Mario Pagliara, SW SportWeek 16/11/2013, 16 novembre 2013
IL CACCIATORE DI CALCIATORI
I gorilla della security non hanno clemenza. Ti scrutano a distanza, gli ordini sono chiari: all’albergo del Barcellona non si avvicina nessuno. All’improvviso, spunta Neymar dietro la porta girevole della hall; un cenno con lo sguardo e un occhiolino. Si aprono le porte per Fabio Poldi. È successo a Milano il pomeriggio del 21 ottobre, alla vigilia di Milan-Barca: Fabio, 21 anni, è arrivato da Bologna (dove lavora, ma lui è leccese di Nardò). «Mi ha raccomandato un amico molto speciale che ho in comune con Neymar», racconta. Le foto col brasiliano e con Dani Alves sono cosa fatta, invece fallisce l’assalto a Messi, al quale strappa però un autografo (il secondo della collezione).
Tutta questa fatica per un paio di foto? Sì, ma dietro questa storia c’è molto di più. Fabio è un cacciatore di teste, gira l’Italia per collezionare fotografie che lo ritraggono con i calciatori. Iniziò per scherzo due anni fa («con i giocatori del Catania, all’aeroporto di Bologna»), poi è andato dove lo ha portato il cuore («la prima trasferta è stata a Torino, da buon juventino»). Cosi è nata una passione irrefrenabile. «È il mio hobby. Come quando da bambino giocavo con le figurine: ho creato il mio album-Panini». Fabio non scherza: nella sua rete sono finiti 1’80% dei calciatori di Serie A, mancano giusto quelli della Fiorentina, del Cagliari e delle neopromosse. «Che saranno le mie prossime vittime», sorride. «Le foto le stampo e le conservo in un album, ordinate per squadra con una sezione speciale».
Ma il più difficile da fotografare chi è stato? «Con Cavani è stata dura, marnai come Balotelli». Per beccarlo, Poldi il 26 ottobre ha fatto un blitz a Parma, nel ritiro del Milan. «Gli ho chiesto la foto quattro volte. Adesso chiedo scusa a Mario per l’insistenza, ma la desideravo da tempo». Per arrivare a tu per tu con i calciatori, Fabio prepara vere e proprie strategie: il modo più semplice è appostarsi davanti all’ingresso degli hotel, in stazione o in aeroporto. «Con le provinciali funziona». Quando però c’è da tallonare le grandi, serve altro. «A Torino, prenotai con gli amici due camere nell’albergo della Juve. Il 19 febbraio, a Milano, ho dormito nell’hotel del Barca, portando a casa la foto con Piqué». Quando le squadre giocano a Bologna è più semplice: «Qui mi conoscono...». Con Palacio c’è un feeling particolare, ma l’amico è Hernanes. «Ho vinto tremila euro scommettendo su di lui come primo marcatore in cinque partite: la prima volta che lo incontrai gli diedi un fascicolo con le mie giocate e la maglia con la scritta “ogni capriola è una profezia”, perché lui è “il Profeta” e io profetizzo i suoi gol. L’ha mostrata l’anno scorso col Bologna». Sul pianeta dei sogni di Fabio restano da realizzare due desideri: «Le foto con Cristiano Ronaldo e Messi. Con la Pulce ho già fallito due volte, ci riproverò».