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 2013  novembre 25 Lunedì calendario

Notizie tratte da: Robin Dunbar, Amore e tradimento: uno sguardo scientifico, Raffaello Cortina Editore 2013, pp

Notizie tratte da: Robin Dunbar, Amore e tradimento: uno sguardo scientifico, Raffaello Cortina Editore 2013, pp. 300, 23 euro.

(vedi anche biblioteca in scheda 2254287
e libro in gocce in scheda 2258665)

Monogami Soltanto il 15 per cento di tutte le specie di primati è monogamo, e molte di esse sono o piccole scimmie sudamericane, cebidi o callitricidi, oppure gibboni (gli unici primati monogami del Vecchio Mondo).

Amadriadi I maschi delle scimmie amadriadi sono così gelosi che se una delle loro femmine permette, anche per puro caso, a un altro maschio di interporsi fra lei e il suo maschio, quest’ultimo si precipita furiosamente su di lei, infliggendole crudeli morsi alla nuca.

Babbuini Nella specie di babbuini Papio hamadryas, i maschi formano harem che possono contare fino a quattro femmine. Le femmine che si avvicinano troppo ad altri maschi vengono punite con brutali morsi alla nuca che le inducono poi a rimanersene rannicchiate per varie ore vicino al loro maschio.

Oreotrago L’oreotrago, piccola antilope africana non molto più grande di un agnello svezzato, è una delle specie più monogame fra i mammiferi. Ogni coppia vive in un territorio minuscolo, grande appena il doppio di un campo da calcio, su un affioramento di roccia nelle savane erbose dell’Africa orientale e meridionale. Ogni membro della coppia – il maschio come la femmina – è profondamente geloso della sua (o del suo) partner, e scaccia qualunque estraneo del suo stesso sesso che si trovi a passare sul suo territorio.

Uccelli L’85 per cento circa delle specie di uccelli adotta la monogamia con uno stretto legame di coppia perché il compito di portare cibo ai piccoli ha costi molto pesanti in termini di energia, oltre che di tempo.

Gruccione Il gruccione (Merops apiaster), piccolo uccello della famiglia dei meropidi che scava buche a mo’ di nido sulle rive sabbiose lungo i corsi fluviali delle savane dell’Africa Orientale. «Poiché le zone adatte alla nidificazione sono poche e lontane fra loro, questi mangiatori di api sono costretti a riunirsi nei pochi luoghi in cui possono scavarsi tane nel terreno. Di conseguenza molte centinaia o addirittura migliaia di uccelli si trovano spesso a condividere gli stessi territori sulle rive dei fiumi. Anche se ogni coppia ha la propria buca scavata nel terreno, la zona di nidificazione è densamente popolata, e la femmina, ogni qualvolta esce alla ricerca di cibo, deve sfidare le attenzioni dei maschi non accoppiati che girano intorno alla colonia. Per ridurre il rischio di molestie, i gruccioni hanno legami di coppia molto stretti e spesso il maschio accompagna la femmina ovunque vada. In effetti, le fa da guardia del corpo».

Grooming sociale Le scimmie platirrine e le scimmie antropomorfe usano il grooming sociale per stimolare il rilascio di endorfine. «Quando le scimmie si fanno reciprocamente la toeletta è un po’ come se si praticassero un massaggio. La saggezza popolare suggerisce che il grooming miri a liberare gli animali sottoposti a questa cura della pelle dalle pulci, ma le scimmie che vivono in libertà non hanno in realtà tante pulci e parassiti della pelle; questi tendono a diffondersi negli animali solo quando vivono in spazi ristretti (come le nostre case) o sotto la copertura dei begl’indumenti caldi in cui ci avvolgiamo. Quando le scimmie praticano il grooming, eliminano per lo più pezzetti di vegetazione
che sono rimasti catturati nella loro pelliccia, o croste e altre scorie rimaste sulla pelle. Il grooming implica tipicamente una serie di delicati contatti sulla pelle. È qualcosa di molto simile a ciò che si vede fare alle madri quando giocherellano con i capelli dei propri figli. In effetti, è davvero una forma di massaggio, e le sollecitazioni imposte dal massaggio alla pelle
e ai muscoli sono un innesco molto efficace del rilascio di endorfine
nel cervello».

Dopammina Pare che ogni volta che vediamo la persona amata riceviamo un’iniezione di dopammina, la quale produce un effetto molto simile a un tiro di cocaina.

Endorfine Pare che il riso sia importante nella regolazione dei nostri rapporti sociali, e che ottenga questo risultato attraverso la sua capacità di innescare il processo di liberazione delle endorfine. «Tale abilità ci rende cordiali e ben disposti verso coloro con i quali interagiamo. E questo è senza dubbio il modo in cui la produzione di endorfine venne a svolgere un ruolo importante nei processi di corteggiamento. Il riso, attraverso
l’alta produzione di endorfine, favorisce la creazione di una disposizione
di fiducia verso un estraneo, e il conseguimento di una migliore conoscenza reciproca».

Odore 1 Gli eschimesi quando si incontrano, si strofinano il naso, invece di stringersi la mano come facciamo noi. «Quando alcuni esploratori europei si imbatterono per la prima volta negli eschimesi, osservarono quello che parve loro un rituale piuttosto strano. Sforzandosi il più possibile di dargli un senso, lo interpretarono come se si sfregassero naso con naso in segno di saluto. In realtà, gli eschimesi non sfregano affatto naso con naso. Quel che fanno è avvicinare il naso al viso degli altri e respirare profondamente. Troviamo esattamente lo stesso comportamento nella forma di saluto nota come hongi dei maori della Nuova Zelanda: consiste in una leggera pressione di un naso sull’altro in un’unione simbolica fra indigeni e visitatori. Ma l’origine di questo saluto, e sotto molti aspetti la sua intera essenza, sta nel respirare lo spirito della persona. In entrambe le culture, siffatto saluto consiste nel respirare l’uno l’odore dell’altro e in tal modo nell’identificarsi l’uno nell’altro».

Odore 2 Pare che, una volta identificata la persona giusta, l’odore abbia un ruolo molto più importante nell’eccitazione sessuale per le donne che per gli uomini. «In uno studio fondato su un ricco questionario, Jan Havlícˇek, Tamsin Saxton, Craig Roberts e colleghi osservarono che le donne, diversamente dagli uomini, avevano valutato l’odore come più importante dei segnali visivi in una varietà di contesti non sessuali (come la scelta di un cibo, la scelta di fiori e l’attenzione ai paesaggi non familiari), oltre che in contesti di eccitazione sessuale e di scelta dell’amante. Per gli uomini risultarono molto più importanti i riferimenti visivi, specialmente in contesti sessuali e nella scelta dell’amante».

Odore 3 «Qualche anno fa Kate Willis, che era allora una mia allieva,
fece un esperimento per accertare se gli uomini potessero determinare,
sulla base del solo olfatto, quando una donna era nel periodo dell’ovulazione. Sei donne indossarono una T-shirt ciascuna, per tre notti consecutive, nel corso di ognuna delle quattro settimane del loro ciclo mestruale. Alla fine di ogni settimana, si chiese a ottanta uomini di annusare le sei T-shirt e di valutarle su una semplice scala che andava da piacevole a sgradevole. Per evitare ogni contaminazione le donne non dovevano essere fumatrici, dovevano evitare cibi molto speziati e
l’uso di saponi profumati o profumi o contraccettivi ormonali
nell’intero periodo della partecipazione all’esperimento. I risultati
furono molto chiari: le T-shirt che erano state indossate intorno al periodo dell’ovulazione erano state valutate dagli uomini come significativamente più piacevoli rispetto a quelle indossate in altre fasi del ciclo mestruale, e più piacevoli rispetto a quelle indossate da donne in menopausa o da donne che prendevano pillole contraccettive ormonali».

Ovulazione Karl Grammer, dell’Università di Vienna, al cui laboratorio si deve la produzione della maggior parte delle ricerche sul corteggiamento umano negli ultimi tre decenni, ha dimostrato, filmando giovani donne che camminavano allontanandosi dalla cinepresa, che nel periodo dell’ovulazione esse facevano ondeggiare i fianchi molto più che durante il resto del ciclo mestruale. Queste donne si trovavano in locali notturni e in sale da ballo, e si potrebbe quindi dire che fossero in cerca di un partner sessuale. Oltre a filmarle, Grammer e i suoi collaboratori misurarono anche quanta pelle nuda lasciassero loro i vestiti, e scoprirono che la
quantità di pelle nuda che esse mostravano aumentava nel periodo
dell’ovulazione.

Strategie Durante la fase follicolare e quella ovulatoria, le donne preferiscono gli uomini con caratteri più spiccatamente mascolini, mentre in altri casi preferiscono gli uomini dai tratti facciali più effeminati. Durante la fase ovulatoria esse preferiscono inoltre i maschi dai lineamenti più simmetrici. Sia i tratti altamente mascolini sia la simmetria del
viso riflettono la buona qualità dei geni, i quali sono in grado di resistere a effetti ambientali destabilizzanti durante lo sviluppo. La loro strategia sembra essere: concepire col maschio geneticamente migliore che si possa trovare, e quindi ottenere un aiuto da un uomo che offra le migliori garanzie per l’allevamento dei figli.

Pavone «Mentre sviluppava la sua teoria dell’evoluzione, nella seconda
metà dell’Ottocento, Darwin si trovò a lottare con casi come la coda del pavone. Come poteva essersi evoluto per selezione naturale un ornamento così scomodo da impedire chiaramente a quel povero uccello di volare? La risposta, come alla fine Darwin comprese, era che la selezione naturale agiva sulla capacità di un individuo di lasciare discendenti, e non solo sulla
sua capacità di sopravvivere».

Somiglianze Curiosità scoperta dallo psicologo David Perrett: tendiamo a scegliere partner che assomiglino al nostro genitore del sesso opposto, sia per forma del viso sia per colore dei capelli e degli occhi.

Cerchia sociale «Da qualche anno sono state individuate prove crescenti del fatto che la grandezza e la coesione della rete sociale possono avere un effetto vistoso sulla nostra salute. Avere amici, essere sposati o appartenere a una comunità molto unita come un gruppo religioso: tutto questo riduce la probabilità di ammalarsi, e accelera la guarigione quando ci si ammala. In uno studio, i ricercatori scoprirono che, quando i soggetti venivano esposti al comune virus del raffreddore, quelli che avevano più amici avevano una probabilità significativamente minore di presentarne i sintomi. In un altro studio, le ferite guarivano più rapidamente in persone che avevano rapporti di coppia armoniosi rispetto a quelle che avevano rapporti più ostili. La cerchia sociale di appartenenza ci proteggein qualche modo che non comprendiamo a fondo. Una ragione possibile è, però, che ciò si debba alle endorfine generate da interazioni con amici stretti e familiari. Pare infatti che le endorfine sintonizzino il sistema immunitario».

Tempo sociale «Dedichiamo il 40 per cento circa del nostro tempo sociale
totale ai nostri cinque amici e parenti più cari, e il 60 per cento circa ai nostri quindici migliori amici e parenti. Un semplice calcolo mostra che, se dedicassimo lo stesso tempo a tutti gli appartenenti alla nostra cerchia sociale più ampia, esauriremmo rapidamente il tempo disponibile. Il 20 per cento circa delle nostre diciotto ore al giorno di veglia è dedicato ai rapporti sociali. Per destinare a tutti i 150 membri della nostra rete sociale completa, in conversazioni dirette faccia a faccia, il 5 per cento del tempo che dedichiamo a ognuno dei nostri quindici migliori amici, dovremmo poter disporre di 27 ore al giorno. Se poi volessimo dedicare a tutte le persone con cui abbiamo rapporti la stessa attenzione che dedichiamo ai cinque rapporti della nostra cerchia più interna, dovremmo spendere
in conversazioni dirette faccia a faccia ben 43 (!) ore al giorno».

Inuit Gli inuit delle regioni costiere dell’Alaska vanno ancora a cacciare le balene a bordo di piccole imbarcazioni aperte, come fanno da secoli. Poiché le barche vengono spesso rovesciate dalle balene e il rischio di finire in acqua è molto alto, gli equipaggi sono sempre costituiti da parenti stretti fra loro perché, dicono gli inuit, nessuno tranne un parente stretto sarebbe disposto a tuffarsi nelle gelide acque artiche per salvare un uomo sbalzato in acqua.

Amicizie Ci sono marcate differenze nello stile di amicizia fra i due sessi. Una varietà di studi sulla psicologia sociale dell’amicizia nel corso degli ultimi decenni suggerisce che, anche se le donne sono più sociali degli uomini e hanno in generale cerchie di amicizia maggiori, tendono ad avere un numero minore di rapporti più intensi. Gli uomini tendono a differenziare meno delle donne fra i loro rapporti.

Litigi «Quando chiedemmo a 540 persone di dirci se avessero rotto da poco tempo un rapporto stretto, di queste persone ben 413 riferirono di aver litigato nel corso dell’ultimo anno con un totale di 903 persone. Ciò implica che ognuno di noi abbia ogni anno un grave litigio con circa due cari amici».

Divorzio Un terzo, o forse anche la metà, di tutti i matrimoni contemporanei in Europa e in America si conclude col divorzio.

Tre anni Pare che il momento più pericoloso per un rapporto sia tre
anni dopo l’inizio.

Dolore «Poeti e amanti respinti parlano del dolore fisico causato dal
rifiuto. I segnali interni ed esterni sono molto simili a quelli del dolore fisico. Il dolore fisico implica lesioni fisiche e il dolore di un amante respinto è un’esperienza puramente psicologica. In effetti risulta che entrambi i tipi di dolore sono elaborati nella stessa parte del cervello, un’area nota come la corteccia anteriore del cingolo (l’acrostico, dall’inglese, è acc), che si trova subito sotto gli strati principali della corteccia nel centro del cervello. Le persone che hanno un’acc insolitamente attiva sono particolarmente sensibili al dolore, mentre quelle la cui acc è stata danneggiata o distrutta sono generalmente insensibili al
dolore, tanto che oggi i chirurghi distruggono spesso deliberatamente
parti di quest’area nei pazienti che hanno un dolore cronico incontrollabile.
Oggi sappiamo dalla risonanza magnetica funzionale del cervello che quando si sente un dolore psicologico si attiva esattamente la stessa area del cervello».

Aborigeni In un passato non troppo remoto, un aborigeno australiano walbiri poteva percuotere, o addirittura uccidere a colpi di lancia, in totale impunità, sua moglie, rea di aver espresso la minima lagnanza o di aver trascurato i propri doveri, per non parlare della minaccia di lasciarlo.

Sardi Nella Sardegna tradizionale, «le donne erano confinate nel loro villaggio per paura che fossero colpite dalla malaria o dal malocchio viaggiando in terre non bonificate, sebbene gli uomini potessero recarsi con le loro greggi anche in pascoli molto lontani. Evitare la malaria è indubbiamente utile, soprattutto per le donne gravide, ma non si può fare a meno di notare che tali ingiunzioni culturali avevano anche il vantaggio aggiuntivo di non concedere alle donne troppe opportunità di incontrare uomini non impegnati».

Cinesi Nella Cina tradizionale, le ragazze delle classi superiori avevano
i piedi totalmente deformati a causa di un bendaggio rigido che erano costrette a portare fin dalla più tenera età. «Mentre a un’osservazione superficiale sembrava che avessero dei piedini delicati (i piedi grandi nelle donne sono mal visti dagli uomini in ogni cultura), una conseguenza negativa inevitabile era che le donne non riuscivano più a percorrere a piedi, zoppicando, più di qualche centinaio di metri. In breve, i piedi deformati impedivano loro di allontanarsi».

Indiani I bramini nambudiri sono una piccola e ricca casta esclusiva di proprietari terrieri sacerdotali, sulla costa del Malabar, nell’India meridionale. Ancora nel 1960, alle loro donne veniva permesso di uscire in pubblico solo se avevano il corpo completamente avviluppato negli indumenti e se portavano un ombrello per nascondere il viso. Una sposa non poteva essere presente nemmeno al proprio matrimonio, dov’era sostituita da una ragazza della bassa casta nayar mentre osservava la cerimonia da una posizione protetta.

Canadesi «Il rischio che le proprie donne si allontanino non è necessariamente una preoccupazione esclusiva delle società più tradizionali. Intervistando un esteso campione di 12.300 donne canadesi, Margo Wilson e Martin Daly appresero dal 6 per cento circa delle donne che i mariti cercavano attivamente di impedir loro di vedere altri uomini o di limitare in vari modi la loro vita sociale».