Piero Bianucci, La Stampa 21/11/2013, 21 novembre 2013
NEL PACIFICO CI SONO GIÀ 2500 RIFUGIATI AMBIENTALI
Esce in libreria «Clima bene comune», il nuovo libro di Luca Mercalli scritto con Alessandra Goria (Bruno Mondadori editore). Pubblichiamo uno stralcio tratto dall’introduzione.
Le isole Carteret sono un piccolo paradiso custodito dall’oceano pacifico: un arcipelago di sei atolli appartenenti alla Papua Nuova Guinea situato a poco meno di un centinaio di chilometri a nord-est della più conosciuta isola di Bougainville, fra le più grandi delle isole Salomone. […] Gli abitanti di questo paradiso hanno vissuto per più di mille anni seguendo i ritmi ancestrali della natura e perpetuando le tradizioni dell’antica cultura dell’Oceania. Ma le isole Carteret oggi non hanno futuro. Come tanti altri atolli del Pacifico, presentano infatti una caratteristica che le rende molto vulnerabili: un’altezza media del suolo sul livello del mare di un metro e mezzo. A fronte dell’innalzamento del livello delle acque marine indotto dai cambiamenti climatici le Carteret sono destinate a scomparire. [...] A nulla sono serviti gli interventi dell’uomo per erigere barriere di protezione della costa, anche intensificando la vegetazione di mangrovie: la forza delle acque ha avuto il sopravvento.
E le isole Carteret hanno conquistato il triste primato al mondo di trasferimento di un’intera popolazione a causa dei reali impatti del cambiamento climatico, alimentando la categoria di «rifugiati ambientali» recentemente coniata dalle Nazioni Unite. Nel caso delle Carteret si parla di circa 2500 abitanti; piccoli numeri se si pensa che le Nazioni Unite stimano che entro il 2050 ben 250 milioni di persone saranno costrette ad abbandonare la propria terra a causa dei cambiamenti climatici.
L’evacuazione delle Carteret è iniziata nel 2003 e procede a piccoli passi sia per la carenza di fondi governativi sia per le difficoltà dell’integrazione dell’intera popolazione in altri territori. La gente delle Carteret verrà trasferita nelle isole vicine, prime fra tutte l’isola di Bougainville, ma l’integrazione in questi territori – anch’essi vulnerabili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico (la stessa isola di Bougainville è reduce da una guerra civile e devastata dall’HIV) – non sarà facile. Gli abitanti delle Carteret perderanno non solo la propria casa e il meraviglioso habitat naturale, ma anche l’identità culturale dell’arcipelago costruita nel corso di una storia millenaria. Le isole invece porteranno con loro, nell’Oceano, un prezioso patrimonio di biodiversità. […] Anche se è solo una goccia in un mare, la storia delle isole Carteret ci racconta che la percezione diretta dell’entità degli impatti del cambiamento climatico induce la consapevolezza del clima come bene prezioso, e come bene di tutti, da proteggere. E mostra come le comunità più vulnerabili sentano il bisogno di unire le forze per adattarsi e combattere solidalmente un fenomeno dalla portata devastante.