Guido Vitiello, IL 12/2013, 22 novembre 2013
LA SUPER CAZZOLA VA AL CONGRESSO PD
SLOGAN
Mozione Gianni Cuperlo: «Per la rivoluzione della dignità».
Mozione Gianni Pittella: «Il futuro che vale / l’urgenza del fare».
Mozione Matteo Renzi: «Cambiare verso».
Mozione Pippo Civati: «Dalla delusione alla speranza / Le cose cambiano, cambiandole / La novità è a sinistra».
ALLITTERAZIONE
Renzi: «Sistematica strategia di rimozione degli ostacoli che ostruiscono la strada della crescita».
ORA DICO UNA POESIA
Renzi: «Essendo il tempo il bene più prezioso che ci sia dato, perché il meno recuperabile, ogni volta che ci voltiamo indietro a guardare ci rende inquieti l’idea del tempo eventualmente perduto. Perduto sarebbe il tempo in cui non avessimo vissuto da uomini, non avessimo fatto esperienze, imparato, operato, goduto e sofferto. Tempo perduto e il tempo non riempito, vuoto. Dietrich Bonhoeffer da Resistenza e resa».
Pittella: «Come scriveva John Donne: “Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra”».
Cuperlo: «Umberto Saba disse una volta: “Ai poeti resta da fare la poesia onesta”».
Civati: «“Essere oggi contro una società multiculturale è come vivere in Alaska ed essere contro la neve”, scriveva W. Faulkner».
COMBO
NOME-AGGETTIVO
Civati: «La forma informe».
Renzi: «L’Italia peggiore».
Cuperlo: «Correntismo ossessivo».
Civati: «Individualismo miope».
FRASI INGARBUGLIATE
Pittella: «Un futuro che vale è il tempo plasmato dal riconoscimento del valore di ciascuno e dalla chiamata di ogni donna ed ogni uomo a partecipare alla vita pubblica. L’essere propriamente se stessi e propriamente parte di una comunità sarà nell’espressione di scelte e decisioni che non potranno essere limitate ai momenti elettorali».
Civati: «La vera e realissima utopia è quella in cui ci siamo confinati, un nonluogo dove la politica è deludente per molti, incapace di rappresentare».
Renzi: «Compito di un partito politico, però, è saper offrire risposte semplici. Non semplicistiche, non semplificate: semplici. L’Italia deve riscoprire la semplicità. Ovunque».
Pittella: «La sola guerra da dichiarare è quella alle mafie, così come alla corruzione che ne è figlia e all’evasione fiscale che ne è conseguenza».
Pittella: «Cultura è sviluppo, ma è anche chiave di accesso ad un’idea complessiva di sostenibilità ed interazione, attraverso la capacità di pensare criticamente il circostante».
Civati: «Per essere popolari, certamente, perché una sinistra senza popolo non esiste: ma non solo perché si dicono banalmente cose che sono popolari, ma perché si fanno diventare, popolari soluzioni che riteniamo giuste che popolari ancora non lo sono».
QUALUNQUEMENTE
Pittella: «La nostra cittadinanza è europea, autenticamente e convintamente».
Civati: «Nuove modalità di azione politica testardamente rinascevano».
METAFORA
Civati: «La filiera del sapere, dalle maestre d’asilo ai premi Nobel».
Pittella: «Il valore della creatività è la leva del cambiamento».
Cuperlo: «Ma noi non siamo nati per correggere la punteggiatura della destra».
Cuperlo: «Nutrire il pianeta con l’indicazione di nuove buone pratiche, di una economia che parta dalla persona e dai diritti umani globali».
Civati: «Non possiamo limitarci a spostare i soprammobili senza affrontare le questioni di fondo».
INGEGNOSITÀ
Cuperlo: «È già il tempo dell’internet delle cose e questa è un’opportunità straordinaria per il Paese del “saper fare” per eccellenza».
Civati: «Due atteggiamenti nocivi verso il proprio passato: la postumità e la rimozione».
Civati: «Per giustificare l’ingiustificabile, ci siamo affidati alla retorica di una stabilità molto instabile soprattutto in relazione alle scelte di lungo periodo».
Civati: «Un partito che non teme il futuro: è “al futuro” ed è al futuro, non al passato, che si affida».
PARAGRAFONE TOTALE INGARBUGLIATO PER DIRE TUTTO
Civati: «A tale scopo dovremo riuscire a individuare e abbattere quelle barriere che oggi impediscono il dialogo, a cominciare dal linguaggio. Perché se nella fase dell’analisi è scontato che i concetti siano espressi con il linguaggio che le discipline sociologiche, giuridiche, politologiche suggeriscono nello svolgimento del dibattito e nella comunicazione, bisogna fare uno sforzo per andare oltre superando il democratichese e le formule involute del politicismo che ci rendono oscuri. Le parole sono importanti».
Cuperlo: «Bisogna costruire l’alternativa di un nuovo centrosinistra. Non una semplice alternanza di Governo dentro i binari dell’ortodossia liberista. Il cambiamento ci sarà comunque: la sfida della sinistra è dargli un esito democratico, sottrarlo alla sovranità delle oligarchie e tecnocrazie, imprimergli un contenuto sociale. Dobbiamo raccogliere e fare nostro l’appello di Papa Francesco per vincere la “globalizzazione dell’indifferenza”. Questa e la partita storica che abbiamo di fronte: o la democrazia saprà rinnovarsi, costruendo una nuova sovranità dei cittadini, oppure il potere abbandonerà le istituzioni rendendoci tutti sudditi. Bisogna pensare, progettare una svolta profonda che affronti i nodi irrisolti del Paese. A partire dal Sud, che è l’avamposto che affronti i nodi irrisolti del Paese. A partire dal Sud, che è l’avamposto della crisi e costituisce oggi la più drammatica delle nostre fratture sociali. Il legame tra questione democratica e questione sociale resta inseparabile. Per tornare a crescere bisogna ricomporre l’unità della nazione. La prova è redistribuire fiducia, non solo redditi e opportunità. Sono i cardini di una democrazia sociale che vuole portare l’articolo 3 della Costituzione nel cuore della costituzione materiale del Paese».
Pittella: «Non siamo solo quindi in una semplice crisi finanziaria ed economica, pur con tutto il suo enorme peso, ma in una ben più complessa crisi di sistema che riguarda integralmente e complessivamente le tematiche socioeconomiche, ideali e politiche. È una crisi che riguarda tutti: dalla Cina, agli Stati Uniti, alla nostra Europa. Le infinite tragedie dell’immigrazione del Mediterraneo sono figlie di questi tempi instabili. Di fronte a vicende di una tale enormità dovremmo avvertire l’urgenza del fare, dell’operare per sostenere la dignità dell’uomo, dell’impegnare ogni sforzo per evitare che l’unica alternativa sia tra negazione dei diritti nel Sud del mondo e una speranza che muore nel nostro mare. È una crisi che sta ricomponendo nuovi equilibri mondiali, in un contesto economico di calo considerevole dei commerci internazionali e di utilizzo di nuove fonti energetiche. Un quadro che vede sempre di più il Mediterraneo circondato da battaglie, guerre e lotte nell’incertezza di veder fiorire le possibilità reali di un autentico sviluppo economico e politico-democratico. E l’Europa bloccata dalla ricerca di equilibri contabili, senza una reale guida politica e incerta nelle proprie elazioni internazionali».
Renzi: «Contro i nostri tabù. Vogliamo utilizzare il Congresso per discutere sul serio, sfatando alcuni tabù anche nel nostro campo. Tutto ciò che otterremo dal recupero dell’evasione fiscale dovrà essere utilizzato soltanto per la riduzione delle tasse, non producendo ulteriore spesa. Tutto ciò che otterremo dalla dismissione di patrimonio dovrà essere utilizzato soltanto per ridurre il debito, non producendo ulteriore spesa. Il PD non sarà mai subalterno al mercato, che deve regolare. Ma proprio per questo la politica non può interferire con operazioni economiche e finanziarie che devono essere garantite da leggi chiare e non modificabili in corso d’opera. Proprio perché non siamo subalterni non ci interessano le avventure dei capitani coraggiosi o dei patrioti che nel corso dell’ultimo ventennio hanno alimentato un modello di capitalismo all’italiana più basato sulle relazioni che sui capitali. E vogliamo dire parole chiare sulle banche, che devono fare le banche e prestare a chi ha idee e bisogno, non a chi specula in nome di “operazioni di sistema”. In Italia le banche sono ovunque, nelle proprietà dei giornali come nella gestione delle aziende, tranne dove devono stare davvero: a dare una mano alle famiglie, alle piccole imprese, agli artigiani, al cuore pulsante dell’economia italiana. Ogni grande operazione – voluta dalla politica a difesa dalla politica – che fallisce o va in sofferenza, riduce in modo esponenziale la possibilità di dare credito a chi ne avrebbe bisogno, a chi potrebbe investire, a chi potrebbe crescere con le proprie gambe e non con il sostegno di amici degli amici. Poche regole chiare per consentire ai players dell’economia di giocare a carte scoperte, tutti con le stesse opportunità. Garantire l’uguaglianza, insomma. Senza che nessuno sia più uguale degli altri».
ZERO
Renzi: «Piano strutturale a mattoni zero».
Cuperlo: «Tolleranza zero contro la povertà».
Civati: «Corruzione zero».
SEMPRE TESI
Cuperlo: «Non lo si fa da soli, ma alzando lo sguardo sul mondo. Sulle spinte all’emancipazione e sul desiderio di libertà che sale da angoli diversi della Terra».
Renzi: «Per realizzare un progetto così ampio, per vincere una sfida così difficile avremo bisogno di tanto coraggio ma non basterà il nostro coraggio. Avremo bisogno di studiare tanto, ma non basterà il nostro studio. Avremo bisogno di libertà, ma non basterà la nostra libertà. Perché avremo bisogno anche e soprattutto di tutto il nostro entusiasmo».
Civati: «Un partito che studi e progetti. Che partecipi e decida. Che promuova campagne e azioni. Che viva all’aria aperta e alla luce del sole. Senza filiere, senza fondazioni elettorali, senza opacità. Che promuova quelli bravi, non “quelli della corrente”. Che faccia della trasparenza e della semplicità il primo motivo di recupero della fiducia. Che rappresenti i milioni di elettori che abbiamo conservato e quelli che abbiamo perduto. Che dica quello che fa e faccia quello che dice».
Pittella: «Dobbiamo cercare ed usare gli attrezzi e gli strumenti per esplorare territori sconosciuti o perduti, coinvolgendo le donne e gli uomini del nostro Paese per costruire un futuro che valga la pena di essere desiderato».
HAI VISTO MAO
Cuperlo: «Il superamento delle politiche di austerità si accompagnerà a un deciso balzo in avanti».
Civati: «Il Pd è per noi un grande progetto di rivoluzione culturale».
Pittella: «Le grandi battaglie per i diritti civili [...] avevano prodotto una rivoluzione culturale».
TRE UOMINI IN BARCA
Cuperlo: «Le linee tratteggiate con serietà dalle note elaborate nei mesi scorsi da Fabrizio Barca».
Pittella: «Per usare le parole di Fabrizio Barca, quella mobilitazione cognitiva».
Civati: «Porre in essere quella che Fabrizio Barca chiama “mobilitazione cognitiva”».
COME SI SCRIVE STARTUP?
Civati: «Eccellenze incontestabili [...] start-up tecnologiche tra le migliori d’Europa».
Pittella: «Vanno promosse le startup innovative».
Cuperlo: «Scommettere sui talenti, sostenere le tante start up che aprono strade nuove».
CATOBLEPISMI
Civati: «Cicli semaforici»; «Postumità».
Pittella: «Infrastrutturazione civica»; «L’elaborazione del partito nazionale deve offrire semilavorati da affinare e definire ad ogni livello».
GERUNDI
Cuperlo: «Depauperando saperi».