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 2013  novembre 20 Mercoledì calendario

LADRI DI BICICLETTE IMPUNITI: 900 FURTI AL GIORNO


Non sono più i disperati in bianco e nero raccontati da De Sica. I nuovi ladri di biciclette si aggiornano, girano (quasi) indisturbati per le città e spaventano il popolo delle due ruote. Che, nella classifica delle paure, li mette al secondo posto dopo le cadute. Un rapporto presentato ieri a Milano dalla Fiab, la Federazione italiana degli amici delle biciclette, fa il punto su un fenomeno mai così esteso: almeno 320 mila colpi all’anno. Quasi 900 al giorno.
Dall’indagine emerge che il numero di denunce presentate alle forze dell’ordine è molto inferiore a quello dei furti, e che la geografia dei colpi ricalca quella della diffusione delle biciclette: se a Bolzano, dove quasi un cittadino su tre si sposta su due ruote, le denunce sono state 1.200, a Reggio Calabria, solo una persona lo scorso anno ha segnalato il furto. Il fenomeno ha pesanti ripercussioni anche sull’economia, visto che, secondo le stime di Fiab e Confindustria Ancma, genera ogni anno un danno di 150 milioni di euro, tra mancati introiti per l’industria nazionale e transazioni in nero che sfuggono a ogni controllo d’imposta.
«Chi subisce un furto è più incline ad acquistare una bicicletta a basso costo, spesso proveniente da mercati extraeuropei e con bassi standard di sicurezza», dice Pier Francesco Caliari dell’Associazione nazionale ciclo motociclo e accessori. Oppure, ed è lo scenario peggiore, a rivolgersi al mercato nero, concorrendo, di fatto, al reato di ricettazione. Il problema, denunciano le associazione dei ciclisti, è la scarsa attenzione delle amministrazioni: solo una su 10 prevede piani o azioni di contrasto al furto. A Torino è stata creata una task force specializzata con una struttura di rete, un’intelligence e uomini per l’investigazione e l’azione.
Soluzioni? La Fiab chiede linee guida e un sistema di «punzonatura pubblico e univoco del parco bici circolante, come avviene in Europa». In pratica, su ogni mezzo bisognerebbe incidere il codice fiscale del proprietario: questo scoraggerebbe il mercato nero e renderebbe più efficace l’identificazione in caso di ritrovamento. La proposta piace al governo ed è sul tavolo del sottosegretario Erasmo D’Angelis, che ha la delega alla riforma del Codice Stradale.