Paolo Siepi, ItaliaOggi 22/11/2013, 22 novembre 2013
PERISCOPIO
In quale altro partito il segretario avrebbe rinunciato a presentarsi con una sua proposta all’assemblea che doveva decidere sulla sfiducia alla Cancellieri? C’è dovuto andare il presidente del Consiglio per ricordare a tutti che se un partito di governo vota con l’opposizione contro il governo, non c’è più il governo. Civati, questo, l’ha definito un «ricatto», ma invece è solo l’Abc della politica. Antonio Polito. Corsera.
Nell’ultimo anno, il Pd non ne ha azzeccata una, e può ancora peggiorare. Jena. la Stampa.
Dunque: nel 2013 il mercato dell’auto europeo ha registrato la ripresa del 4,7 per cento. La quota di Fiat, invece, si è ridotta del 7,3 per cento. Ora, io la colpa solo a Landini non riesco a darla. Antonio Punzioni. Il Foglio.
D’Alema ha una barca a vela, ma è una barca di sinistra perché si può solo cazzare... E tu Massimo, hai cazzato tantissimo. Maurizio Crozza, il 22 febbraio 2006, al Palottomatica, presente D’Alema in platea.
Dario Fo: Molière elevato al Cuba. Marcello Marchesi, Il Dottor Divago. Bompiani.
Le Ferrovie dello Stato hanno chiesto 2,6 milioni di euro di danno, più 2 che Moretti ha chiesto a me personalmente. Ma quella querela si è risolta bene perché le Ferrovie hanno dovuto pagare anche le spese legali. La causa più assurda ci è stata fatta da una ditta olearia che sosteneva che io avessi detto una determinata frase che non mi ero mai sognata di dire. C’erano le registrazioni, che senso aveva querelare se non per intimorire? Milena Gabanelli. Sette.
Tutti dannunziani, a partire da Franco Fiorito, «er Batman» di Agnani. Gli indagati considerano i soldi pubblici, quelli assegnati ai gruppi delle giunte, comprese le famose spese «di rappresentanza», come un bancomat personale per il piacere. caffè, massaggi, camere d’albergo, orologi d’oro, tablet, profumi e balocchi. Aldo Grasso. Corsera.
L’Italia non esiste. È un’espressione geografica. Uno stivale che s’allunga pigro nel Mediterraneo, una graziosa penisola purtroppo in gran parte rovinata dagli italiani. L’idea di farne uno Stato, una Nazione con la maiuscola, come se fossimo la Spagna o l’Inghilterra, è una sciocchezza sesquipedale, che perdoniamo al conte Cavour soltanto perché, maturato nella lingua e nella cultura d’Oltralpe, pensava, in buona fede, di vivere in Francia. Fabrizio Rondolino, L’Italia non esiste. Mondadori.
Nei film di Nanni Moretti i «ricchi» non sono mai personaggi negativi mentre i politici sì. In un lungometraggio da lui interpretato e prodotto, il Portaborse, Moretti dipinge, per esempio, l’arroganza di chi ci governa e lo squallore del relativo sottobosco in modo perfetto. Alessandro De Nicola. la Repubblica.
A Praga, in piazza San Venceslao, durante l’occupazione sovietica, c’è uno che sta vomitando. Una persona che gli passa accanto lo guarda e, facendo tristemente un cenno con la testa, dice: «Se sapesse come la capisco...». Milan Kundera, Il libro del riso e dell’oblio. Bompiani.1978.
Perfino don Piddu facci di lignu (faccia di legno) di tanto in tanto rideva come ridono i cani, sollevando il labbro superiore e scoprendo due denti d’acciaio: due canini che una delle sue numerose vittime, prima di morire, era riuscita a spezzargli. Sergio Trabia s’era lasciato scappare un rutto così forte, da far arrossire di vergogna gli Amorini dipinti ai quattro angoli del soffitto, ma nessuno ci aveva badato e lui, allora, si era allentato la cravatta e si era aperto il colletto della camicia per essere più libero, casomai l’evento avesse dovuto ripetersi . Sebastiano Vassalli, Il cigno. Einaudi.
Mio padre (Egisto Corradi, uno dei più grandi inviati del Novecento, ndr) un giorno mi raccontò di un incubo ricorrente che da anni gli si ripresentava, di notte. Sognava - lui giornalista e inviato di guerra - di essere in un posto in cui era accaduto qualcosa di grave, e di dover urgentemente dettare il pezzo al giornale. Ma il telefono dell’albergo non funzionava, e la cabina era guasta, e non c’era modo di comunicare con gli stenografi, irraggiungibili oltre la cornetta muta. Quell’incubo era l’ansia accumulata da un giornalista inviato su alluvioni, terremoti, rivolte; in luoghi dove una catastrofe annientava quelli che allora eran chiamati i moderni mezzi di comunicazione. Mio padre è morto nel 1990. E quando io ripenso a quel suo sogno, mi piacerebbe averlo accanto a me, in una sera come questa, a casa: mentre scrivo su un pc, e, se ho un dubbio su una data o su un nome, su Google in un istante accedo a ciò che un tempo avrei trovato nei ponderosi volumi della Treccani. Marina Corradi. Tempi.it.
Volantini di propaganda lanciati da aerei ed elicotteri durante la guerra del Vietnam: 6.245.200.000. Ian Sansom, L’odore della carta. Tea.
L’arte oratoria non è che abbia fatto molti progressi: quando Demostene parlava per sei ore, quella era eloquenza, adesso la chiamano ostruzionismo. Fra Cicerone che convinceva anche gli avversari e Flaminio Piccoli che non persuade neanche quelli della sua corrente, ci corre una ventina di secoli. Forse l’unica invenzione moderna per incastrare l’interlocutore è la formuletta candida e perfida del «lei mi insegna» che lubrifica a vasellina qualsiasi argomentazione e coinvolge l’altro in affermazioni che mai si sarebbe sognato di fare. È un po’ l’equivalente del «Français je vous ai compris», francesi vi ho capito, con cui De Gaulle usava iniziare i suoi discorsi. Lei mi insegna che la vera pasta e fagioli è quella veneta, che la crisi è tutta colpa dei sindacati, che lo sci nautico provoca la calvizie, che il marxismo è finito prima di Carlo Marx. E se non ci si vuol trovare ad annuire e a condividere, bisogna avere una perfetta padronanza delle proprie vertebre cervicali. Luca Goldoni, Lei mi insegna. Mondadori.
Ognuno di noi è diverso a modo suo e la cosa più difficile è essere uguali. Walter Siti, Le cose cambiano. Storie di coming out. Edizioni Corsera.
Che differenza c’è fra un uomo che rumina e una vacca che parla? Alessandro Bergonzoni. ilvenerdì.
Io sono figlio del Nebbiolo e cultore del monovitigno. Come produttore ho un’anzianità di solo sei vendemmie, pochissime, se ripenso a quello che ha scritto la baronessa Rothschild: «Il vino è un grande affare: soltanto i primi duecento anni sono un po’ difficili». Oscar Farinetti. Corsera.
Le ideologie sono le matrici di una dittatura; i dogmi di una teocrazia. Roberto Gervaso. il Messaggero.