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 2013  novembre 21 Giovedì calendario

MOANA MAI VISTA –[IN UN CINEMA DI TORINO PORNO INEDITI DELLA POZZI]


Quasi vent’anni dopo la sua scomparsa, torna alla ribalta Moana Pozzi. Diva dei film porno, diventata immortale, se non proprio come Marilyn Monroe, almeno come Elvis Presley, che molti fan ritengono ancora vivo. Di lei si è parlato a Domenica Live, dove Ilona Staller ha cercato in tutti i modi di dimostrare invece la teoria secondo la quale Moana sarebbe davvero morta di tumore al fegato, e quindi di lasciare in pace la sua memoria. Al contrario di quanto sostiene da tempo Eva Henger.

I FILM RITROVATI
Ma si vede che sparire dalla scena non è nel suo destino, ecco infatti un’altra notizia che la riporta in campo, quasi la fa rivivere: nel magazzino del cinema Ideal di Torino, un locale hard chiuso da tre anni, messo in vendita dagli eredi di Nicolino Matera, produttore esclusivo della Pozzi (ma lo fu anche di Claudio Villa, Rita Pavone, Sylva Koscina, Gianni Morandi) ci sarebbero ben 1500 pellicole hard, molte delle quali interpretate dalla Pozzi, del tutto inedite e vintage.
E così, il fantasma di Moana ritorna dal passato proprio nel momento della crisi più profonda del cinema e dintorni, quando anche l’indu - stria hard affonda: non si vendono più riviste porno, non si frequentano più i cinematografi a luci rosse, che stanno sparendo. Semplicemente perché internet ha messo a disposizione un oceano di scelte: ognuno fa da sé, da casa propria, davanti al computer. Il mondo di Moana appare lontano, quello di una vera antesignana, nei nostri giorni delle escort volgari verrebbe da accostarla alla signora delle camelie.
Anna Moana Rosa Pozzi si portava dietro l’allure elegante (paradossalmente perbene, e questo la rendeva ultrasexy) di una famiglia borghese di Genova, il padre era un ricercatore nucleare.
L’INFANZIA
Trascorse così, a causa del lavoro paterno, adolescenza e giovinezza fra il Canada e la Francia, ma il suo spirito inquieto la spinse a tornare a Roma, da sola, e nella Capitale approdò alla Rai: il fatto incredibile fu che divenne conduttrice di una trasmissione per bambini, Tip Tap Club, la cacciarono quando si scoprì che girava film porno di nascosto. Lei non se la prese più di tanto, in seguito avrebbe spiegato al popolo dei fan innamorati pazzi, che proprio il suo corpo esigeva l’amore, averlo e donarlo, era un fatto di costituzione.
Evidentemente l’intuito l’aveva guidata sulla strada giusta, a misura del suo talento naturale, perché di lì a poco, girando Fantastica Moana, sarebbe entrata nel circuito dei film hard di serie A, quelli prodotti dalla scuderia di Riccardo Schicchi. Seguirono Moana la bella di giorno (la Deneuve era considerata una divinità nell’am - biente, un esempio) e varie altre pellicole impegnative, si fa per dire, con la collega Ilona Staller. Intelligente e colta, Moana non si limitò a essere pornodiva: favorita dalla dialettica e dalla simpatia che ispirava, mai volgare, la Pozzi divenne anche una sorta di «opinion leader» su faccende di sesso, spesso ospite o anche conduttrice di trasmissioni televisive «a tema».
IN POLITICA
Quando fu pubblicata la biografia La filosofia di Moana, nella quale raccontava a Brunetto Fantauzzi scottanti particolari «amatori» di alcuni suoi partner famosi (tra i quali Bettino Craxi), la sua popolarità salì alle stelle, ed entrò in politica, accanto a Ilona Staller (oggi onorevole pensionata) con il «Partito dell’Amore»: predicava la riapertura della case chiuse, l’incentivazione dell’educa - zione sessuale nelle scuole. Ma anche (cosa credono di aver inventato i grillini?), la contropolitica e la moralizzazione dei partiti. A spazzar via quelli di allora ci pensò Tangentopoli, cadde la prima repubblica, e Moana incrociò un destino crudelissimo, che annientò la sua bellezza e la vita: il cancro al fegato.
Morì a Lione, e la sua fine restò, come dicevamo, avvolta nel mistero. Si parlò di Aids, smentito dal marito, Antonio Di Cesco, che era stato il suo impresario. Lui disse di averle praticato l’eu - tanasia, a seguito di una disperata richiesta di Moana. Altri affermarono che la notizia della morte era falsa, diffusa soltanto per permetterle di sparire verso una nuova vita segreta. E dai con le smentite e controsmentite, collegate anche alla comparsa di un figlio sulla scena, Simone Pozzi, che lei avrebbe avuto a 17 anni e che era stato cresciuto dalla famiglia come fosse un fratello minore.
Così accade, quando sei diventata leggenda.