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 2013  novembre 21 Giovedì calendario

NELL’ERA DELL’INSTABILITA’ GLOBALE LA GEOGRAFIA DEL CALCIO È FERMA

Dopo aver analizzato 300mila partite di tutti gli sport, nel 2006 il New Scientist affermò con aplomb «scientifico» che il calcio ha più successo perché è il più imprevedibile. Ma dai: ce ne eravamo accorti anche senza modelli matematici. Qualcosa però sta forse cambiando e il Mondiale in arrivo ne è lo specchio. Nell’era dell’instabilità globale, il calcio pare stabilizzarsi. Dal 2010 al 2014, considerato dentro l’Uruguay, sono cambiate appena 8 nazionali su 32: il 25%. Dal 2006 al 2010 le novità erano state più radicali, 13 su 32, il 40%.
Piccole in affanno, una sola debuttante (la Bosnia), ma le grandi ci sono tutte. Le magnifiche 8 campioni del mondo, per esempio. Il Brasile che non è mai mancato ed è predestinato al successo dopo la tragedia nazionale del ‘50. La Germania che, dal 1954, è sempre tra le prime 8. L’Italia che, dal ‘70, ogni 12 anni è in finale: Prandelli tocca tutto, in teoria se ne riparlerebbe nel 2018. E poi Argentina, Francia, Inghilterra, Uruguay e Spagna. A proposito: la doppietta consecutiva è riuscita soltanto ad azzurri (‘30-34) e Seleçao (‘58-62).
Equilibrio anche nei 4 ricambi europei: 2 ex jugoslave eliminate (Serbia e Slovenia), 2 subentrate (Bosnia e Croazia). Dall’Est, la Russia al posto della Slovacchia. Fuori Svezia e Danimarca, non ci sono più gli scandinavi di una volta e neanche super-Ibra ce l’ha fatta: non accadeva dal 1982. Grandi assenti: appunto serbi e svedesi (11 precedenti) e ceki (9), tutti un po’ decaduti. Se osservate le qualificate su una cartina, sembrano quasi i confini della vecchia Cee.
Se l’Europa è stabile, l’Africa non s’è proprio mossa. Nel 2014 ci sono Camerun (7 edizioni), Nigeria (6), Algeria (4), Costa d’Avorio e Ghana (3), cioè le stesse del 2010. Manca il Sudafrica, allora era ospitante: nel rimescolamento generale scompaiono anche Paraguay e Nuova Zelanda per Colombia, Ecuador e Costarica. Ci si mette poi la politica, almeno in Asia: confermate Giappone, Sud Corea e Australia, è l’Iran a prendere il posto della Nord Corea, cioè due dei cosiddetti, per gli americani, «stati canaglia». La stima è naturalmente reciproca. Nel ’98 gli iraniani le suonarono agli Usa, il replay sembra difficile a giudicare dalla probabile composizione delle fasce del sorteggio.
Il signore che potrebbe cambiarle, Sepp Blatter, è lì dal 1998, quinto Mondiale di fila. Stabilissimo, soprattutto lui. Si accettano scommesse, pardon profezie, sul presidente del 2018.