Laura Fiengo, Vanity Fair 20/11/2013, 20 novembre 2013
E SE A REPUBBLICA ARRIVASSE IL DIRETTORE HANS?
Madre tedesca e padre riminese trapiantato a Roma, Giovanni di Lorenzo ha passato in Italia i primi dieci dei suoi 54 anni, poi si è trasferito in Germania dove è diventato giornalista. Dal 1989 è moderatore dello storico talk show 3 nach 9, dal 2004 dirige Die Zeit, settimanale di politica e attualità. Sposato con la presentatrice Sabrina Staubitz, una figlia, segue da sempre con attenzione le vicende del nostro Paese: si è laureato con una tesi sui media di Silvio Berlusconi.
Come ha intervistato Renzi?
«Da tedesco, con un approccio che può anche sembrare naïf, per cercare di capire da lui qualcosa che per i tedeschi, di sinistra e di destra, è un mistero: come sia possibile che Berlusconi abbia ancora consenso».
Come l’ha trovato?
«Molto diretto nelle risposte: non sembra calcolare quello che dice, c’è freschezza nel suo modo di argomentare. Gli è rimasta una parte di gioco, di audacia. Questo atteggiamento da piacione, che molti gli rimproverano, mi pare autentico. E credo che senza quella certa leggerezza non ce la potrebbe fare».
Quindi crede che ce la farà?
«Penso sia una persona molto carismatica, capace di attirare grande consenso. Poi, come tutte le persone carismatiche, rischia di diventare succube del suo fascino».
Potrebbe vincere le prossime elezioni?
«La voglia di cambiamento e la disperazione degli italiani potrebbero farlo vincere».
E ai tedeschi piacerebbe?
«Guardi, ai tedeschi in questo momento piacerebbe qualunque cosa, pur di vedervi finalmente fuori dal passato».
Come si fa a diventare, da italo-tedesco, uno dei più importanti giornalisti in Germania?
«All’inizio non è stato facile. Ricordo il mio primo articolo, un’intervista a Franco Zeffirelli, sarà stato il 1980. Mi piazzo davanti all’edicola, aspetto che arrivi il giornale, lo prendo, tutto contento, e vedo che lo hanno firmato “Hans Lorenz”. Telefono al giornale, chiedo spiegazioni. “Abbiamo scelto uno pseudonimo più credibile”, è la risposta del caporedattore. Oggi le cose sono molto cambiate. E poi, mi domando: cosa penserebbero gli italiani se a dirigere Repubblica o il Corriere della Sera ci andasse uno che si chiama Hans Lorenz?».