Aldo Grasso, Corriere della Sera 22/11/2013, 22 novembre 2013
LA NUOVA FRONTIERA DEL PRESIDENTE LOWE
Oggi cade il cinquantesimo anniversario dell’assassinio di J.F. Kennedy, uno dei personaggi più celebrati e discussi del ventesimo secolo. Le reti tv hanno dedicato molto spazio al Presidente, cercando anche di riflettere sul vero significato della sua eredità politica, dalla fortunata immagine della Nuova Frontiera alla guerra fredda, dalla crisi dei missili a Cuba ai prodromi del Vietnam. Per non parlare della sua chiacchierata vita privata.
National Geographic Channel ha proposto il film tv Killing Kennedy , prodotto da Ridley Scott. A interpretare il Presidente è l’attore Rob Lowe, mentre il suo assassino, Lee H. Oswald, ha il volto di Will Rothhaar. Il film è basato sull’omonimo best-seller del giornalista di Fox News Bill O’Reilly (il nemico pubblico numero uno di Jon Stewart) con Martin Dugard e mira a raccontare le vite parallele di JFK e di Lee Oswald, fino a quel 22 novembre 1963 con l’omicidio che segnò la storia degli USA.
Qualcosa della vita di Kennedy sapevamo, mentre ci erano ignoti tanti particolari di quella del suo assassino. E infatti seguiamo l’ex marine, attratto dall’URSS, chiedere la cittadinanza sovietica, andare a vivere a Minsk, per poi decidere di tornare negli USA con la moglie russa Marina. Qui continua la sua militanza a favore del comunismo e, specialmente, della Cuba castrista, finché non perde diversi lavori ed è abbandonato dalla moglie. È un caratteriale, un violento, uno spostato (non è un’interpretazione un po’ semplicistica?).
Il difetto principale del film è che, nel raccontare il percorso parallelo dei due, finisce per sposare il punto di vista di Oswald. E anche il successivo assassinio di Jack Ruby è tirato via con superficialità.
P.S.: Per saperne di più. Un interessante articolo online di The Atlantic («Film’s Failed Quest to Understand JFK’s Death») spiega bene perché i film sul Kennedy sono spesso una mezza delusione.