Marco Molendini, Macro, il Messaggero 21/11/2013, 21 novembre 2013
E ORA CAMBIO MUSICA
[Marco Mengoni]
L’INTERVISTA
Alla fine di un anno d’oro, un anno di successi e conferme (la lista è lunga dalla vittoria a Sanremo all’album, al tour, al premio agli European Mtv awards), un anno di quelli fatti apposta per sedersi sugli allori, Marco Mengoni già pensa a come cambiare strada. «Il prossimo passaggio è stravolgere tutto» annuncia nella sua visita al Messaggero, probabilmente traendo profitto da quanto gli è accaduto: avrebbe potuto vivere di rendita sulla scia della vittoria a X Factor, ma ha capito che quella strada era destinata ad asciugarsi, prima o poi. Così ha detto basta: si ricomincia. E, il nuovo inizio, ha portato davvero fortuna al ragazzo di Ronciglione, diventato protagonista ormai stabile della scena nazionale, che è venuto a trovarci reduce da Los Angeles, dove ha chiuso la Hit Week dedicata alla musica italiana.
Che anno, Marco...
«E non finisce qua. Siamo partiti da settembre scorso pensando al disco e al nuovo progetto. Certo, non mi immaginavo che avrebbe portato a tutto questo. C’è stato Sanremo, il tour, il live, siamo usciti al cinema con il video del concerto e sono molto contento di come è andata».
Ha detto che non finisce qua, che altro vuol fare?
«Uscirà fra poco un’altra cosa sul web...ma non posso anticipare nulla».
Già parla di voler cambiare tutto.
«A Los Angeles c’è il mio produttore, Michele Canova. Con lui ho cominciato a parlare del disco futuro. Adesso ho bisogno di scrivere e buttare giù tantissime cose. Ho voglia di osare di più. Non so, però, in che direzione andremo. Spero di fare la scelta giusta».
In genere chi ha successo cerca di conservare il pubblico che ha conquistato, non è rischioso spiazzarlo?
«Lo zoccolo duro dei miei fans è abbastanza abituato alle mie giravolte. Poveretti, si sono sorbiti cambiamenti davvero radicali. La musica va di pari passo con la tua vita. Se sei in una fase di stravolgimento si sente anche in quello che scrivi e canti. Per ora, comunque, stravolgimenti di vita non ne ho avuti. Diciamo che ho voglia di andare a fondo su quelle piccole schegge che sono state lanciate in Pronto a correre».
Del pubblico conquistato con X Factor quanto ne è rimasto?
«Durante questo tour sono rimasto male in positivo. Sarà strana la definizione ma è proprio così, perché ho visto veramente tanti volti nuovi, tante persone grandi e tante persone mai viste prima. Ho una memoria fotografica e le facce che vedo me le ricordo sempre, una a una. E sono rimasto colpito da come sia cresciuto il pubblico da 4 anni a questa parte e, in particolare, da Sanremo in poi. Il mio modo di scrivere e di cantare è arrivato a molte più persone perché è diventato più semplice, più diretto e essenziale, per usare il titolo della canzone del Festival».
Aver semplificato il modo di cantare è un segnale di liberazione nei confronti dello stile da talent, dove il virtuosismo serve a colpire il pubblico?
«Partecipare a un talent in quel modo ti spinge ad avere paura e quindi a far forza sulle tue virtù, rischiando di strafare e di essere sguaiato esagerando. Quando ne esci, capisci che molte cose possono essere evitate. E che certi virtuosismi puoi usarli quando servono»..
La voce però è una delle sue frecce, ha mai pensato di fare pezzi a cappella?
«Potrebbe essere un’idea per il prossimo disco. Con la voce mi alleno sempre, spesso faccio scat. Mi piace».
Il suo pubblico è fortemente femminile, quanto conta l’aspetto fisico?
«Conta. Gli artisti che preferisco, come David Bowie o Freddie Mercury, hanno sempre avuto anche un forte appeal estetico.
Nella sua carriera ci sono errori di cui debba pentirsi?
«Ne ho fatti e sono felice di averli fatti. Mi hanno permesso di essere il ragazzo, o l’uomo, che sono oggi».
Marco Mengoni ha 24 anni, nonostante il successo è rimasto il ragazzo timido e gentile di una volta.
Marco Molendini