Andrea Di Biase, MilanoFinanza 19/11/2013, 19 novembre 2013
LA SERIE A SI RICOMPATTA SUI DIRITTI TV E TRATTA CON INFRONT
Dopo settimane di aspre polemiche, sfociate nell’aperta opposizione di sette club (Juventus, Inter, Roma, Fiorentina, Sampdoria, Hellas Verona e Sassuolo) all’attuale gestione della Lega di Serie A in tema di diritti televisivi, l’assemblea dei 20 presidenti del massimo campionato di calcio riunitasi ieri a Milano ha infine deciso all’unanimità di proseguire il negoziato con Infront Italy. Niente è ancora stato definito, considerato che i club hanno messo a punto una controproposta (già consegnata al numero uno di Infront Marco Bogarelli), che dovrà ora essere negoziata con la controparte. Ma la decisione unanime, come ha sottolineato il presidente della Lega di Serie A, Maurizio Beretta, rappresenta un elemento «importante». Ma non è questa l’unica novità saliente. L’assemblea di Lega ha infatti dato l’incarico di negoziare con Infront al presidente della Lazio, Claudio Lotito, e a quello della Juventus, Andrea Agnelli, scelti in quanto «interpretano nella maniera più ampia le più diverse sensibilità dell’assemblea». Lotito è infatti uno dei principali esponenti della fazione maggioritaria in Lega, coagulata attorno al Milan e ad Adriano Galliani, mentre il presidente della Juve rappresenta al meglio coloro che negli ultimi tempi hanno chiesto un cambiamento dello status quo.
Nel dettaglio la controproposta della Lega prevede un miliardo di minimo garantito per il triennio 2015-2018 e il rinnovo automatico per il triennio successivo (2018-2021) ma solo se Infront accetterà di garantire un minimo di 1,15 miliardi.
Rispetto alla proposta originaria di Infront, quella dei club chiede all’advisor di reperire sul mercato un minimo di 960 milioni in più. L’attuale advisor aveva infatti assicurato 900 milioni di minino a stagione nel primo triennio e 930 nel secondo per un totale di 5,49 miliardi, contro i 6,45 miliardi della controproposta formulata dalla Lega.
Difficile dire dove e come si troverà l’intesa. Da un lato c’è l’esigenza dei club di salvaguardare una voce di entrata che copre tra il 50 e il 65% in media dei fatturati (club che in questa stagione incasseranno 1,02 miliardi). Dall’altro ci sono le oggettive difficoltà, data la complicata situazione macroeconomica e il calo di appeal della Serie A, di ottenere dal mercato entrate maggiori. All’assemblea di Lega, cui ha partecipato per la prima volta anche il neopresidente dell’Inter, Erick Thohir, ha preso parte anche il vicepremier Angelino Alfano, che ha ribadito l’impegno del governo Letta a far approvare entro la fine dell’anno una nuova legge sugli stadi e una maggiore attenzione da parte delle istituzioni alla tutela del marchio delle società sportive, promettendo «tolleranza zero» contro la contraffazione.