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 2013  novembre 22 Venerdì calendario

LA VERITA’ DI SCALFARI SULL’INTERVISTA AL PAPA

La ricostruzione di un colloquio con il Papa, più che vera intervista. Così aveva definito Eugenio Scalfari l’articolo pubblicato sulle pagine di Repubblica lo scorso primo ottobre. Un testo che il Vaticano ha cancellato dal proprio sito web ufficiale. Durante un incontro internazionale, il giornalista aveva riconosciuto che nel suo racconto aveva messo alcune parole in bocca di Francesco, frasi mai da lui pronunciate, senza indicare quali; tuttavia, aveva anche ribadito che prima di pubblicarlo aveva avuto ben due autorizzazioni da parte del segretario del pontefice.
Dal momento della pubblicazione, il testo ha scatenato accese polemiche nella Curia romana. Soprattutto per certi passi con delle frasi ambigue, forti, che figuravano tra virgolette. Due tra tante: la denuncia del vescovo di Roma contro la corte vaticana, quella «lebbra del papato», e un’altro passo sulla coscienza morale degli atei.
In un primo momento, il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, aveva anche pensato che Scalfari avesse registrato la conversazione, poiché così dettagliata. Ma lo scorso giovedì, il giornalista confermava di non aver registrato il suo dialogo con papa Francesco, anzi non avrebbe neanche presso appunti, e che alcune delle frasi pubblicate erano prodotti della sua memoria. Anche i virgolettati. Si era giustificato dicendo di aver da 49 anni lavorato nella stessa maniera, persino nei suoi dialoghi con personaggi come Francois Mitterand.
Poi ha offerto una ricostruzione sulla sua richiesta aperta a Jorge Mario Bergoglio di pubblicare il contenuto della loro conversazione. Scalfari ha detto di aver ricevuto un «doppio ok» da parte del segretario personale del Papa, il maltese Alfred Xuareb.
«Sono andato, abbiamo avuto una lunga conversazione, non ho presso alcun appunto. L’incontro è durato un’ora e venti. Alla fine ho detto: “Santità, Lei mi permette di dare notizia pubblica sul fatto che abbiamo avuto questa riunione?”. “Certamente”, mi ha risposto. “Ho il Suo permesso di pubblicare il contenuto del nostro colloquio?” “Ma certo, certo, lo racconti”. “Come Lei capirà, Le manderò la copia”. “Mi sembra tempo perso”, ha detto. Io ho ribadito che non sarebbe stato tempo perso, perché io ricostruisco quello che ci siamo detti, ma può darsi che a Lei non piaccia; in quel caso Lei rompe tutto e come se non fosse stato scritto. O meglio, fa tutte le correzioni. Metto questo testo nelle Sue mani. Ha detto: “va bene, se Lei insiste, me lo mandi, ma, ripeto, perdiamo del tempo. Io mi fido di Lei”», ha raccontato Scalfari.
Ha anche detto che dopo aver finito di redigere il testo lo ha inviato in Vaticano con una lettera nella quale spiegava che la sua era una “ricostruzione”, nella quale c’erano alcuni elementi estranei, per indicare ai lettori chi era il Papa.
Il giornalista ha anche detto, citando una avvertenza scritta nella sua missiva: «Consideri che alcune cose che Lei ha detto io non le ho incluse, ed altre che io La faccio dire tra virgolette, Lei non le ha dette, ma io le ho incluse perché consideravo che, facendogli dire certe cose, il lettore poteva capire meglio chi è Lei. Perciò, la legga bene questa ricostruzione».
«Dopo tre giorni, mi ha telefonato Alfred (Xuareb, segretario papale, ndr), comunicandomi l’ok per la pubblicazione. Ma io ho chiesto: “Ha letto questa lettera?”. “Questo non me l’ha detto”, ha risposto. “Per favore, chieda al Papa se ha letto il racconto”. Ma quel mattino il Papa era fuori, quindi mi ha detto che avrebbe chiamato più tardi. Ho ricevuto la telefonata dopo le 2 e la sua frase è stata: “Il Papa ha detto ok”. Io ho risposto domandando nuovamente se il Papa aveva confermato la lettura, ma don Alfred mi ha detto che il Papa aveva insistito: “Ti ho già detto al mattino che è ok, diglielo di nuovo”, ha affermato il fondatore di Repubblica.
Inoltre, ha assicurato di non lamentare il fatto che l’articolo sia stato cancellato dal sito web ufficiale del Vaticano. Ma ha anche ribadito che Francesco non ha smentito il testo, come affermano invece le testate Il Foglio e Libero.
Ha anche mostrato come prova la lettera inviata al Papa lo scorso 23 ottobre, nella quale esprimeva il suo desiderio di incontrarlo di nuovo, «se la provvidenza ci lascia un momento libero».
Scalfari ha anche parlato sui passi polemici della sua ricostruzione. Sulla frase nella quale Bergoglio avrebbe detto che gli atei devono seguire la loro coscienza per fare il bene, Scalfari è stato chiaro: «Questo è quello che ha detto lui». Cioè, questa non sarebbe una delle frasi che ha messo in bocca del Papa.
Un po’ meno sicuro si è dimostrato riguardo “l’esperienza mistica” che avrebbe avuto Bergoglio prima di accettare la sua elezione.
«Quando mi ha dato l’ok per la pubblicazione, don Alfred mi ha detto: “Su un punto solo il Papa non ricorda di averglielo detto in quei termini. Si tratta del momento mistico. A me ha detto che nel momento nel quale si era ritirato gli era venuta una angoscia perché era incerto tra accettare o meno; ha chiuso gli occhi e si è detto di lasciar passare l’angoscia. Ha voluto non pensare a nulla, ma è stato invaso da una luce accecante per alcuni istanti e poi è scomparsa”», ha spiegato.
«Può essere che io mi ricordi male. Mi ha detto che quello era successo lì; infatti il Papa non è uscito subito, si è ritirato in una stanza prima di affacciarsi, questo è sicuro», ha concluso.