Filippo Facci, Libero 22/11/2013, 22 novembre 2013
DISORDINE
Sapevamo che l’Ordine nazionale dei giornalisti aveva segnalato l’ennesimo «caso Santoro» dopo che Michelle Bonev, in diretta, aveva detto che Francesca Pascale era lesbica. Sapevamo che l’Ordine del Lazio aveva archiviato tutto, non ravvisando «gli elementi per un rinvio al Consiglio territoriale di disciplina ». Non sapevamo, però, che l’Ordine del Lazio non aveva il potere di archiviare nulla, visto che il potere «istruttorio e decisorio» (dpr 137/2012) è riservato appunto al Consiglio territoriale di disciplina, organismo che il caso Santoro non l’ha mai visto, perché l’Ordine del Lazio non gliel’ha spedito. Non sapevamo che il Ministero della Giustizia, un anno fa, ha chiarito che una condotta come quella dell’Ordine del Lazio corrisponde a un abuso. Non sapevamo che un consigliere dell’Ordine della Lombardia, perciò, ha denunciato l’Ordine del Lazio per abuso d’ufficio. Non sapevamo neanche che un consigliere dell’Ordine del Lazio, intanto, ha denunciato chi aveva denunciato Santoro, cioè ha denunciato il segretario nazionale Roberto Pirovano. In sintesi: dopo che l’Ordine nazionale ha denunciato Santoro, l’Ordine regionale del Lazio - già denunciato dall’Ordine della Lombardia per non aver denunciato Santoro - ha denunciato il segretario dell’Ordine nazionale all’Ordine regionale di appartenenza, che è quello della Lombardia. L’Ordine della Lombardia ha archiviato. E la funzione chiarificatrice dell’Ordine dei giornalisti è sempre più chiara a tutti.