Carlo Laudisa, La Gazzetta dello Sport 22/11/2013, 22 novembre 2013
CELLINO: «IO A CAGLIARI ORMAI MI SENTO UN ESULE»
Le porte girevoli di Massimo Cellino. Per Nainggolan apre la porta alla Juve e la tiene socchiusa all’Inter. Ma soprattutto chiude all’ipotesi di una cessione del Cagliari, nonostante una crisi di rigetto che lo ha riportato negli States, lontano dalle nevrosi da stadio. Cioè la sua incompiuta, il tarlo che gli ha cambiato la vita: carcere compreso. Parla di tutto ciò, senza mezze misure.
Il presidente Thohir s’è sbilanciato: vuole Nainggolan all’Inter.
«Mi fa piacere. Peccato, però, che nessuno me l’abbia chiesto. Al contrario di altri».
In effetti la Juve lo corteggia da tempo.
«Da almeno due anni me lo chiedono e do atto a Marotta e Paratici d’essersi comportati bene. So che ci sono. Ma non hanno mai fatto pressioni. E questo l’ho apprezzato».
Se venissero a chiederglielo a gennaio?
«Lascerei Radja libero di decidere. Del resto dopo 5 anni cosa devo pretendere di più da lui? Ha sempre dato tutto, merita nuovi traguardi. Anche perché ora a Cagliari stiamo già facendo il massimo per la situazione in cui ci troviamo».
Intanto c’è la salvezza da conquistare. Può essere un ostacolo?
«Da questo punto di vista sono fiducioso. Ora siamo a 13 punti, magari il 30 gennaio saremo a quota 32: come quando diedi Matri alla Juve».
La spina è sempre lo stadio Sant’Elia.
«E’ una pena veder giocare la squadra davanti a 4.000 spettatori e passa. Mi hanno fatto smontare la struttura di Is Arenas, contando sull’agibilità massima di 19.000 spettatori al Sant’Elia. Invece…»
Perciò da un paio di mesi è tornato a Miami?
«Non solo. Ho fatto la scelta dell’esiliato, ma la verità è che mi sento più libero negli Stati Uniti che nella mia terra».
Quindi non torna più?
«Sto lavorando per il Cagliari, ho girato l’America alla ricerca di rinforzi. Ci tengo al bene del Cagliari. Più avanti tornerò, ma la mia famiglia ormai ha ripreso la residenza a Miami. E i miei figli ormai studiano qui».
Quanto le pesa ancora l’esperienza del carcere?
«Tanto, sono stati tre mesi allucinanti. Soprattutto è sbalorditivo come dopo la scarcerazione non ci sono stati sviluppi. Né i magistrati sardi hanno risposto alla Cassazione. Ho quattro capi d’imputazione, ma l’inchiesta sembra si sia arenata».
La sua può apparire una fuga.
«Lo metto in chiaro sin da ora. Se si arriva al dibattimento io vengo a difendermi di persona. Anzi, ho la coscienza a posto per dire che dimostrerò l’infondatezza delle accuse».
Sono giorni terribili per la sua Sardegna.
«Ho visto le immagini in tv. E soffro in silenzio, come la mia gente. E’ una sventura della natura. Adesso rimbocchiamoci le maniche. Con dignità. Non abbiamo bisogno dei politici che vengono a farci misere promesse solo per interessi elettorali. A Cagliari aspettiamo ancora da 10 anni che riparano il disastro di Capoterra».
Anche papa Francesco è vicino alla Sardegna.
«L’ho conosciuto quando è venuto a Cagliari. La sua benedizione sulla mia fronte m’ha lasciato un’emozione fortissima. Che mi dà ancora forza. E’ la figura che serviva. Un gesuita, un uomo concreto. Anche il suo messaggio ai sardi è stato chiaro. Purtroppo le sue parole sono state equivocate».
A che cosa si riferisce?
«Nel suo discorso il papa ha invitato la mia gente ad affrontare le difficoltà. Invece molti si aspettano un aiuto. Non ci serve. La Sardegna ha tutto per rilanciarsi, soprattutto l’orgoglio».
Ha in mente iniziative del Cagliari?
«Il lutto, certo. Ma il modo migliore per onorare le vittime è quello di scendere in campo lunedì per giocare al meglio. E magari vincere».
Con la Roma ha sempre un conto in sospeso?
«Purtroppo i nostri guai sono partiti da quel Cagliari-Roma non disputato. Con il club giallorosso ho sempre avuto ottimi rapporti, ma per colpa di qualcuno quel ricorso ha rovinato tutto».
Finalmente sta per essere varata la legge sugli stadi.
«E cosa cambia? Non è un problema di leggi. Io il nuovo l’avrei fatto. Purtroppo, però, in Italia c’è una mentalità sbagliata. I Comuni non rinunciano a quel potere».
Intanto ha preso Adan.
«E’ svincolato, ne parlano bene, lo mettiamo alla prova prima che riapra il mercato. Poi, si vedrà».