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 2013  novembre 21 Giovedì calendario

POSSIAMO BATTERE LA GERMANIA AIUTATECI A ELIMINARE GLI SPRECHI


[Carlo Cottarelli]

«Abbiamo battuto la Germania nel calcio per 16 anni, ora possiamo benissimo batterla sul terreno dell’efficienza». Carlo Cottarelli è stupito: «Su Twitter c’è un turbinio di messaggi il cui senso è: lascia perdere, non ce la farai mai. Ma perché non dovremmo farcela? Le spending review le hanno fatte in Gran Bretagna, in Austria, in Nuova Zelanda, in Australia, perfino in Turchia quando avevano il Pil in discesa del 7% e una macchina pubblica infinitamente peggiore di quella italiana. Non vedo una sola ragione per essere refrattari».
Quelle su Twitter sono critiche amichevoli. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, è già passata all’attacco “vero”: non c’è nessun bisogno di Cottarelli, ha detto. Cominciamo bene?
«Mi fa piacere avere l’occasione per chiarire. Dice il ministro: non abbiamo bisogno di tagli lineari perché abbiamo già il Patto per la Salute, e se le Regioni sapranno attuarlo miglioreremo sia la qualità delle cure che i conti. Benissimo. Tutto il nostro appoggio. Intanto, di tagli lineari non si parla più. Poi, nella sanità come in tutti i settori noi contribuiremo con idee, esperienza, standard internazionali, alle riforme che sapranno varare i diretti interessati. Nelle precedenti esperienze si metteva al lavoro un nucleo ristretto di tecnici, e neanche su tutti i fronti dell’amministrazione, questi calavano dall’alto i loro tagli e su di essi si scatenava inevitabilmente una bagarre che bloccava tutto».
Scusi, ma qual è la differenza, anche stavolta c’è un gruppo di tecnici che produce le sue idee, e via dicendo...
«È tutta un’altra cosa. Intanto lavoriamo sull’intero settore pubblico, e poi in ogni comparto collaboriamo con l’istituzione in questione. Noi diamo un contributo tecnico, di assistenza e buon senso: le iniziative arriveranno in modo trasparente da ministeri e centri di spesa, coordinati dalla Ragioneria generale».
Non c’è il rischio che vada a finire come per la riduzione dei tribunali, una delle pochissime riforme varate dal precedente governo che oggi si trova a fronteggiare il ricorso di ben nove regioni?
«Le norme bisogna anche saperle scrivere, coerenti e partecipate. La review è un’operazione complessa ma è nell’interesse della collettività: a chi piace che i nostri soldi siano gettati al vento?»
Beh, una risposta un po’ grillina sarebbe: piace ai tanti che “ci mangiano”. Collaborerete anche con la magistratura?
«Non facciamo confusione. Noi identificheremo le disfunzioni senza pregiudizi e le elencheremo alla voce “sprechi”. Se ci saranno profili penali, starà ad altri procedere ».
Nella legge di Stabilità è scritto che i benefici di spesa saranno crescenti fino a 8,3 miliardi nel 2016: ma il ministro Saccomanni ha annunciato che il vostro lavoro varrà a regime 32 miliardi, i famosi due punti di Pil. Come si arriva alla quadruplicazione?
«Le cifre della legge sono obbligatorie e diciamo che rappresentano l’obiettivo minimo. Ma il governo ha ambizioni ben superiori e secondo me verosimili: se avremo un forte supporto politico potremo arrivare senza problemi ai due punti di Pil, da utilizzare soprattutto per abbattere il cuneo fiscale e solo in minima parte per ridurre deficit e debito perché poi questi caleranno grazie al buon funzionamento della macchina statale. Riducendo del 2% le tasse sul lavoro rientreremo nella media europea: ma l’Italia può fare ancora meglio. Basta convincersi che è possibile».