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 2013  novembre 22 Venerdì calendario

CALTAGIRONE E IL PIRATA DEI CARAIBI


Il pirata dei Caraibi tornerà presto sull’isola del tesoro. E, come accade al cinema, scenderà dalla nave con i ceppi ai polsi e un drappello di guardie inglesi a scortarlo in gabbia. Michael Misick non avrà le fattezze di Jack Sparrow, ma la sua storia è assai simile a quella del bucaniere interpretato da Johnny Depp. Potente premier di Turks and Caicos, minuscolo atollo e paradiso fiscale a un’ora di volo dalla Florida, il giovane leader del Partito nazionale progressista, che prima di entrare in politica vantava un conto in banca da 50 mila dollari, nel 2009 è scappato in Brasile con un mega bottino da 180 milioni. Soldi sottratti allo Stato (un protettorato britannico) grazie a tangenti, concussioni e ruberie che Misick ha messo a segno tra il 2003 e il 2009, quando era primo ministro in carica. Qualche giorno fa la Corte costituzionale brasiliana ha però dato l’ok definitivo alla sua estradizione, e Michael dovrà lasciare le spiagge di Ipanema e tornare in patria davanti ai giudici. Che, come ha scoperto "l’Espresso", gli chiederanno conto anche dei soldi ricevuti dai figli di Francesco Bellavista Caltagirone, il costruttore romano che controlla il gruppo Acqua Marcia.
La storia del novello pirata (che non rischia la forca, ma solo qualche lustro di galera) ha sconvolto il tranquillo tran-tran dell’arcipelago tropicale, patria di finanziarie offshore e di vip come Bruce Willis e Bill Clinton, che amano svernare sulle spiagge coralline. La vicenda è iniziata nel 2008, quando il ministero degli Esteri di Londra diede il via a un’indagine (pubblicata nel 2011 con il nome di "The Auld report", dal nome del capo della commissione d’inchiesta sir Robert Auld) sui presunti abusi di Misick e di altri colleghi del suo esecutivo.
Gli inglesi scoprono di tutto: il primo ministro e suo fratello Chal si sarebbero fatti pagare da aziende americane ed europee per favorire i loro business sull’isola, mentre i fondi pubblici dell’ex colonia venivano utilizzati per gli aerei privati di Michael e per la Rolls-Royce Phantom che il premier regalava a sua moglie (un’attrice di soap a cui l’ufficio del turismo girò 300 mila dollari per diventare "testimonial" di Turks and Caicos). Anche altri ministri hanno partecipato al banchetto, che ha portato l’arcipelago e la sua banca più importante, la Tci, sull’orlo della bancarotta.
Tra le varie accuse da cui Misick dovrà difendersi c’è anche quella di aver intascato una tangente da 250 mila dollari da Ignazio e Gaetano Bellavista Caltagirone, due dei cinque figli di Francesco, finito nei guai, in Italia, per evasione fiscale e per le indagini giudiziarie sui porti di Imperia e di Fiumicino. Negli atti della commissione di inchiesta di sir Auld si legge che il 29 luglio 2005 Misick ha ottenuto un «presunto prestito dai fratelli Caltagirone (che vivono tra Roma e Miami ma sono fuori dall’azienda del padre, ndr.) di 250 mila dollari, denaro transitato sul conto bancario del fratello dell’allora primo ministro, Chal». Secondo gli inglesi la somma potrebbe essere «un possibile pagamento corruttivo» per favorire gli «interessi immobiliari dei fratelli Caltagirone»: il "prestito", infatti, non sarebbe mai stato restituito, né Misick lo avrebbe mai dichiarato alle autorità. Gli inglesi ipotizzano che l’ex premier fosse in affari con i Caltagirone e che avesse chiesto la tangente per autorizzare gli imprenditori italiani a costruire un albergo di lusso nella cittadina di Providenciales, zona in cui papà Francesco possiede da tempo una villa vista mare. In effetti - come confermano fonti dell’attuale governo - la famiglia romana progettava tramite una società estera di edificare un residence a cinque stelle, dotato di piscina, ristorante, bar, sauna e spa. I lavori del resort, però, terminarono quasi subito per mancanza di soldi. Se il pirata di Turks and Caicos è alla sbarra, a Roma Acqua Marcia ha rischiato il fallimento ed è oggi in concordato preventivo.