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 2013  novembre 23 Sabato calendario

IL CASO DE LUCA IMBARAZZA RENZI “È SOLO INDAGATO”


Dopo ore di riunione, la decisione è di «congelare» il congresso di Salerno. La città in cui Renzi ha ottenuto un boom straordinario, al centro delle polemiche nel Pd dopo le denunce del comitato di Cuperlo («situazioni fuori da ogni controllo democratico») e dopo che la Procura ha acceso i riflettori sulla campagna di tesseramento dello scorso anno. Un’ennesima riunione della commissione congresso, ieri, ha quindi deciso, su proposta del segretario Epifani, di «congelare» i risultati di quella città, di non conteggiarli, così come di sospendere quello di Catanzaro e annullare 35 seggi su 50 di Vibo Valentia. Decisione a cui l’ala renziana risponde polemicamente a tempo di record, tramite il deputato fedelissimo del sindaco di Firenze Francesco Bonifazi: «Curioso che per il partito visto il 70% di Salerno bisogna congelare tutto, mentre dopo il 95% dei voti di Enna non c’è niente da congelare», laddove nella città siciliana il vantaggio è di Cuperlo. «Abbiamo qualche difficoltà a capire, ma non c’è problema». Non c’è problema anche perché, insistono dalle parti del sindaco, secondo i loro conteggi eliminare le percentuali faraoniche di Salerno significa solo togliere un punto al vantaggio di Renzi sul voto degli iscritti.
E proprio per queste percentuali, che in città toccano il 98%, Renzi deve schivare una polemica. Suo grande sponsor sul territorio è il sindaco e viceministro alle Infrastrutture Vincenzo De Luca, raggiunto, un paio di giorni fa, da un avviso di garanzia per la vicenda legata alla costruzione di un’opera pubblica. Nessun imbarazzo? «Il sindaco di Salerno non è indagato per le tessere, che peraltro risalgono al 2012, cioè la segreteria di Bersani», chiarisce Renzi ospite di «Agorà», «di De Luca si può dire tutto ma non che non ha un consenso nella sua città, perché ha fatto il sindaco e lo sta facendo bene. Io dicevo che lo stava facendo bene quando votava per Bersani, e Bersani in quel territorio prendeva l’80%, ma nessuno diceva niente. Ora – fa notare il rottamatore - De Luca ha detto: io voto Renzi, e allora si è detto bisogna ragionare su De Luca». Risposte che non placano però le polemiche: mentre dal M5s si annuncia una mozione di sfiducia al viceministro, il deputato lettiano Guglielmo Vaccaro lo sferza: «Renzi bombarda la Cancellieri ma su De Luca che fa il vice ministro e il sindaco non dice niente perché è un suo sostenitore».
Un parallelo, quello tra Cancellieri e De Luca, che il sindaco su Twitter cerca di smontare: «Le dimissioni si chiedono ai condannati, non agli indagati. In un Paese civile un avviso di garanzia non è una condanna», spiega, «in un Paese civile un ministro della Giustizia non chiama la famiglia di tre arrestati e un latitante e non dice “non è giusto”». Anche se dalle sue parti prendono qualche distanza dal sindaco di Salerno: «De Luca non è un nostro ministro, non abbiamo mai fatto un’iniziativa insieme: è uno dei tanti che vota Matteo».
Così, tra congressi congelati e seggi per l’8 dicembre ancora da confermare (c’è la conferma di soli 3300 sugli oltre 8800 del 2012), prosegue la campagna elettorale. Dal 9 dicembre, promette Renzi, «si fanno le cose sul serio: il governo farà le cose che dice il Pd, altrimenti ci arrabbiamo». Provocando il garbato rimprovero del competitor Gianni Cuperlo («credo non ci sia da aspettare il 9 dicembre per spingere il governo a fare le scelte che riteniamo necessarie»), e il rilancio dell’altro sfidante, Pippo Civati: «Dal 9 dicembre si cambia anche il governo: si fa la legge elettorale e si torna a votare in primavera». Domani la Convenzione nazionale, a cui parteciperanno tutti e tre. Previsto anche un videointervento del premier Letta.