Enrico Franceschini, la Repubblica 21/11/2013, 21 novembre 2013
LA CORSA AL RALLENTATORE DEI NOSTRI FIGLI “ALLA LORO ETÀ ERAVAMO PIÙ VELOCI”
Se il bambino che è in noi potesse sfidare i nostri figli a chi corre, nuota o pedala più veloce, vinceremmo a mani basse. Non è una gran consolazione per tutte le cose, dalla rapidità nell’usare il telefonino a quella nel capire come funziona un nuovo gadget, per citarne soltanto un paio, in cui sono loro a battere noi: ma è la prova, decisamente preoccupante, di un paradossale declino generazionale nelle prestazioni fisiche. I ragazzi di oggi, rivela una ricerca scientifica, sono più alti dei loro padri ma mediamente più lenti, perlomeno nelle attività sportive. Ogni decennio, la capacità cardiovascolare sotto sforzo diminuisce del 5 per cento, afferma l’indagine condotta da studiosi della University of South Australia e pubblicata ieri dal Times di Londra. In altre parole, se un 11enne del 1975 corresse un miglio (1 chilometro e 600 metri) contro un 11enne del 2013, il primo arriverebbe al traguardo un minuto e mezzo prima del secondo. Se i due si sfidassero a una corsa di quattro giri di pista d’atletica, il bambino del 1975 vincerebbe con quasi un giro di distacco sul bambino di oggi.
Nello sport professionistico, naturalmente, il fenomeno è opposto: tutti i record di atletica sono migliorati considerevolmente rispetto a trenta o quaranta anni fa. Nel 1975 il record dei 100 metri piani era 9.9, quello attuale di Usain Bolt è di 9.58. Ma quello che vale per i campioni non vale per la massa. Gli scienziati australiani hanno esaminato più di 50 test fisici e cardiovascolari condotti tra il 1964 e il 2010 su più di 25 milioni di bambini e ragazzi tra i 9 e i 17 anni in ventotto paesi: ovunque hanno riscontrato che le generazioni odierne vanno più piano, da un punto di vista sportivo, rispetto alle precedenti. Il declino nelle prestazioni è simile per maschi e femmine, per bambini più giovani e per adolescenti, e in regioni del globo differenti, sia pure con variazioni da paese a paese. Uno di quelli in cui il peggioramento è più netto è la Gran Bretagna: se un bambino inglese del 1998 che aveva una prestazione media corresse una gara oggi, arriverebbe tra il 5 per cento dei migliori classificati; e il bambino che nel 1998 arrivava ultimo batterebbe più di metà dei bambini di oggi in una gara analoga.
In Italia a essere piccoli campioni sono i bambini in età di scuola elementare: nella fascia tra i 6 e i 10 anni — rivela uno studio della Società italiana di pediatria — in dieci anni si è passati dal 48 al 53 per cento di pratica sportiva. Mentre gli adolescenti — e soprattutto le ragazze — brillano per sedentarietà.
Le cause, osserva il professor Grant Tomkinson, autore del rapporto australiano, sono chiare. I bambini di oggi sono più grossi, con un’allarmante diffusione dell’obesità vera e propria, specie negli Stati Uniti ma ora pure in Europa. Le ragioni sono evidenti: mangiano cibi più grassi e fanno meno attività fisica, passando sempre più tempo seduti davanti a un computer, un telefonino, un tablet o alla televisione. «Ciò riduce la capacità di avere buone prestazioni aerobiche», afferma Tomkinson. Ma il fenomeno si potrebbe contrastare con una migliore alimentazione e con almeno 60 minuti di esercizio fisico intenso — cioè corsa, nuoto, ciclismo — al giorno. Insomma, i figli possono correre più veloci di come correvano i genitori alla loro età. Ma devono abbandonare per un po’ il telefonino e infilare le scarpe da ginnastica.