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 2013  novembre 21 Giovedì calendario

MONDIALE SULLA GRIGLIA

Ora conosciamo il nome delle 32 più belle del mondo. Dal 12 giugno al 13 luglio il Brasile sceglierà la migliore. Proviamo a sgranare le ambizioni delle pretendenti, classificandole in sei gruppi.

Le favorite Il Brasile che vanta più titoli (5), che gioca in casa, che ha vinto la Confederations Cup e spende una stella come Neymar naturalmente viaggia in prima classe. Così come la Spagna campione in carica, che sarà anche invecchiata e avrà perso smalto, ma intanto dalla partita d’esordio del Mondiale sudafricano (Svizzera) ha perso una sola partita ufficiale: la finale della Confederations Cup. Tutti sanno come gioca, nessuno riesce a fermarla. Eppure, se ci chiedete di scegliere una sola favorita, diciamo Germania, che ha portato a lievitazione giusta i suoi talentini e li ha irrobustiti con l’esperienza internazionale di una Champions dominata. Ma, soprattutto, la Germania ha aggiunto alla potenza atletica costituzionale e alla notevole qualità offensiva, un palleggio quasi contro natura, che abbiamo assaggiato a San Siro e che Guardiola, al Bayern Monaco, ha contribuito a educare. Oggi la Germania è una squadra completa, talentuosa, organizzata, affiatata e affamata. E’ il calciatore al massimo della forma che calcia in porta dalla sua posizione preferita.

Seconde linee Dietro alle prime tre, ci siamo noi. Prandelli ha già portato l’argento europeo e il bronzo della Confederations. «Siamo animali da competizione», ricorda Buffon. Vero. La coppia Balotelli-Rossi, al massimo delle potenzialità, regge il confronto con la concorrenza. La nostra duttilità tattica, ammirata in Confederations, è tesoro che gli altri ci invidiano. Nel biathlon «garra (rabbia agonistica)-tecnica» l’Argentina è sempre da medaglia d’oro. Spesso implode, bruciata dalla sua stessa passione, ma se azzecca la tensione giusta, questo centauro dal cuore di Campagnaro e dai piedi di Messi, può sbancare. Higuain, Di Maria, Palacio… Anche l’Olanda sta portando a maturazione una ricca generazione di talentini, accudita da maestri di classe: Van Persie, Robben, Sneijder… La corsa dei ragazzini di Van Gaal, in un contesto di grande sofferenza atletica, può diventare una scala che porta in alto.
Sorprese annunciate In un giardinetto a parte abbiamo collocato Belgio e Colombia, le nazionali più abbaglianti delle qualificazioni, due gruppi zeppi di talento e di ambizioni forti. Il Belgio dei riccioloni (Fellaini, Witsel), dei golden-boy (Hazard, Lukaku) e degli «italiani» (Nainggolan, Mertens) ha passeggiato nel girone della Croazia: 8 vittorie, 2 pari. La Colombia ha chiuso seconda, a 2 punti dall’Argentina, il girone sudamericano, con la migliore difesa dei gruppi. Quindi non è soltanto Radamel Falcao. E noi lo sappiamo bene avendo in casa Zapata, Guarin, Cuadrado, Muriel, Ibarbo... Belgio e Colombia sono zompate tra le prime 5 del ranking Fifa, ma la fase finale di un Mondiale è un altro mondo, dove il sangue ribolle in mondo diverso. Se sapranno domare emozioni inedite, le sorprese annunciate zomperanno tra le prime cinque anche in Brasile.

Outsider Questo è il purgatorio del Mondiale. La preghiera giusta e sei in paradiso, un peccato in più e vai all’inferno. Squadre in bilico tra limiti e virtù, tra gloria e fiasco. L’Inghilterra ha giovani campioni, ma un gioco triste. La Russia ha Capello, ma un carattere inaffidabile. Il Portogallo ha un mostruoso Ronaldo, ma troppo poco alle spalle. L’Uruguay ha una coppia da urlo (Suarez, Cavani), ma troppi reduci a carico. La Svizzera ha Inler, Behrami e Dzemaili, ma non la creatività di Napoli. La Francia ha Pogba, ma rischiava di restare a casa. Scegliamo la Costa d’Avorio di Gervinho, Drogba e dei fratelli Touré come sorpresa africana che in un Mondiale non manca quasi mai. Ha ragione Prandelli: «In un torneo dalle condizioni ambientali difficili, la fisicità delle squadre africane è un fattore importante».

Fascia media Qui invece serve un mezzo miracolo per affacciarsi tra i grandi. Anche se l’amico Zac ha dato al Giappone un calcio di valore; anche se la Nigeria di Onazi ha vinto la coppa d’Africa e il Ghana di Boateng ha segnato 7 gol nei due spareggi con l’Egitto; anche se gli Usa di Bradley sono solidi come lui; anche se il Cile ha Vidal e Sanchez; anche se il Messico è campione olimpico.

Fascia debole In coda mettiamo un loggione di 9 squadre che rappresentano tutti i continenti. Un Mondiale non vieta mai di sognare. Farlo in Brasile è ancora più facile.