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 2013  novembre 22 Venerdì calendario

COTTARELLI VUOLE FARE I TAGLI CON UNA FORBICE DI CARTONE


È come una scena da film western: nel villaggio sperduto in balìa dei banditi arriva lui, il Vendicatore, lo Sceriffo senza macchia e senza paura, che ripristinerà la giustizia. Ma al primo duello, i cattivi si accorgono, sghignazzando, che ha la colt caricata a salve. Carlo Cottarelli, il nuovo commissario per la spending review ingaggiato dal governo Letty, la faccia da cowboy ce l’ha e gli anni di militanza in America pure. Peccato che, proprio come nei film, la sua pistola sembra per ora di quelle da stuntmen, che fanno tanto rumore ma non potranno mai centrare il bersaglio.
Il documento sui tagli alla spesa pubblica, preparato da Cottarelli e presentato l’altro giorno dal ministro Saccomanni è, sì, ambizioso perché triplica l’obiettivo economico di questa «tosata», ma è anche furbetto, perché differisce alla primavera-estate (cioè, alla lettera, potenzialmente fino al 21 settembre del 2014!) il varo del documento operativo vero e proprio. Tra un’era geologica, insomma, un’era lastricata di incognite politiche, di «decadenze» da votare, di elezioni europee, di mille turbolenze possibili sull’equilibrio dell’esecutivo, tali da lasciare tutto «sub judice».
Di buono c’è che nel triennio 2014-16 il totale degli interventi dovrebbe essere di 32 miliardi, il triplo di quel che prevedeva la legge di Stabilità (la stessa «stoppata» dall’Unione europea). Ma va detto chiaro e tondo che negli enunciati programmatici del documento ci sono alcune lacune grandi come case, che o saranno corrette strada facendo o davvero rischieranno di ridicolizzare il tutto, come la pistola a salve dello sceriffo.
In particolare, il documento non ha avuto il fegato di affrontare il nodo dello sperpero pubblico per eccellenza, che è la spesa degli enti locali, oltre che quella per le scuole e le università. Per cui, dei 135 miliardi di euro annui che sarebbero virtualmente «aggredibili» con gli strumenti di ottimizzazione dei costi utilizzati dalla Consip, solo una quarantina sarà «filtrata» e ridotta, ma il resto no. La cautela del governo sui tagli agli enti locali raggiunge l’apice in materia di sanità. Ma non per una malintesa sollecitudine verso i malati bensì per la difficoltà, se non l’impossibilità, di dare ordini alle Regioni, con le quali infatti Palazzo Chigi è ridotto a «trattare», il che già la dice lunga sull’inopportuno fair play col quale Letta & C. stanno affrontando il tema. Una trattativa, c’è da scommetterci, che sarà tutta in salita: è da sette anni che i governi italiani cercano invano di far rispettare i «costi standard» sostenuti dalle regioni virtuose anche a quelle sprecone. Senza riuscirci.