Ugo Bertone, Libero 20/11/2013, 20 novembre 2013
COME FARE BUONI AFFARI CON LA RIVOLUZIONE CINESE
La febbre del latte in polvere ha investito Hong Kong fin dalla prima mattina di lunedì. Ora dopo ora sono salite le quotazioni di Yashili, premiata ditta di materia prima per biberon e dintorni: +10 per cento in poche ore. È andata peggio, ma non troppo, ai soci di Goodbaby, gruppo di 12 mila dipendenti che produce carrozzine l’infanzia: +4%. Ma il record spetta alla Biostime di Guangzhou, 2.600 dipendenti, medicine ed alimenti per l’infanzia: addirittura +70 % in una sola giornata.
Insomma, l’abolizione del divieto di avere più di un figlio nella Cina popolare per qualcuno è stato senz’altro un buon affare. Tutt’altro che inatteso, visti guadagni stellari di chi ha avuto la saggezza (o le buone informazioni) per muoversi per tempo: Yashili, tanto per fare un esempio, è salita da gennaio del 172 per cento, Biostime del 230,nonostante un lieve ribasso ieri mattina.
La corsa al latte per l’infanzia è però solo la punta dell’iceberg della rivoluzione dei consumi annunciata venerdì con i 60 documenti (376 pagine in tutto) con cui il Partito Comunista Cinese ha lanciato la rivoluzione dei consumi. In un colpo solo Pechino ha annunciato una rivoluzione a tutto tondo: saranno riconosciuti i diritti di proprietà dei contadini; sarà rivoluzionato l’accesso al credito, con la fine dei privilegi per il settore pubblico sull’iniziativa privata; snellite le procedure per l’accesso in Borsa e l’attività dei broker; rivista alle radici l’assistenza sanitaria e poste le basi per il sistema previdenziale. E così via, senza trascurare la riforma forse più importante: la cancellazione dell’Hokou, che limitava i diritti dei lavoratori immigrati nelle metropoli dalle campagne, cui erano negati l’accesso aduna casa in affitto o alla scuola superiore. Una vera e propria rivoluzione, che non riguarda solo i cibi per l’infanzia, ma anche broker finanziari ed assicurativi come Citic +13%oHaitong+11. Per non parlare del 40% guadagnato in una mattina da Shandong Weigao. Mica male per un’azienda che produce siringhe... Solo un fenomeno passeggero? È probabile che nei prossimi giorni ci possa essere una correzione. Ma a comprare sono mani forti in arrivo dagli Usa e dall’Europa, come conferma il fatto che il rialzo interessa Hong Kong +5,7% in due giorni più che Shanghai (solo 1,9%) dove opera soprattutto la clientela locale.
A consigliare una scommessa Cina può contribuire il fatto che l’indice di Shanghai non appare a rischio bolla: guadagna da gennaio l’8,7% ma è sotto del 10 dai massimi di febbraio. Secondo, dopo la frenata di primavera e l’incertezza sul nuovo corso politico, l’economia sembra in ripresa. E le dimensioni sono impressionanti: tra il 2000 ed il 2012, 252 milioni di cinesi sono andati a vivere in città ma, secondo le previsioni, la cifra potrebbe almeno raddoppiare entro il 2020.
Insomma, può aver senso una piccola scommessa sul futuro della Cina «consumista». Lo conferma, ad esempio, il risultato del fondo Magellan destinato ai consumi cinesi che registra una crescita del 20% contro il +5% del fondo Focus China che soffre della crisi delle banche o dell’indu - stria pesante. In questi anni, poi, è cresciuta una schiera di Etf (cioè fondi che replicano l’indice) che permettono di puntare cifre modeste, anche nell’ordine dei mille euro. In Piazza Affari sono oggi disponibili diversi Etf: Msci China, Hang Seng China Enterprises, Ftse China 25, Csi 300, e Dow Jones China Offshore 50. Il Ftse China 25 è il più concentrato con soli 25 nomi e i primi tre che pesano per circa il 30%, mentre Msci China e Csi sono i più ampi con rispettivamente 137 e 300 posizioni. Le performance, per quest’anno, non sono state fnora granché.Ma dopo il boom del latte in polvere, chissà.