Sergio Romano, Corriere della Sera 22/11/2013, 22 novembre 2013
I DUE AMBIENTALISMI DAL CLUB DI ROMA A OGGI
«Gli osservatori vorranno sapere se la politica dei Verdi in Provincia di Bolzano sia sempre compatibile con quella di Sel». Se lo chiede lei, sul Corriere del 6 novembre, in risposta alla lettera, in cui il noto albergatore ladino Michil Costa si congratula del bel risultato che i Verdi del Sudtirolo, con Sel in lista, hanno ottenuto alle recenti elezioni provinciali. La sua domanda mi sorprende, conoscendo e apprezzando il suo orientamento liberale nel miglior senso del termine. Come può preoccuparsi tanto della disciplina di gruppo di una formazione politica? Se non fossero sempre compatibili le posizioni di Verdi e di Sel, che problema ci sarebbe? Discuteranno. I rapporti di forza fra le due sono tali che da disquisire resterà poco. Tutti e tre gli eletti al Consiglio provinciale sono Verdi. Caso mai si pone il problema di come ricompensare Sel del suo apporto al buon risultato. Mi sento chiamato in causa, essendo stato eletto, da Verde alle politiche di febbraio, da un collegamento di liste fra Verdi sudtirolesi e Sel. Da allora sono deputato alla Camera (primo sudtirolese di lingua tedesca al di fuori della Südtiroler Volkspartei) e siedo nel gruppo Sel, leale e libero, assolutamente compatibile, senza votare sempre allo stesso modo. Alla Sel, appunto, ove la elle sta per libertà.
on. Florian Kronbichler
Verdi-Sel, Bolzano
Caro Kronbichler,
Credo che nel movimento ambientalista siano presenti, sin dagli inizi, due anime. La prima è figlia del Club di Roma, fondato nel 1968 da un imprenditore italiane, Aurelio Peccei e da uno scienziato scozzese, Alexander King. Il suo «Rapporto sui limiti dello sviluppo» apparso nel 1972 aprì una discussione sull’esaurimento delle risorse naturali (in primo luogo gli idrocarburi) che ancora divide l’opinione pubblica e il mondo degli studiosi in campi contrapposti. Anche chi dissente dalle previsioni pessimistiche del rapporto non può comunque non riconoscergli il merito di avere enormemente contribuito alla nascita di una sensibilità ambientalista a cui i governi non potevano restare indifferenti. A me sembra che i Verdi siano tanto più efficaci nelle società contemporanee quanto più appartengono a questa branca della famiglia ambientalista. «Verde», in altre parole, non dovrebbe essere sinonimo di «anticapitalista». Il governo di Gerhard Schröder, in Germania, nacque nel 1998 da un’alleanza fra social-democratici e verdi, ma questo non gli impedì di fare riforme economiche e sociali che hanno reso il capitalismo tedesco più efficace e dinamico.
Nello stesso anno in cui Peccei e King fondarono il Club i Roma (1968), tuttavia, i grandi moti studenteschi tennero a battesimo un movimento in cui la battaglia per l’ambiente nascondeva un forte pregiudizio anti-capitalista. Lo slogan degli ecologisti d’allora (sous le pavé la plage, sotto il selciato la spiaggia) evocava l’immagine di un idilliaco ritorno alla natura, ma divenne presto una parola d’ordine contro le industrie e più generalmente contro il capitalismo.
Credo che Sel abbia raccolto una parte di quella eredità e mi auguro che non finisca per condizionare la politica dei verdi della provincia di Bolzano. Era questo il senso della mia risposta alla lettera di Michil Costa.