Andrea Molinari, 7/10/2013 http://www.giornalettismo.com/archives/1149049/il-paese-che-regalera-2-mila-euro-a-tutti-i-cittadini/, 7 ottobre 2013
La Svizzera diventerà il paese della cuccagna? Se tutti i passi formali saranno rispettati tra un paio d’anni i cittadini elvetici voteranno un referendum sul reddito di cittadinanza
La Svizzera diventerà il paese della cuccagna? Se tutti i passi formali saranno rispettati tra un paio d’anni i cittadini elvetici voteranno un referendum sul reddito di cittadinanza. 2 mila euro al mese, pagati dallo stato, a tutti i cittadini, per rimodellare la società nella quale il lavoro diventerà una scelta e non più un obbligo per poter sopravvivere. Generation Basic Income prepares ptotest action PIOGGIA DI DENARO - In Svizzera sono state raccolte oltre 126 mila firme per lo svolgimento di un referendum sul reddito di cittadinanza universale. La soglia minima di sottoscrittori è stata superata da questa campagna che mira alla modifica della Costituzione elvetica, ed ora il Consiglio federale, il governo elvetico, dovrà valutare la normativa e presentarla al Parlamento. Se tutti i passi formali saranno rispettati, tra un paio d’anni gli svizzeri potranno decidere di non dover più lavorare. La proposta referendaria prevede infatti che al più tardi del 2050 la Confederazione dovrà garantire a tutti i cittadini un reddito di 2500 franchi, circa 2 mila euro al mese. L’iniziativa è stata promossa da varie associazioni, anche se non nessun partito rilevante l’ha sostenuta, nè a destra ma neppure a sinistra. Per festeggiare la consegna delle 100 e passa mila firme i promotori hanno realizzato un evento spettacolare: un camion con otto milioni di 5 centesimi di franco sono stati riversati nella piazza del Parlamento di Berna, la capitale della Confederazione Elvetica. Una pioggia di denaro che simboleggia la bramosia del paese della cuccagna di questa iniziativa. Generation Basic Income prepares ptotest action Committee members for ’Grundeinkommen’ open rolls of five cent coins in the old vault of the former Schweizerische Volksbank in Basel Five cent coins are pictured in the air in front of the Federal Palace during an event organised by the Committee for the initiative Grundeinkommen in Bern Generation Basic Income prepares ptotest action Committee members spread five cent coins over Federal Square during an event organised by the Committee for the initiative Grundeinkommen in Bern reddito di cittadinanza 6 REDDITO PER LAVORARE - Götz Werner, il fondatore di una catena di negozi chiamata dm, piuttosto diffusa in Germania, è uno dei maggiori sostenitori del reddito di cittadinanza nei paesi germanofoni e spiega a Süddeutsche Zeitung il suo sostegno al referendum svizzero. «Con il reddito di cittadinanza potremo immediatamente capire che noi abbiano bisogno di un reddito per poter lavorare, e non il contrario, ovvero essere costretti a lavorare per avere la possibilità di finanziare la nostra esistenza ». Secondo l’imprenditore tedesco il referendum svizzero potrebbe favorire la discussione su questo tema nelle opinioni pubbliche europee. Per Werner il reddito di cittadinanza universale determinerà un cambio di paradigma nella nostra società, simile a quando si scoprì che la Terra non fosse piatta. L’umanità ne verrebbe trasformata, perché potremmo passare ai robot mansioni che molte persone svolgono per poter avere un reddito, ma che non è più necessario che vengano svolte dagli uomini. Allo stesso tempo le persone avrebbero più tempo per impegnarsi in occupazioni socialmente più rilevanti, come la cure degli anziani o dei malati, per le quali riceverebbero un’indennità. COME SI FINANZIA - Il problema dei problemi del reddito di cittadinanza universale è il suo finanziamento. La stima dei referendari svizzeri si aggira su circa 200 miliardi di franchi, una somma pari a circa un terzo il Pil elvetico. Una parte del denaro per finanziare il reddito per tutti potrebbe arrivare dallo smantellamento dell’attuale Welfare, come le detrazioni per i figli, i sussidi sociali, le borse di studio e così via. Ma anche così non basterebbe, neppure per la ricca Svizzera. I referendari hanno messo nel mirino l’Avs, il sistema previdenziale della Svizzera. Con l’abolizione delle pensioni si pagherebbe circa il 70% del costo totale del reddito di cittadinanza. Una rivoluzione completa dello Stato sociale, che gli stessi referendari definiscono ormai inadeguato alle esigenze dell’attuale società. Götz Werner tratteggia invece una simile rivoluzione anche nel sistema dell’imposizione fiscale, con l’introduzione di una tassa sui consumi pari al 50%, che sostituisca la maggior parte dell’imposizione tributaria. STRADA LONTANA - La sostenibilità finanziaria del reddito di cittadinanza non è però l’unica critica a questo nuovo strumento di assistenza sociale. Il nostro sistema di Welfare si basa sul lavoro: le tasse prodotte con il lavoro di imprese, occupati e liberi professionisti finanziano servizi come sanità, scuola e gli altri compiti di assistenza pubblica. I contributi sul lavoro permettono il pagamento delle pensioni. Con il reddito di cittadinanza tutto questo dovrebbe decadere, perché la misura sia sostenibile, o quantomeno anche lontanamente realizzabile. Il suo finanziamento dipenderebbe sempre dal lavoro, e la motivazione all’occupazione generata da un reddito comunque garantito è ovviamente bassa. I referendari svizzeri hanno infatti scelto un sussidio universale piuttosto basso: 2 mila euro possono sembrare tanti in Italia, ma all’interno della Confederazione Elvetica i sindacati chiedono un salario minimo di quasi il doppio, per l’alto costo della vita di quel paese. L’introduzione del reddito di cittadinanza è però una strada ancora lontana per la Svizzera. Il sì alle iniziative popolari è tutto meno che scontato, visto che nella storia solo 20 su 400 referendum costituzionali sono stati approvati. Il quorum del 50%+1 dell’elettorato non è in vigore nella Confederazione Elvetica, ma perché sia modificata la Costituzione è necessario che esista una doppia maggioranza, popolare e dei Cantoni. Nella storia recente però nessuna iniziativa popolare ha raccolto così tante firme in un lasso temporale così breve come il referendum sul reddito di cittadinanza.