Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2013  novembre 22 Venerdì calendario

CAMBIAMENTI CLIMATICI BUCHI NERI NELL’OCEANO


Mentre le Nazioni Unite riconoscono che il riscaldamento globale è per il 95 per cento causato dalle attività umane, un’altra ricerca ha mostrato che non tutti i fattori in gioco sono ancora noti. In particolare, negli oceani si muovono vortici con diametri fino a 150 chilometri che trasportano acqua calda e salata e potrebbero mitigare l’effetto dello scioglimento dei ghiacci artici.
Questi vortici sono stati finora poco studiati perché gli studiosi non sapevano bene come individuarli. A questo hanno ora pensato George Haller, del Eth di Zurigo e Francisco Beron-Vera, dell’Università di Miami. I due ricercatori hanno messo a punto un modello matematico e l’hanno usato per riconoscere i vortici nelle immagini dei satelliti. È risultato così che hanno una forte somiglianza con i buchi neri, poiché sono circondati da una fascia coerente di fluido in movimento che li separa dall’oceano circostante. Per questo, difficilmente l’acqua in essi contenuta riesce a sfuggire e viene invece trasportata per grandi distanze. Haller e Beron-Vera hanno in particolare studiato gli anelli di Agulhas, il punto più meridionale dell’Africa dove hanno origine per poi spostarsi verso nord, trasportando con loro acqua calda e salata. Grazie alla nuova tecnica, è stato possibile seguire sette vortici per oltre un anno, senza che fosse osservata una perdita di acqua.