Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 22 Venerdì calendario

QUANT’È SVIZZERA LA GERMANIA


La Baviera è andata a votare e ha deciso che dei Giochi olimpici invernali del 2022 non ne vuole sapere. In un referendum, le quattro regioni alpine del land che li avrebbero dovuti ospitare – Monaco, Garmisch-Partenkirchen, Traunstein, Berchtesgaden – hanno detto altrettanti Nein alla candidatura. Con percentuali tra il 52 e il 60. Franz Beckenbauer, ex mito del calcio tedesco, ha predetto che se ne pentiranno, un giorno. Il sindaco di Monaco, Christian Uder, ritiene invece la bocciatura non confinata al 2022 ma “permanente”. Ci sono parecchie considerazioni da trarre. Quella ovvia è che i cittadini sono più saggi dei loro leader politici, quando gli si dà modo di esprimersi. Chi si è opposto lo ha fatto – dichiaratamente - perché l’Olimpiade avrebbe rovinato l’ambiente, sarebbe costata un sacco di soldi, sarebbe stata condotta sotto l’egida degli sponsor, legittimi ma dei quali i bavaresi pensano di potere fare a meno. In parecchi altri Paesi, una motivazione in più sarebbe stata la corruzione che spesso eventi del genere si portano dietro.

A CHI PIACCIONO I GIOCHI Una seconda lezione è tutta tedesca ma altrettanto interessante. Nelle regioni più ricche della Germania, gran parte dei cittadini tende a non volere grandiosità (sentimento che Angela Merkel ha colto alla perfezione). Molti vorrebbero che il Paese diventasse una grande Svizzera, neutrale, senza troppe ambizioni ma anche senza grattacapi e grilli per la testa. Parentesi: la Svizzera non ha mai ospitato un’Olimpiade estiva e solo due invernali, a Sankt Moritz, nel 1928 e nel 1948 (quando il resto d’Europa era ancora in macerie): la scorsa primavera anche il cantone di Graubünden ha bocciato i Giochi del 2022 in un referendum, come la Baviera.
Il terzo motivo di riflessione riguarda il futuro delle colossali manifestazioni sportive, Olimpiadi e Mondiali di calcio. Per alcuni, continuano a essere un’opportunità: Pechino ha ribadito la grandezza cinese al mondo e Londra ha mostrato di sapere fare con nonchalance cose che New York non tenta nemmeno; e dovrebbero servire, quelle di Sochi il prossimo febbraio, a Vladimir Putin per affermare che la Russia è ancora nella fotografia dei grandi. Ma la scorsa estate, le massicce manifestazioni in Brasile contro i Mondiali del 2014 e l’Olimpiade del 2016 hanno raccontato che persino un Paese ammalato di sport può mettere in discussione la megalomania di certi eventi. Se anche il Brasile si sente Svizzera, nemmeno le Olimpiadi sono più scontate.

@danilotaino