indotto il cda ad aspettare. Il nostro impegno per l’anno prossimo è però estendere le aperture e migliorare un servizio che, voglio sottolinearlo, dedica l’88% dei costi alla produzione».