Enrico Franceschini, la Repubblica 22/11/2013, 22 novembre 2013
LONDRA, TRE DONNE IN SCHIAVITÙ DA 30 ANNI
Tre donne tenute prigioniere per 30 anni, a due passi dal Tamigi: ecco l’ultimo shock che ci arriva da un luogo inaspettato, dal cuore di una nazione civile e democratica, dal centro della più grande metropoli d’Europa, otto milioni di abitanti e nessuno si era accorto di niente. La tragedia della schiavitù non è più una novità nel mondo d’oggi che si crede civilizzato, e migliore di quello dello schiavismo dei secoli passati: secondo un recente rapporto ci sono attualmente trenta milioni di schiavi in ben 162 paesi, e non si è ancora spento l’orrore per la storia di tre donne liberate in Ohio la primavera scorsa dopo essere state rapite più di dieci anni prima, o per quella di Natascha Kampusch, la ragazza austriaca rapita a 10 anni e fuggita solo nel 2006, dopo otto anni di abusi e violenze indicibili. Ma quando ieri sera l’ispettore Kevin Hyland si è affacciato sul piazzale di Scotland Yard per annunciare alla stampa quello che aveva scoperto, nemmeno lui è riuscito a trattenere lo sgomento: «Ne ho viste tante nella mia carriera », si è lasciato sfuggire abbandonando per un attimo il testo del comunicato, «ma questa non mi era mai capitata. Non ricordo altri casi di schiavitù durata trent’anni».
Non si sa ancora come siano state catturate e come siano state tenute così a lungo in schiavitù: ma è certo che tre donne, una malese di 69 anni, un’irlandese di 57 e una britannica di 30 (dunque prigioniera da quando era in fasce), hanno vissuto per tre decenni in una casa ordinaria di una strada ordinaria del sud di Londra, usate come schiave dai loro padroni, una coppia, un uomo e una donna, entrambi di 67 anni (stando alle prime informazioni non sarebbero cittadini britannici), arrestati giovedì mattina. Per il momento, secondo Scotland Yard, sembra che lo scopo della prigionia fosse solo «il servaggio domestico»; ma le tre vittime, subito affidate ai servizi sociali, sono «terrorizzate e fortemente traumatizzate». Cosa abbiano sofferto in quella casa degli orrori, al di là della privazione della libertà, probabilmente emergerà solo poco per volta.
Si sa però in che modo rocambolesco sono fuggite. Dopo avere visto un documentario televisivo in cui Freedom Charity, un’associazione che si batte contro la schiavitù, invitava a denunciare casi del genere, una delle tre ha approfittato di un momento in cui erano sole in casa per telefonare al numero verde fornito dal programma tivù. Godevano di periodi di «libertà controllata», tale era il grado di sottomissione psicologica loro inflitto dai due anziani padroni. D’accordo con le forze dell’ordine, gli psicologi di Freedom Charity hanno localizzato l’abitazione e organizzato la fuga delle tre donne, che sarebbe avvenuta il 25 ottobre scorso. Solo dopo averle interrogate a lungo per comprendere tutti i particolari del caso, la polizia ha operato ieri mattina l’arresto dei due responsabili. «Sono scioccata », dice il ministro degli Interni Theresa May. Chi non lo sarebbe davanti a una storia simile? Londra: 8 milioni di abitanti, ma spesso nessuno conosce il vicino di casa. E qualche volta il vicino è un mostro dalle sembianze innocue.