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 2013  novembre 21 Giovedì calendario

PERISCOPIO


Dice il ministro Orlando che avevano avvertito sulle alluvioni. Apperò. Maurizio Crippa.

La storia delle sentenze che vanno rispettate è una balla illiberale perché tutti noi critichiamo quanto ci pare e piace qualsiasi sentenza. Che le sentenze vadano «eseguite» (Esecuzione! Quale dolce parola con il boia incorporato) è un’altra balla come dimostrano le numerose eccezioni del passato, a cominciare da quella per Moranino che non fu una questione di guerra partigiana ma di plurimo omicidio politico a guerra finita. Vuoi mettere quanto più è nobile una strage seriale di un supposto evasore fiscale? Paolo Guzzanti. Il Giornale.

Perché mai una persona normale dovrebbe andare a votare? Per dare una bella sferzata di entusiasmo alle primarie del Pd, D’Alema ha già fatto sapere che Renzi piace magari alla gente, ma nel politburo lo odiano tutti e, appena eletto, se lo cucinano loro. Renzi, per elettrizzare chi sperava in qualcosa di nuovo, dopo Fassino, Franceschini, Veltroni, Latorre, Cozzolino e Morri, ha imbarcato pure Francantonio Genovese, ras di Messina, nei guai fino al collo con la giustizia, e persino Vincenzo De Luca, sindaco di Salerno e viceministro incompatibile ma inamovibile, oltreché plurimputato (infatti a Delucaland, Renzi ha raccolto 2.566 voti e Cuperlo 50). Marco Travaglio. Il fatto quotidiano.

Berlusconi, per il peggio e il meno peggio, mi accompagna dal mio primo giorno in Italia, senza lasciarmi mai una tregua. Mi sono incrociato su di lui quasi ogni giorno. Imprevedibile, fuori norma, ridicolo, patetico, egli, da solo, ha giustificato la presenza di un centinaio di corrispondenti dal mondo intero a Roma, proprio mentre la potenza dell’Italia stava declinando. Philippe Ridet, corrispondente da Roma di Le Monde in: L’Italie, Rome et moi. Flammarion.

Nell’indifferenza generale, Franca Rame, appena diventata senatrice (Idv), denuncia le assunzioni di raccomandati di ferro: il figlio del viceministro dell’economia, Baldassarri, la nuora di Gustavo Selva, la nuora del ministro dell’Ambiente, Matteoli... Come pure le consulenze esterne, vedi quelle affidate allo studio Previti. E via sperperando. Comprese le statue falliche fatte comperare con soldi pubblici dal presidente uscente del Senato, Pera, opere di artisti amici. Tra gli sprechi più insultanti quelli degli stessi onorevoli, termine che Franca usa con evidente sarcasmo. Quando riceve la prima busta paga, scopre di guadagnare 15 mila euro al mese, più 150 di rimborso parrucchiere. «Troppi soldi. Mi fanno arrossire». Decise di devolvere lo stipendio a famiglie bisognose e invita i colleghi a rinunciare a metà compenso. Proposta che ritorna indietro «come una pallina di squash». Giuseppina Manin, Corsera, sul libro di Franca Rame, In fuga dal Senato. Chiarelettere.

Considerare al tramonto quel sistema di potere finanziario vaticano che faceva riferimento, tra gli altri, a Fazio e Geronzi, a Tarcisio Bertone e a Gianni Letta, mi pare prematuro. La volontà di Bergoglio c’è, ma appena sradichi un’ortica, ne spunta subito un’altra accanto. E intanto ti fai male. Gianluigi Muzzi, autore di Vaticano spa. Il Fatto.

L’entusiasmo dedicato dai progressisti alla causa degli immigrati conferma l’alleanza fra capitalisti e anticapitalisti. Tale entusiasmo infatti ha abbassato i salari, rifornendo quell’esercito industriale di riserva predicato da Marx, che gli stati alterati degli anni Settanta e l’educazione all’ozio seguente, avrebbero altrimenti inaridito. I migliori intenti degli anticapitalisti e i peggiori dei capitalisti, riuniti, hanno conclusivamente generato salari più bassi. Geminello Alvi, Il capitalismo. Marsilio.

Col risorgimento sembrò finalmente essere giunta l’ora dei fratelli d’Italia, ma i Savoia esercitarono in un colpo solo una violenza pari e superiore a quella che altre dinastie europee avevano distribuito e smaltito lungo i secoli. Per diventare il sovrano d’Italia il «re Galantuomo» dovette cacciare (da alcuni territori) un papa e un imperatore, detronizzare un re e quattro duchi, legalizzando poi l’esproprio con plebisciti fasulli. Camorra e mafia o nacquero o furono rafforzate da quell’unificazione coatta, presentata come un abbraccio fra parenti. Guglielmo e Vittorio Zucconi, La Scommessa - Cento ragioni per amare l’Italia. Rizzoli,1993.

Subito dopo la Seconda guerra mondiale sembrava che dovesse riprendere il processo interrotto, ma non è stato così. L’Occidente non ha più trovato la fede. Anche la fede nel progresso, anche la fede nell’uomo. E, negli ultimi decenni, ha perso la sua cultura, si è ripiegato sul corpo, il benessere, lo svago, lo spettacolo, il sesso, il futurismo, la vacanza, il gioco, la chiacchiera. Francesco Alberoni. Il Giornale.

«I giornali dicono solo minchiate», sentenziò un altro dei liuni (leoni) che stavano seduti quel giorno intorno alla tavola dell’onorevole. S’alzò in piedi: «Io che sono alfabeto (analfabeta)», disse, «i giornali li tengo nel cesso e li leggo col culo, ma non ci ho trovato nemmeno una notizia che mi sia stata veramente utile». Si piegò e si passò una mano in fondo alla schiena, come se avesse dovuto pulirsi. Proclamò: «Ecco come leggo i giornali». Sebastiano Vassalli, Il cigno. Einaudi.

Spero di morire nel seno della Chiesa se essa mi vuole ancora. Jean d’Ormesson, scrittore. Le Figaro.

E queste matite di grafite dalla punta nera e morbida, che sanno ancora di legno, voglio anche queste. Gli acquarelli con i loro dischi tondi di colore mi piacciono tanto, ma non oso concedermeli, via, sono grande ormai. Le scatole metalliche di Caran d’Ache da 60 matite, nemmeno; benché abbia sempre desiderato di averne una, grande, mia. E di tenerla sulla scrivania e ogni tanto aprirla, e semplicemente accarezzare la sua lucente schiera arcobaleno. E gli astucci? Come vorrei avere ancora bisogno di un astuccio. Di quelli grandi, a doppio scomparto, con i righelli e i pennarelli e il temperamatite tutti così in ordine, come un esercito pronto all’ attacco. Le gomme, poi. Noto con un sussulto di tenerezza che le gomme sono ancora quelle blu e rosse, rossa per cancellare la matita e blu per la penna. (Si affaccia come fosse appena ieri il ricordo di un grave errore sul quaderno, e del fregare con la gomma la carta fino quasi a bucarla). Marina Corradi. Tempi.

Se una donna non mi resiste, le resisto io. Roberto Gervaso. Il Messaggero.