Angelo Mincuzzi, Il Sole 24 Ore 22/11/2013, 22 novembre 2013
IL «GIALLO» DEI SOLDI A GIANNINI ATTRAVERSO UNA ONLUS SANITARIA
Nella Fondiaria di Ligresti circolavano strane voci sui rapporti tra l’ingegnere di Paternò e l’ex presidente dell’Isvap, Giancarlo Giannini. Al sostituto procuratore Luigi Orsi, che cerca le prove della corruzione di Giannini, sono l’ex direttore generale di Fonsai Piergiorgio Peluso e l’attuario Fulvio Gismondi a raccontare di quegli insoliti boatos. Gli interrogatori spuntano tra le carte depositate dalla procura al termine delle indagini che ipotizzano il reato di corruzione per Giannini e per Ligresti, e la calunnia per Giannini.
«Le ho gia riferito - dice Gismondi a Orsi il 16 aprile 2012 - quanto nell’ottobre-novembre 2011 Erbetta (Emanuele Erbetta, ex amministratore delegato di Fonsai, ndr) mi ha detto di aver saputo da Peluso e cioè che Fonsai avrebbe fatto avere dei soldi a Giannini attraverso una Onlus sanitaria. Da come mi è stato riferito ho inteso che il mondo Fonsai ha erogato denaro a una Onlus sanitaria la quale lo avrebbe ricevuto per indirizzarlo poi a Giannini». Gismondi contestualizza il periodo di quella confidenza e cioè «il momento storico nel quale la famiglia è entrata in conflitto con Peluso». Nell’autunno del 2011, prosegue l’attuario, «Peluso aveva puntato i piedi quanto alle svalutazioni di bilancio Fonsai, ciò che la famiglia Ligresti evidentemente non gradiva. Ho assistito personalmente a un incontro nel corso del quale Jonella Ligresti ha detto ad Erbetta che Peluso avrebbe dovuto essere allontanato».
Il 13 novembre 2012 Gismondi ed Erbetta vengono messi a confronto nella stanza del pm ma le versioni dei due non coincidono. Gismondi conferma le dichiarazioni di sette mesi prima e, anzi rincara la dose. Dice: «Nel momento in cui Erbetta mi riferì quello che oggi è oggetto di accertamento la situazione nel gruppo Fondiaria era caratterizzata da uno stato di agitazione della famiglia Ligresti nei confronti di Peluso... Questo il contesto in cui Erbetta mi riferì che la famiglia Ligresti pagava Giannini... Erbetta mi disse "sta succedendo un casino. Peluso è furioso con la famiglia Ligresti perché ha scoperto che pagano l’Isvap attraverso una Onlus sanitaria». Ma Erbetta non ricorda, conferma soltanto che nel momento in cui «io e Peluso abbiamo assunto le rispettive cariche... abbiamo indagato su possibili vie di erogazione di danaro all’Isvap». Erbetta aveva sostenuto in un precedente interrogatorio di aver raccontato a Peluso di una erogazione di denaro avvenuta dieci anni prima: una sponsorizzazione da parte di Fondiaria di una colonia gestita dall’ospedale Bambin Gesù di Roma, nel quale operava come volontaria la moglie di Giannini.
E Peluso? Il figlio del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, viene sentito il 30 ottobre 2012 come persona informata sui fatti. Peluso non parla della Onlus sanitaria ma introduce la figura dell’avvocato Mario Tuccillo, storico avvocato della Sai e delle più grandi compagnie assicurative italiane e titolare di un grande studio legale a Napoli. «All’interno di Fondiaria - racconta Peluso - circolavano voci sul fatto che Ligresti e Giannini avessero rapporti per così dire privilegiati. Era ricorrente il rumor secondo il quale il canale di trasferimento di danaro fosse l’avvocato Tuccillo, un legale napoletano che aveva assunto l’incarico di occuparsi della liquidazione sinistri a Napoli e che percepiva parcelle significative», ma dai controlli non emersero irregolarità. Nelle carte depositate insieme all’avviso di conclusione delle indagini non c’è nessuna traccia che confermi le parole di Peluso circa il ruolo di Tuccillo e lo stesso avvocato, interpellato dal Sole-24 Ore, definisce «destituite di totale fondamento e calunniose» le affermazioni contenute nei verbali.
Allegate alle carte ci sono le cifre dei pagamenti ricevuti dallo studio legale Tuccillo: dal 2010 al 2012 Fondiaria-Sai e Milano Assicurazioni hanno versato onorari per 28,4 milioni di euro. Fondiaria ha invece pagato in tutto 3,6 milioni allo studio legale di Marco Cardia, figlio dell’ex presidente della Consob, Lamberto Cardia. Di Marco Cardia parla a Orsi il responsabile degli Affari legali corporate di Fonsai, Riccardo Quagliana, sentito come testimone il 13 novembre 2012. «Non mi consta che Peluso abbia avuto consapevolezza di soldi a Giannini prima di essere interrogato da lei - risponde Quagliana al pm -. Il tema della corruzione in realtà era emerso ma non riguardava Giannini ma invece Cardia. Il figlio dell’ex presidente della Consob ha avuto incarichi da Fondiaria per svariati milioni di euro». Ma anche in questo caso, dalle carte non emergono elementi che confermano queste affermazioni. Il giallo degli ipotetici soldi a Giannini resta irrisolto. Di certo c’è solo la "raccomandazione" di Ligresti a Berlusconi per assicurargli la guida dell’Antitrust. Fallita pure quella.